Il primo cittadino M5S in polemica con il provvedimento del governo che autorizza la costruzione di nuovi impianti chiede al presidente del Consiglio di guardare alla sua realtà dove si è implementata la raccolta differenziata. Dal 2013 il grillino fa i conti con la struttura che in campagna elettorale il Movimento aveva promesso avrebbe chiuso
Il sindaco Federico Pizzarotti scrive Matteo Renzi sulle politiche rifiuti ed elogia come modello virtuoso Parma, anche se in città dall’estate 2013 è stato acceso proprio l’inceneritore contro cui il sindaco M5S aveva promesso di combattere. In una lettera aperta al presidente del consiglio il primo cittadino sottolinea come sul tema rifiuti l’azione del governo non sia “determinata nel perseguire le buone pratiche, quali quelle che il Comune di Parma, insieme a diverse altre realtà locali, sta già attuando da anni” e lo invita ad “ascoltare gli amministratori locali: l’Italia ha bisogno di un vero cambio di passo politico sul tema della gestione dei rifiuti. Siamo ancora in tempo per perseguire una strada qualitativamente migliore rispetto ai programmi di incenerimento”.
Il riferimento ancora una volta è allo Sblocca Italia, che invece di puntare sulla raccolta differenziata come stanno facendo le realtà locali, prevede la realizzazione di nuovi inceneritori e il potenziamento di quelli esistenti. Soltanto un mese fa Pizzarotti marciava a Parma a capo di una manifestazione nazionale da lui organizzata proprio contro il decreto del Governo, a cui avevano partecipato centinaia di persone da tutta Italia, anche se l’evento non aveva ottenuto l’adesione dei vertici Cinque stelle. All’epoca la città ducale protestava anche contro un possibile ampliamento dell’impianto di Ugozzolo, poi bloccato dalla Provincia, che ha negato l’autorizzazione richiesta dalla multiutility Iren, a differenza di quanto avvenuto a Forlì.
“Nel Paese” continua Pizzarotti nella lettera a Renzi “esistono esperienze virtuose che dimostrano come sia possibile ridurre al minimo il ricorso a discariche e inceneritori, applicando modelli di raccolta differenziata diventati un esempio anche per altri Paesi dell’Ue”. Il sindaco riporta poi l’esempio di Parma, dove nel 2014 la raccolta differenziata è arrivata al 70 per cento contro il 48 per cento registrato nel 2012. “Se tutti i Comuni dell’Emilia Romagna attuassero il modello virtuoso di Parma, entro il 2020 in Regione si potrebbero chiudere sette inceneritori sugli otto presenti” continua Pizzarotti, che cita poi altri Comuni virtuosi governati da diversi colori politici, che hanno seguito la stessa strada, come per esempio Ponte nelle Alpi, il Comune più “riciclone” d’Italia con il 92 per cento di differenziata, e ancora Cosenza, Salerno e Milano. Modelli che secondo il sindaco Cinque stelle dimostrano che “le città, in sostanza, stanno dando prova di essere il motore dell’Italia”.
Per questo, alla luce del contesto, il primo cittadino ducale se la prende con il Governo e con lo Sblocca Italia, che vanno nella direzione contraria rispetto alle politiche perseguite a livello locale: “Considero francamente masochista e conservatore intervenire sul tema rifiuti con un provvedimento fuori da ogni logica, quale l’articolo 35 dello Sblocca Italia. Il nostro Paese non ha bisogno di incrementare il numero e la capacità degli inceneritori esistenti che, doveroso ricordarlo, sono comunque classificati come industrie insalubri di tipo A”. A dimostrazione di questo, Pizzarotti torna proprio a Parma, dove un anno e mezzo dopo l’avvio, l’inceneritore di Ugozzolo “non ha sufficienti rifiuti da bruciare per la sua sopravvivenza, come invece era stato previsto dal progetto iniziale. E il motivo è la raccolta differenziata spinta attuata a Parma, che ha fatto breccia nel sistema e che, oggi, indica al Paese la via virtuosa per uscire dalle politiche di incenerimento, ormai superate e diseconomiche”.