Chi è dunque il messaggero divino celato sotto il “cinquecento dieci e cinque“ (v. 43) del XXXIII canto del Purgatorio? Si tratta, dato il riferimento al simbolo imperiale dell’aquila, di Enrico (o Arrigo) VII di Lussemburgo (1275-1313), alla guida del Sacro Romano Impero dal 1312?
Che il futuro salvatore della Chiesa sia da identificarsi con lui è una semplice ipotesi, e nemmeno così convincente.
Non basta a suffragarla il tentativo di uno studioso, Edward Moore, di far corrispondere il nome Arrico, considerandone il valore gematrico, al numero 515. La gematria (o ghematria) è il sistema numerologico di tradizione cabalistica che consente di associare un numero a ognuna delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico; aleph (A) vale 1, resh (R) vale 200, yod (I) vale 10, a’ayin (O) vale 70, laddove cinque di quelle 22 lettere hanno due diverse forme, e altrettanti valori numerici, se occupano la posizione finale oppure no: kaph (= 20; = 500); mem (= 40; = 600); nun (= 50; = 700); pe (= 80; = 800); tzaddi (= 90; = 900).
Moore, ipotizzando che Dante non sapesse quale numero la cabala abbinasse alla O, ha pensato che il Poeta avrebbe potuto assegnare alla lettera il 4 perché quarta vocale dell’alfabeto latino; la somma da calcolare sarebbe perciò 1 (A) + 200 (R) + 200 (R) + 10 (I) + 100 (C = Q) + 4 (O) (= 515), e la C sarebbe stata fatta corrispondere non a K (kaph), bensì a Q (qoph; valore cabalistico 100), per la prossimità o identità dei valori fonetici di queste due lettere. Una seconda possibilità, contemplata dallo stesso Moore, ha posto alla base del calcolo Arrico VII, immaginando che Dante, conscio dell’assenza delle vocali in ebraico, abbia attribuito alle cinque vocali latine i numeri da 1 a 5 (A =1, E = 2, I = 3, O = 4, U = 5) e considerato nella somma generale il numero 7, corrispondente all’ordinale dell’imperatore tedesco: 1 (A) + 200 (R) + 200 (R) + 3 (I) + 4 (O) + 7 (= 515).
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La spiegazione del “cinquecento diece e cinque”, in un canto che attinge all’Apocalisse del celebre 666, il numero della bestia (“Sappi che ‘l vaso che ‘l serpente ruppe, / fu e non è”, vv. 34-35; “Et bestia, quae erat et non est“, Apc., 17, 11), va senz’altro ricercata all’interno della gematria. Bisogna però partire dalla sua applicazione all’alfabeto latino, che assegna 1 ad A, 2 a B, 3 a C, 4 a D, 5 a E, 6 a F, 7 a G, 8 a H, 10 a K, 11 a L, 12 a M, 13 a N, 14 a O, 15 a P, 16 a Q, 17 a R, 18 a S, 19 a T, 21 a Z; non ci sono W, Y, X, mentre I, J e U, V hanno uno stesso valore: rispettivamente 9 e 20.
La profezia di Purg. XXXIII, 37-45, ha forti legami con Par. XVIII, 73 sgg. Qui Dante, appena salito al cielo di Giove, descrive il movimento delle luminose anime dei giusti e le lettere che, volando e cantando, disegnano nell’aria; ne appaiono inizialmente 3 (D, I, L), che diventeranno alla fine 35 e comporranno 5 parole: “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”. Se fosse allora Dante il “cinquecento diece e cinque”, se fosse lui l’inviato di Dio dell’ultimo canto del Purgatorio? I riscontri non mancherebbero, a partire dalle 5 parole appena riportate.
Non può sfuggire la relazione fra le prime tre lettere (Dil) del versetto di apertura del Libro della Sapienza (“Amate la giustizia, voi che giudicate la terra”), equivalenti ad altrettanti numeri romani (D = 500, I = 1, L = 50), e il “cinquecento diece e cinque” (500 = D; 10 = X; 5 = V): se consideriamo la sola prima cifra (in entrambi i casi 5) del primo e del terzo dei numeri che formano Dil, e la componiamo con l’1 corrispondente alla I, otteniamo 515 (come osservò Vinassa de Regny). Quel “cinque volte sette” fa poi 35, quasi l’età di Dante al momento del viaggio, e le 35 lettere di Diligite iustitiam qui iudicatis terram alludono a due aspetti fondamentali per l’autore della Commedia: l’amore per la giustizia e il suo inappellabile giudizio su buoni, cattivi e penitenti. E non è tutto.
Il cielo di Giove, da cui dipende l’esercizio della giustizia in terra, è il sesto del Paradiso, e il numero 6 simboleggia l’ordine e la stessa giustizia. Nel IV canto dell’Inferno Dante si dichiara “sesto fra cotanto senno” (v. 102), attribuendosi l’invidiabile privilegio di potersi considerare ultimo, certo, ma dopo i più grandi poeti classici (Omero, Orazio, Ovidio, Lucano e, naturalmente, Virgilio). Con riferimento a loro aveva detto, al verso precedente, “sì mi fecer de la loro schiera”. Ed è il cinquecentoquindicesimo verso del poema.
di Massimo Arcangeli e Sandro Mariani
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Piacere quotidiano - 18 Agosto 2015
Dante Alighieri e la sua ossessione per i numeri – parte II
Chi è dunque il messaggero divino celato sotto il “cinquecento dieci e cinque“ (v. 43) del XXXIII canto del Purgatorio? Si tratta, dato il riferimento al simbolo imperiale dell’aquila, di Enrico (o Arrigo) VII di Lussemburgo (1275-1313), alla guida del Sacro Romano Impero dal 1312?
Che il futuro salvatore della Chiesa sia da identificarsi con lui è una semplice ipotesi, e nemmeno così convincente.
Non basta a suffragarla il tentativo di uno studioso, Edward Moore, di far corrispondere il nome Arrico, considerandone il valore gematrico, al numero 515. La gematria (o ghematria) è il sistema numerologico di tradizione cabalistica che consente di associare un numero a ognuna delle 22 lettere dell’alfabeto ebraico; aleph (A) vale 1, resh (R) vale 200, yod (I) vale 10, a’ayin (O) vale 70, laddove cinque di quelle 22 lettere hanno due diverse forme, e altrettanti valori numerici, se occupano la posizione finale oppure no: kaph (= 20; = 500); mem (= 40; = 600); nun (= 50; = 700); pe (= 80; = 800); tzaddi (= 90; = 900).
Moore, ipotizzando che Dante non sapesse quale numero la cabala abbinasse alla O, ha pensato che il Poeta avrebbe potuto assegnare alla lettera il 4 perché quarta vocale dell’alfabeto latino; la somma da calcolare sarebbe perciò 1 (A) + 200 (R) + 200 (R) + 10 (I) + 100 (C = Q) + 4 (O) (= 515), e la C sarebbe stata fatta corrispondere non a K (kaph), bensì a Q (qoph; valore cabalistico 100), per la prossimità o identità dei valori fonetici di queste due lettere. Una seconda possibilità, contemplata dallo stesso Moore, ha posto alla base del calcolo Arrico VII, immaginando che Dante, conscio dell’assenza delle vocali in ebraico, abbia attribuito alle cinque vocali latine i numeri da 1 a 5 (A =1, E = 2, I = 3, O = 4, U = 5) e considerato nella somma generale il numero 7, corrispondente all’ordinale dell’imperatore tedesco: 1 (A) + 200 (R) + 200 (R) + 3 (I) + 4 (O) + 7 (= 515).
La spiegazione del “cinquecento diece e cinque”, in un canto che attinge all’Apocalisse del celebre 666, il numero della bestia (“Sappi che ‘l vaso che ‘l serpente ruppe, / fu e non è”, vv. 34-35; “Et bestia, quae erat et non est“, Apc., 17, 11), va senz’altro ricercata all’interno della gematria. Bisogna però partire dalla sua applicazione all’alfabeto latino, che assegna 1 ad A, 2 a B, 3 a C, 4 a D, 5 a E, 6 a F, 7 a G, 8 a H, 10 a K, 11 a L, 12 a M, 13 a N, 14 a O, 15 a P, 16 a Q, 17 a R, 18 a S, 19 a T, 21 a Z; non ci sono W, Y, X, mentre I, J e U, V hanno uno stesso valore: rispettivamente 9 e 20.
La profezia di Purg. XXXIII, 37-45, ha forti legami con Par. XVIII, 73 sgg. Qui Dante, appena salito al cielo di Giove, descrive il movimento delle luminose anime dei giusti e le lettere che, volando e cantando, disegnano nell’aria; ne appaiono inizialmente 3 (D, I, L), che diventeranno alla fine 35 e comporranno 5 parole: “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”. Se fosse allora Dante il “cinquecento diece e cinque”, se fosse lui l’inviato di Dio dell’ultimo canto del Purgatorio? I riscontri non mancherebbero, a partire dalle 5 parole appena riportate.
Non può sfuggire la relazione fra le prime tre lettere (Dil) del versetto di apertura del Libro della Sapienza (“Amate la giustizia, voi che giudicate la terra”), equivalenti ad altrettanti numeri romani (D = 500, I = 1, L = 50), e il “cinquecento diece e cinque” (500 = D; 10 = X; 5 = V): se consideriamo la sola prima cifra (in entrambi i casi 5) del primo e del terzo dei numeri che formano Dil, e la componiamo con l’1 corrispondente alla I, otteniamo 515 (come osservò Vinassa de Regny). Quel “cinque volte sette” fa poi 35, quasi l’età di Dante al momento del viaggio, e le 35 lettere di Diligite iustitiam qui iudicatis terram alludono a due aspetti fondamentali per l’autore della Commedia: l’amore per la giustizia e il suo inappellabile giudizio su buoni, cattivi e penitenti. E non è tutto.
Il cielo di Giove, da cui dipende l’esercizio della giustizia in terra, è il sesto del Paradiso, e il numero 6 simboleggia l’ordine e la stessa giustizia. Nel IV canto dell’Inferno Dante si dichiara “sesto fra cotanto senno” (v. 102), attribuendosi l’invidiabile privilegio di potersi considerare ultimo, certo, ma dopo i più grandi poeti classici (Omero, Orazio, Ovidio, Lucano e, naturalmente, Virgilio). Con riferimento a loro aveva detto, al verso precedente, “sì mi fecer de la loro schiera”. Ed è il cinquecentoquindicesimo verso del poema.
di Massimo Arcangeli e Sandro Mariani
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Gaza, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Hamas ha accusato Israele di "mettere in serio pericolo l'intero accordo di tregua" dopo la decisione del governo israeliano di rinviare il rilascio di 620 prigionieri palestinesi che avrebbero dovuto essere liberati in cambio del ritorno di sei ostaggi israeliani a Gaza. "Ritardando il rilascio dei nostri prigionieri, il nemico si comporta come un delinquente e mette seriamente in pericolo l'intero accordo" di tregua, ha dichiarato Bassem Naïm, un alto funzionario di Hamas, invitando i mediatori che hanno reso possibile l'accordo, "in particolare gli Stati Uniti", a "fare pressione sul nemico affinché applichi l'accordo e rilasci immediatamente questo gruppo di prigionieri".
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - La Russia ha lanciato 267 droni contro l’Ucraina nella notte tra sabato e domenica, “un record” dall’invasione russa del 24 febbraio 2022, ha dichiarato l’aeronautica ucraina, alla vigilia del terzo anniversario dell’attacco russo su larga scala. "Sono stati avvistati nel cielo ucraino 267 droni nemici, il record per un singolo attacco" dall'inizio dell'invasione, ha scritto su Facebook il portavoce dell'aeronautica ucraina Yuri Ignat, secondo cui 138 sono stati intercettati dalla difesa aerea e altri 119 sono stati "persi" senza causare danni.
In un comunicato separato pubblicato su Telegram, l'esercito ha riferito che diverse regioni, tra cui Kiev, sono state "colpite", senza fornire ulteriori dettagli. Un attacco missilistico russo ha ucciso un uomo e ne ha feriti cinque a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodynyr Zelensky nell'Ucraina centrale, hanno reso noto le autorità regionali.
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - I media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in Libano, a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre i fedeli si riunivano a Beirut per il grande funerale del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah. "Aerei nemici hanno lanciato due raid contro la zona tra Qleileh e Sammaaiyah, nel distretto di Tiro", ha affermato l'agenzia di stampa nazionale ufficiale.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - Le Idf confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale. Uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, dove l'esercito afferma di aver individuato attività da parte del gruppo terroristico.
Secondo l'esercito, l'attività di Hezbollah nel sito costituisce una "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Inoltre, le Idf affermano di aver colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, "che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani".
Berlino, 23 feb. (Adnkronos) - Urne aperte in tutte la Germania per le politiche. Quasi 60 milioni di persone voteranno oggi fino alle 18 per scegliere un governo che dovrà fare i conti con il crollo dell'alleanza transatlantica sotto Donald Trump e con le nuove minacce alla sicurezza europea, proprio mentre il modello economico del Paese sta entrando in crisi. Secondo gli ultimi sondaggi, sarà il capo dell'opposizione conservatrice (Cdu/Csu) Friedrich Merz il nuovo cancelliere: dovrebbe vincere con il 29,5% di voti favorevoli. "Le grandi aspettative rispecchiano le grandi sfide che dovrà affrontare fin dal primo giorno del suo probabile mandato di cancelliere", ha affermato il settimanale tedesco Der Spiegel. "Una Russia aggressiva, un'America ostile e un'Europa che si sta allontanando: Merz potrebbe essere messo alla prova più duramente di qualsiasi cancelliere della repubblica del dopoguerra".
Merz ha recentemente ammesso che l'effettivo abbandono da parte di Trump delle promesse di difesa europee e l'aggressivo sostegno del suo vicepresidente JD Vance all'estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) annunciavano "cambiamenti tettonici nei centri di potere politico ed economico del mondo". La Germania, ha detto, non ne sarebbe uscita indenne. L'indebolimento della Nato da parte di Trump e il tradimento dell'Ucraina sono "un pugno straziante allo stomaco", ha affermato Ursula Münch, direttrice del think tank dell'Accademia per l'educazione politica in Baviera, in particolare per l'Unione cristiano-democratica (Cdu) di Merz, che ha "solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti nel profondo del suo Dna". "La sfida più grande per la Germania sarà quella di mettere insieme una dimostrazione di forza unita da parte dell'Ue e del Regno Unito".
Secondo i sondaggi, i socialdemocratici del cancellieri Olaf Scholz, si attestano al 15% dei consensi, 10 puntiin meno delle preferenze ricevute 4 anni fa, mentre l'Afd si attesta al 21%, oltre il doppio (era al 10,3%) rispetto al 2021.
Londra, 23 feb. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che domani annuncerà un nuovo importante pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo riporta ITV News. "Domani ho intenzione di annunciare il più grande pacchetto di sanzioni contro la Russia dall'inizio del conflitto, per indebolire la sua macchina militare e ridurre le entrate con cui si sta accendendo il fuoco della distruzione in Ucraina", ha affermato il ministro, aggiungendo che Londra "lavorerà con i partner americani ed europei per raggiungere una pace giusta e sostenibile", riconoscendo chiaramente l'Ucraina dev'essere coinvolta".
E' "un momento critico nella storia dell'Ucraina, della Gran Bretagna e dell'intera Europa" - ha detto ancora - Il sostegno all'Ucraina dovrebbe essere "raddoppiato" e si dovrebbe ricercare "la pace attraverso la forza". "Sul campo di battaglia, Londra resta impegnata a fornire un supporto militare di 3 miliardi di sterline all'anno per mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile e siamo pronti a contribuire con truppe britanniche alle forze di mantenimento della pace, se necessario".
(Adnkronos) - “La notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato”. Lo fa sapere oggi 23 febbraio il Vaticano aggiornando sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.
Ieri sera l’ultimo bollettino diramato dalla Santa Sede sulle condizioni di salute di Bergoglio avevano restituito una situazione in aggravamento con una serie di criticità che i bollettini precedenti non avevano mai evidenziato. Nel dettaglio ieri il bollettino ha riferito che le “condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato" dall’équipe medica che lo ha in cura, “il Papa non è fuori pericolo”.
Ieri mattina, si spiegava, “Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoriaasmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata”. Per Francesco è scattata una maratona di preghiere nelle chiese di tutto il mondo.