Era rimasto chiuso nella stamperia occupata dai fratelli Kouachi, autori della strage di Charlie Hebdo, a cui tutta la polizia francese dava la caccia da oltre 24 ore. I media nazionali, nelle ore dell’assedio, spiegavano in diretta che dentro la copisteria di Dammartin c’era ancora una persona, forse tenuta ostaggio dai due killer. Era il grafico Lilian Lepère, che è rimasto per otto ore nascosto all’interno dell’edificio all’insaputa dei due estremisti islamici, e che via sms ha dato l’allarme alla polizia. Otto mesi dopo, il 28enne ha deciso di sporgere denuncia contro le due grandi reti generaliste TF1 e France2 e la radio Rmc, colpevoli di aver rivelato al pubblico la sua presenza prima dell’ intervento delle forze dell’ordine.
Secondo l’avvocato del ragazzo, come scrive il quotidiano Le Parisien che cita fonti giudiziarie, i media hanno “fatto correre un rischio certo” al suo assistito, rivelando “in tempo reale” la sua presenza all’interno dello stabilimento, di cui i Kouachi erano ignari. La denuncia ha già portato all’apertura di un’inchiesta da parte della procura di Parigi, alla fine della scorsa settimana.
Ma non è la prima volta che dopo la strage di Parigi si ricorre a vie legali: la scorsa primavera, infatti, erano stati alcuni ostaggi scampati al sequestro del supermercato Hypercacher, in cui si era barricato l’altro terrorista Amedy Coulibaly, a sporgere denuncia contro alcune tv all news, anch’esse ritenute colpevoli di aver rivelato al sequestratore la loro presenza nell’edificio, mentre loro erano nascosti nella cella frigorifera.