L’assegnazione della concessione di coltivazione Casa Tonetto alla Sound Oil era arrivata il giorno 14 Luglio 2015 direttamente dal ministero dello Sviluppo Economico.
Dal documento di approvazione viene fuori che la Regione Veneto ha rilasciato parere favorevole e pure un'”intesa” per il conferimento della concessione. Ma come, non e’ questa la regione di Zaia che si opppone freneticamente – ma solo sulla carta! – alle trivelle in mare? Come sempre, perchè il mare è più importante del Trevigiano? Mistero.
Anche a livello locale il “tuttapposto”: il comune di Spresiano, il comune di Nervesa della Battaglia, il comune di Susegana e la provincia di Treviso hanno detto sì alle trivelle. Cosi pure la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso e la Soprintendenza Archeologica del Veneto. Al massimo hanno messo postille con “la massima attenzione” sulla possibile sismicità indotta o il seguire le prescrizioni dettate dal rapporto Ichese.
Da questa concessione verrà fuori un non meglio specificato “impianto” di trattamento del gas, chiamato “Centrale Casa Tonetto” per appunto trattare il gas che arriva dal pozzo Sant’Andrea. Il gas poi finirà nella “linea di alta pressione” a cento metri da suddetta centrale.
Di quanto gas si parla? Secondo le stime più realistiche, di circa 85 milioni di metri cubi in dieci anni. Cioe’ 8.5 milioni l’anno. L’Italia usa 70 miliardi di metri cubi di gas ogni anno. Ergo, fatta la divisione, il gas di Casa Tonetto ci servirà per lo 0.01 per cento del fabbisogno nazionale. Servirà molto di più per le azioni della Sound Oil, ci scommetto.
La cosa triste è che le Società interessate “potranno richiedere l’attivazione, ove necessario, delle procedure per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, della dichiarazione di pubblica utilità e dell’approvazione di variante urbanistica, in relazione alle esigenze operative del programma di sviluppo e di ricerca del giacimento”.
Cioè possono pure fare gli espropri sul territorio di altri.
Ma la cosa che dovrebbe più far riflettere è l’arrivo della Shell. E’ questa una ditta con decine e decine di casi di soprusi e di sfruttamento scellerato del territorio e della democrazia in tutto il mondo, dall’inqualificabile trattamento riservato alla gente di Nigeria per 50 anni, alla prepotenza che hanno avuto nel voler trivellare l’Artico, nonostante la fragilità di quei luoghi. L’Onu in un rapporto del 2011 dice che ci vorranno almeno 30 anni per pulire tutto lo schifo lasciato in Nigeria, se mai ci si decidesse, e un miliardo di dollari solo per iniziare. Nel 2009 la Shell pagò 15 milioni di dollari per avere collaborato nell’assassinio di Ken Saro Wiwa, l’attivista e poeta di Nigeria che denunciò lo scandalo della compagnia nel suo paese. La Shell è la stessa che ha trivellato Groningen in Olanda, assieme alla Exxon, per più di 50 anni, causando terremoti su larga scala per sua stessa ammissione e pagando pure multe.
Si potrebbe riempire una lunga lista e basta solo mettere su google “Shell pollution” o “Shell corruption” per rimanere letteralmente allibiti. Ai miei occhi sono l’aziendizzazione del male.
Io non ce li vorrei a casa mia, caro Luca Zaia.