Diritti

Gender a scuola? Con Brugnaro si rischia la violenza culturale

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La pazza estate del gender colpisce ancora, verrebbe da dire. E ha colpito anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, con la sua crociata contro i libri per l’infanzia. Sarebbe il caso di riflettere sul perché certe teorie, che trovano visibilità nei media, andrebbero relegate nell’alveo delle leggende metropolitane e, quindi, perché dovrebbero essere viste dalla stampa per lo più come fandonie e non come opinioni. Non escludendo di tornare su questo argomento, in un futuro, è il caso di soffermarsi invece su alcuni aspetti fondamentali della vicenda, che devono essere messi sotto la giusta luce.

Il primo riguarda quelle “favole concepite con l’intento di insegnare ai bambini a rispettare chi è diverso da loro, l’amico disabile, quello con la pelle di un altro colore, quello adottato, l’omosessuale, chi ha due mamme o due papà”. I libri censurati dal sindaco di Venezia servivano non certo a “omosessualizzare” la società, ma a far capire ai bambini e alle bambine che esistono diversi orientamenti sessuali e che questi vanno rispettati. L’omofobia del sindaco, invece, per evitare che ciò possa accadere, fa fuori tutte le altre categorie di “diversi”. E questo ci fa capire perché questo tipo di discriminazione è sempre sbagliata: non è “roba da froci”, come pensa qualcuno. Il caso specifico lo dimostra. Le scuole veneziane sono, con Brugnaro, luoghi potenzialmente più violenti sotto il profilo culturale. Poi, contente le famiglie sul Canal Grande…

Concettualmente irricevibili, ancora, le giustificazioni del primo cittadino stesso, che dice: “Il vizio di fondo è stata l’arroganza culturale con cui una visione personalistica della società è stata introdotta nei nidi e nelle scuole per l’infanzia di Venezia, senza chiedere niente a nessuno, neanche alle famiglie“. Forse il sindaco non sa che nelle scuole si decide tutti insieme. E che i testi in biblioteca non sono imposti con la forza, ma fanno parte di una serie di letture che l’utente può decidere di scegliere. Ma c’è un ulteriore corto circuito, in quelle parole: “Nessun bambino sarà discriminato o trattato diversamente e sarà incoraggiata qualsiasi integrazione, ma va riconosciuta la maggioranza delle persone che hanno una mamma e un papà”. Ma come? La cosiddetta “natura”, applicata al concetto di famiglia tradizionale, che dovrebbe avere la forza di esser tale perché evidente, ha bisogno di essere riconosciuta? Quali sono le delibere che tutelano la facoltà del sole di sorgere a est? E in quale regolamento comunale si è garantito che la pioggia scenda dall’alto verso il basso, quando piove? In quel “va riconosciuta la maggioranza” c’è appunto tutta la debolezza filosofica dell’enunciato. La famiglia tradizionale, per esser più forte, ha bisogno di sentimenti e atti discriminatori contro chi maggioranza non è. Questa la lezione che ci lascia il sindaco di Venezia. Resta da capire se quest’uomo ha agito così o perché mal consigliato o perché, appunto, ignorante. Mistero che andrebbe risolto prima che faccia altri danni al sistema educativo della sua città.

Faccio infine notare un ultimo aspetto, su tutta questa pantomima del “gender”, vero e proprio spauracchio di sentinelle, preti (gli stessi magari che non denunciano atti di pedofilia interni alla loro stessa chiesa), gente che va ai Family Day e fa spallucce di fronte a chi ti dice che se esiste il femminicidio è perché la donna se lo cerca e altra varia umanità che con la scusa di proteggere i bambini poi, chissà perché, dice no al ddl Cirinnà. La mia sensazione è che vogliano rimbecillire la società con l’ennesima arma di distrazione di massa per mantenere uno squilibrio di potere nei rapporti tra uomini e donne. Quello che Foucault chiamava col nome di biopolitica. In altre parole, care famiglie terrorizzate da “dittature” che non esistono, qualcuno vuole che ci sia il maschio che domina e la femmina sottomessa. Cominciando dalle scuole con quelle fandonie sul sesso in aula, che nessuno si sognerebbe mai di impartire ai minori, per evitare che si insegni il rispetto per tutti e tutte. Poi magari ci credete e crescete le vostre bimbe con l’idea che devono tenersi un uomo a tutti i costi. Legnate incluse. Volete questo, per loro? Perché è quel che si rischia stando dietro a preti e santoni che mettono in giro certe storie. E ribadisco: volete questo?