Il legale della ragazza, l’avvocato Stefano De Cesare, depositerà domani una istanza sia al tribunale di Milano che a quello per i minorenni per chiedere che il trasferimento della donna, assieme al piccolo Achille, in una delle comunità Exodus di Don Antonio Mazzi, dopo le dimissioni dalla clinica Mangiagalli
Chiede di essere trasferita insieme al figlio Achille nella comunità di Don Mazzi: è l’ultima richiesta di Martina Levato, condannata a 14 anni insieme ad Alexander Boettcher, compagno e padre del piccolo, per avere sfigurato con l’acido l’ex fidanzato Pietro Barbini. In alternativa la donna chiede di essere trasferita all’Icam, istituto per madri detenute con figli.
Stando a quanto spiegato dal legale della giovane, l’avvocato Stefano De Cesare, probabilmente domani sarà depositata dal difensore una istanza sia al tribunale di Milano che a quello per i minorenni per chiedere che la ragazza venga trasferita assieme al bimbo in una delle comunità Exodus di Don Antonio Mazzi, dopo le dimissioni dalla clinica Mangiagalli.
Nell’istanza, come chiarito dal legale, la difesa proporrà il trasferimento da don Mazzi o all’Icam, ponendo sullo stesso piano le due alternative proposte ai giudici. Dopo l’istanza il pm Marcello Musso e anche quello minorile dovranno formulare un parere. E’ probabile che, proprio a seguito della richiesta della difesa Levato, i tempi per la decisione dei giudici possano allungarsi. Nel frattempo la madre e il bimbo resteranno ancora per qualche giorno alla clinica Mangiagalli. Prima di formalizzare l’istanza, il legale dovrà ricevere un documento di accettazione di accoglienza da parte di don Mazzi, il quale comunque, come precisato dal difensore, avrebbe già dato l’ok spiegando di avere una struttura adatta ad accogliere sia la donna che il suo bambino.
“Siamo pronti ad accoglierli. Eravamo pronti anche prima che Martina partorisse”, ha detto don Mazzi. “Adesso deve calare il silenzio sul caso. Più ne parliamo e peggio è – ha aggiunto -. Serve tranquillità per creare un ambiente sereno, non carcerario e non sotto i rifletto”.
Nato nella notte tra il 14 e il 15 agosto., il bambino era stato allontanato dalla donna che lo ha riconosciuto, senza averlo mai visto. Due giorni fa, però, i giudici del Tribunale dei minori con un provvedimento provvisorio e urgente avevano deciso che la donna può vedere il neonato una volta al giorno. Nelle stesse ore il tribunale, come richiesto dal pm dei minori Annamaria Fiorillo, ha avviato procedura di adottabilità.
Nel frattempo la clinica Mangiagalli è pronta a scrivere al tribunale di Milano, a quello dei Minorenni, al comune e al carcere per comunicare che Martina Levato e il bambino “sono dismissibili”. Sia la madre che il bambino, dicono dalla clinica, stanno bene e avrebbero già potuto essere dimessi “secondo le modalità di una dimissione protetta“, cioè quella che riguarda un parto cesareo. Tuttavia, vista la situazione, la clinica ha ritenuto opportuno prendere tempo, anche dopo il “confronto” con il Comune. Fonti interne alla clinica confermano inoltre di avere ricevuto “richiesta informale” dal comune di Milano di trattenere madre e figlio ancora qualche giorno.