Di fronte ad un flusso migratorio senza precedenti, il governo della Macedonia ha decretato lo stato d’emergenza nel sud del Paese e ha chiuso la frontiera con la Grecia. “In considerazione di una pressione crescente alla frontiera meridionale e di un flusso migratorio più intenso nel corridoio balcanico – si legge in un comunicato del governo di Skopje – si ritiene necessario un controllo più forte ed efficace nella regione frontaliera, dove si registrano passaggi illegali e massicci in provenienza dalla Grecia”. Ivo Kotevski, portavoce della polizia macedone, ha detto che sia l’esercito sia la polizia pattuglieranno da oggi i 50 chilometri di frontiera che separa la Macedonia dalla Grecia in modo da bloccare il “massiccio” flusso di migranti. “Questa misura – ha detto – è stata introdotta per garantire la sicurezza dei macedoni che vivono nelle aree di confine e per assicurare un miglior trattamento ai migranti”. Sino adesso si stima che circa 2000 persone riuscissero a varcare ogni giorno la frontiera, in modo illegale, in quella che veniva descritta come un confine “poroso”.
Quasi 39mila migranti, la maggior parte di loro siriani, hanno attraversato la Macedonia lo scorso mese, il doppio del mese precedente; centinaia di migranti approdati in questi giorni sull’isola di Kos, in Grecia, avevano in programma di dirigersi in Macedonia. Migliaia di migranti sono dunque bloccati vicino alla cittadina di Gevgelija, nella “terra di nessuno” che si estende tra la Macedonia e la Grecia, da dove speravano di prendere un treno per raggiungere i confini con l’Ungheria.
Il premier macedone Nikola Gruevski intende fare ricorso alle forze armate. La polizia macedone, secondo quanto riferiscono media locali, ha bloccato il confine sull’autostrada che collega Skopje con Atene, lasciando migliaia di persone in una “terra di nessuno” e consentendo solo a piccoli gruppi di attraversare il confine. L’obiettivo immediato è quello di allentare la pressione su Gevgelija, la città di confine con la Grecia dove i migranti continuano a prendere d’assalto in direzione della Serbia, come sta accadendo ormai da giorni. “La compagnia ferroviaria macedone non ha più capacità di portare tutti coloro che vogliono viaggiare verso paesi dell’Europa occidentale”, ha detto il capo delle Ferrovie dello Stato Nikola Kostov sul canale televisivo Telma. “La situazione è allarmante”, ha aggiunto.
Papa Francesco si rivolge ai cristiani: “Dovete accogliere i forestieri”
Sul tema dell’immigrazione si è soffermato di nuovo anche Papa Francesco che ha presentato la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Migranti e rifugiati ci interpellano: la risposta del Vangelo della misericordia” è il tema dell’evento internazionale. Il pontefice ha invitato inoltre “il popolo cristiano a riflettere durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale, tra cui si trova quella di accogliere i forestieri”. Con la Giornata mondiale, che si inserisce nel contesto del Giubileo straordinario della misericordia, “si vuole fare presente la drammatica situazione di tanti uomini e donne, costretti ad abbandonare le proprie terre. Non si devono dimenticare – ha spiegato il Pontificio consiglio per i migranti – le attuali tragedie del mare che hanno per vittime i migranti. La Chiesa è sempre chiamata ad annunciare la liberazione ai prigionieri di nuove schiavitù”.
Firmata intesa Parigi-Londra per l’emergenza Calais
Un accordo, nel frattempo, è stato siglato tra Francia e Regno Unito per l’emergenza migranti a Calais, dove attualmente sono accampate oltre 3mila persone pronte a raggiungere le coste britanniche. Dal primo giugno 9 migranti sono morti mentre provavano ad attraversare il Canale verso il territorio britannico. I ministri dell’Interno francese Bernard Cazeneuve e l’omologa britannica Theresa May, che era in visita nel nord della Francia, hanno firmato un’intesa che prevede il rafforzamento dei controlli. In particolare, è stata annunciata la creazione di un centro congiunto di crisi per trovare e smantellare le organizzazioni criminali che lucrano sui viaggi della speranza degli immigrati. I due Paesi si impegnano a schierare più agenti all’ingresso e intorno al Canale della Manica e Londra stanzierà 10 milioni di euro nei prossimi due anni per la costruzione di nuove recinzioni, videocamere e vari equipaggiamenti per mettere in sicurezza la zona. Novità emersa dall’accordo è l’incremento degli aiuti umanitari, con l’assegnazione di case a sostegno delle famiglie in condizioni più difficili. Ma se da una parte per il rafforzamento delle misure di sicurezza è già stato definito l’impegno economico, ancora non è stato precisata la cifra che servirà a realizzare questo progetto.