Il circuito belga era il preferito del campione austriaco che, ironia della sorte, qui ha corso poche volte. Memorabile nel 2000 la vittoria del pilota della McLaren che superò Schumacher in modo magistrale (foto). Ed è qui che domenica la Ferrari festeggerà la sua novecentesima competizione
Quello che trascorri guidando a Spa è il tempo meglio ripagato nella vita di un pilota. A pensarlo è Niki Lauda, uno che – ironia della sorte – a Spa ha potuto correre poche volte. Ma il circuito belga non ha certo bisogno di presentazioni. Anche perché basta e avanza il biglietto da visita costituito da Eau Rouge e Raidillon, la sequenza di curve probabilmente più famosa e incredibile dell’intero circus. Una curva da percorrere senza mai alzare il piede dall’acceleratore, con il fiato sospeso. Proprio come fece esattamente 15 anni fa Mika Hakkinen in modo geniale, scegliendo quel muro dopo il rettilineo che segue il tornante della Source per sorpassare all’interno Michael Schumacher e la Bar del doppiato Ricardo Zonta.
Il re di Spa però è un altro finlandese: Kimi Raikkonen, vincitore di quattro gran premi e recordman assoluto fra i piloti in attività, che ha appena rinnovato l’accordo per un altro anno per rimanere con la Ferrari. Quattro vittorie proprio come Jim Clark, due in meno di Schumi. Mentre Ayrton Senna, che a Spa al suo primo anno con la Lotus salì sul gradino più alto del podio per la seconda volta in carriera, qui vinse in tutto cinque gp.
Ma fu anche protagonista – proprio come Clark – di un fenomenale filotto di vittorie, con la McLaren, dal 1988 al 1991. La stessa Casa con la quale a Spa iniziò a vincere Raikkonen, nel 2004. E continuò fino al 2009, dopo il passaggio nel 2007 al Cavallino rampante e l’ultimo titolo mondiale di un pilota Ferrari. Fu interrotto solo dall’allora compagno di box Felipe Massa nella stagione precedente.
Quella del 2009, con Kimi, è anche l’ultima vittoria della Ferrari nel Gp del Belgio. Successi più recenti sono quelli di Sebastian Vettel, nel 2011 e nel 2013 con la Red Bull. Seb, al suo gran premio numero 150, è reduce dalla vittoria in Ungheria. Un trionfo che lo ha portato ad eguagliare il mito Ayrton Senna a 41 successi, e a 42 punti dal leader della classifica Lewis Hamilton.
L’idea di lottare per il titolo mondiale resta, anche se questo sarà l’obiettivo della Rossa dalla prossima stagione. In questo momento invece è meglio vivere gara per gara. Sperando forse nella pioggia e tenendo ben presente che quella di Spa è una pista dove il motore conta molto, e quindi la favorita non può che essere la Mercedes. Anche perché in Ungheria, per la prima volta, entrambi i piloti della scuderia tedesca non sono saliti sul podio. E a Spa tra i due i conti sono ancora aperti, dopo lo scontro della scorsa stagione che provocò la foratura della gomma di Hamilton e contribuì alla vittoria della Red Bull di Daniel Ricciardo.
A 12 mesi di distanza, la scuderia austriaca potrebbe ora dire addio (con un anno di anticipo) ai motori Renault e trovare un accordo con la Mercedes. Un’intesa che potrebbe rilanciare le ambizioni del team. La Ferrari, invece, i motori li fornirà al team del magnate americano Geen Haas, che l’anno prossimo farà il suo esordio in Formula 1, quasi sicuramente con i ferraristi Esteban Gutierrez ed Eric Vergne al volante. Intanto, però, a Maranello festeggiano il gran premio numero 900: con 223 vittorie all’attivo, cioè una ogni quattro gare disputate, 688 podi, 207 pole position e 31 titoli mondiali tra costruttori e piloti. Aspettando Monza, ovviamente.