Il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher sarà affidato ai servizi sociali del comune di Milano. Perché la Levato non “è in grado, per quanto emerso sinora dagli atti, di potersi occupare adeguatamente del figlio”. La madre, che ha partorito il bambino a Ferragosto, dovrà tornare nel carcere di San Vittore. “La vicenda criminosa” evidenzia da parte sua “un’assenza di pensiero e di sentimento rispetto alla vita”. Sono queste le conclusioni del Tribunale dei minori che ha disposto che ad Achille (questo il nome del bimbo) venga assegnato un posto in una comunità per soli bambini. I giudici sostengono che il “progetto procreativo” della coppia si sia sviluppato “insieme al progetto criminoso” e non sembra “espressione dell’amore di due genitori”.

La famiglia – mamma, papà e nonni – potrà vedere il bambino in incontri protetti e regolati dai servizi sociali. Entro il 30 settembre nell’ambito del procedimento di adottabilità è attesa una relazione, sempre degli stessi servizi, sul nucleo familiare dai giudici minorili. Una scadenza che non ha soddisfatto l’avvocato Laura Cossar, legale dei genitori di Martina: “Il tempo che è stato concesso potrebbe non essere sufficiente per una valutazione”.

L’avvocato Andrea Orabona, legale di Stefano Savi, studente universitario 25enne che, secondo le indagini, venne sfigurato così come Pietro Barbini ha commentato: “Il paradosso è la vittimizzazione della coppia a cui, si dice, sarebbe stato strappato il bimbo, quando in realtà il tema centrale di questa vicenda sono le aggressioni micidiali che hanno causato sofferenza alle vittime”. Il legale, che in questi giorni ha parlato con i genitori di Savi, ha aggiunto: “Capisco la situazione di questo bambino, ma il nostro auspicio è che non si dimentichino le vere vittime della vicenda e di quelle aggressioni micidiali e che non si cada nel paradosso di rendere vittima la coppia”.

Nell’ordinanza il Tribunale dei minori cita la perizia psichiatrica che nel processo penale aveva valutato la giovane come “soggetto borderline e pericoloso socialmente”, come Boettcher. E riguardo a questi riferimenti, l’avvocato Cossar, ritiene che non siano appropriati perché la perizia era stata disposta in un altro procedimento, quello penale. Il 16 agosto era stato depositato al Tribunale dei minori un ricorso per l’adottabilità del bambino della coppia. Martina Levato, è stata condannata a 14 anni per le aggressioni con l’acido insieme al compagno Alexander Boettcher.

Stamattina l’ex studentessa della Bocconi attendeva la decisione dei giudici con il suo bambino all’interno della clinica milanese Mangiagalli. “Ho visto mamma e bimbo alle 10.30 in ospedale e stanno bene”, aveva confermato l’avvocato Stefano De Cesare, legale della Levato. I medici dell’ospedale avevano poi firmato la lettera di dimissioni della ragazza e figlio, in seguito separati. Il bimbo è uscito dalla clinica di Milano, intorno alle 12.30, ed è stato portato in una comunità protetta per minori che non è stata resa nota. Martina Levato, dopo che le era stata comunicata la decisione dei giudici minorili, da quanto riferito dal suo avvocato, si era intrattenuta a lungo con i suoi genitori. Secondo il legale, le “condizioni fisiche” della donna non erano “adatte” per il trasferimento in carcere. Intorno alle 15.30 la madre è stata portata a San Vittore.

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