Calo di consensi e maggioranza che scricchiola al Senato per il premier. Ma, in attesa della ripresa dei lavori parlamentari a settembre, intervengono a sostegno del premier 209 esponenti dell'elite economico-finanziaria, che comprano una pagina del quotidiano di Via Solferino per evidenziare il suo "coraggio" ed elencare gli obiettivi raggiunti. Anche se ricordano che "molto rimane da fare"
“In soli 18 mesi finalmente questo governo ha realizzato ciò che nessuno era riuscito a fare prima e senza i soliti compromessi al ribasso”. Pagina 22 del Corriere della Sera, sabato 22 agosto. In testa la scritta “Noi continuiamo a sostenere Matteo Renzi!” e sotto tutti gli obiettivi raggiunti o “in via di conclusione” dell’esecutivo guidato dal segretario Pd. Che, nel momento di maggiore difficoltà politica – tra calo dei consensi elettorali sotto il 30% fino alla minaccia del Vietnam parlamentare della minoranza Pd sul Senato elettivo e di una maggioranza che scricchiola a Palazzo Madama – incassa il sostegno della borghesia del Nord.
Sono in tutto 209 i firmatari dell’appello sul quotidiano di Via Solferino, che lo sottoscrivono in calce – in piccolo – con nomi e cognomi. Tutti esponenti autorevoli del mondo della finanza, (inclusa Roberta Furcolo, la moglie dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel) divisi tra avvocati d’affari, consulenti finanziari, manager e imprenditori. Chiedono a Renzi “e ai parlamentari che dicono di sostenerlo ad andare avanti” e a opporsi con decisione ai professionisti del no”, ma vogliono coinvolgere anche i “cittadini interessati alle sorti del Paese“. Vorrebbero che si manifestassero “pubblicamente”, ad esempio con “lettere al giornale, interventi sui blog o altro”.
Per chi firma sono tanti i risultati raggiunti, anche se ammettono che “molto, certamente, rimane da fare”. Ad esempio? “Interventi decisi che impongano la moralizzazione della classe politica“, continuo contrasto “alla corruzione e alla criminalità organizzata” – anche se tra gli obiettivi raggiunti elencano l’approvazione del ddl Grasso – e interventi per porre al centro “una autentica cultura della responsabilità“. Poi invitano l’esecutivo a “impostare una strategia di comunicazione continuativa e mirata per mantenere un filo diretto con il Paese“.
I nomi – Ma, scendendo più nel dettaglio, chi sono i firmatari? Si tratta di professionisti dei salotti buoni, del mondo dell’economia e della comunicazione finanziaria, avvocati d’affari manager e imprenditori, tutti sponsor del premier. Che è un “uomo politico” determinato a “cambiare davvero le cose in questo Paese, nonostante quotidiano tentativi di fermarlo e condizionarlo in ogni maniera e forma”. C’è Roberta Furcolo, ex dirigente di Intesa San Paolo e nota per essere la moglie di Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Che, peraltro, già a ottobre 2014 sottolineava l’esigenza di “sostenere gli sforzi del governo (Renzi, ndr) per rendere più competitivo il sistema Italia”.
Oltre a essere Executive Board Member di Aon SpA, multinazionale del settore assicurativo, si è parlato di lei quando il 21 febbraio 2012, durante un incontro a Piazza Affari con l’allora presidente del Consiglio Mario Monti e davanti a 400 esponenti della finanza chiese riguardo l’agenda del governo: “Si prevede di attaccare la casta e ridurre il peso della macchina dello Stato?”. E un suggerimento: “Non cercate troppo il consenso delle parti sociali“. Il premier rispose scherzando: “Se l’accordo non arriverà in tempo o non sarà completo mi ricorderò di lei”.
Nella lista dei firmatari, poi, c’è Chicco Testa, presidente – tra le varie cariche – di Sorgenia e Assoelettrica. E poi Guido Roberto Vitale (consulente finanziario e fondatore della Vitali&Co.), Giovanni Tamburi (ex banchiere d’affari e finanziere), Andrea Casalini (amministratore delegato di Eataly Net, società di e-commerce legata al gruppo di Oscar Farinetti), Auro Palomba (esperto di comunicazione finanziaria e fondatore della società di “reputation” Community) e il nobile Gaddo della Gherardesca.
Si aggiungono anche Paolo Colonna (ex presidente della società di investimento Permira) e Paolo Cuccia (presidente del Gambero Rosso holding con un passato in Capitalia, Eur, Citicorp, Bulgari, Abn Amro e Acea). Ma questi sono solo alcuni. In attesa del test al Senato, per ora Matteo Renzi può contare sul sostegno della borghesia del Nord. Con tutti i suoi nomi e cognomi.