Un’imbarcazione che avrebbe potuto trasportare, al massimo, 30 passeggeri. Riempita oltre ogni limite, 432 esseri umani, molte donne e molti bambini. Stava imbarcando acqua il barcone il 19 agosto, quando la vedetta italiana ha tratto in salvo, a 160 miglia nautiche da Capo Passero, centinaia di persone. Oggi la polizia di Palermo ha arrestato sei presunti scafisti egiziani. Fondamentali le dichiarazioni dei trasportati. Oltre a denunciare le precarie condizioni di viaggio, hanno riferito alle forze dell’ordine del riscatto chiesto dai trafficanti ai familiari.
359 migranti sono stati fatti sbarcare a Palermo dalla nave della capitaneria di porto Ubaldo Diciotti. La vedetta italiana ha evitato che affogassero decine di siriani, egiziani, palestinesi, iracheni, etiopi, eritrei, somali, e sudanesi. Una settantina di passeggeri è stata fatti sbarcare a Taranto. Si è appreso che i migranti, tra i quali 56 minori e 60 donne, erano partiti dall’Egitto e non dalla Libia, a fronte del pagamento di 2000 dollari ciascuno.
Molti di loro, hanno raccontato, sono stati percossi durante il tragitto e parte dei 432, donne e bambini compresi, sono stati costretti sotto coperta con il portellone chiuso. Tra le persone ascoltate dalla Squadra Mobile ci sono molti passeggeri-migranti che in patria sono ingegneri e marittimi. Durante le fasi della partenza da Alessandria d’Egitto hanno intuito che il barcone non avrebbe retto il peso di tante persone quante volevano imbarcarne gli scafisti. Con una protesta prima della partenza hanno evitato che un altro centinaio di persone fossero fatte salire, su quella imbarcazione, evitando che il numero totale dei migranti potesse arrivare a circa 550.