Perfettamente inutile che il pubblico si entusiasmi, sembra voler dire il creatore dell’ultima trovata di fine estate. “Perché Dismaland sarà l’attrazione turistica più deludente di tutto il Regno Unito”, ha sicuramente detto il suo principale artefice, l’artista più anonimo di tutti, ovvero Banksy. Eppure, stando alle prime recensioni e alle prime reazioni in arrivo dal web, il parco giochi più alternativo di sempre, in una località inglese per nulla ridente, promette di essere un vero e proprio successo di pubblico. I media mondiali, del resto, da quando si è iniziato a pensare che Banksy stesse per inaugurare Dismaland, non hanno fatto altro che spingere sulla novità, stimolando in molti persino il dubbio che si trattasse di una trovata pubblicitaria ‘a effetto’. Invece Dismaland è lì e nella prima giornata di apertura, venerdì 21 agosto, migliaia di persone hanno fatto la fila, in realtà a partire già dalla notte precedente, per potersi aggiudicare un economico ma agognato biglietto a tre sterline, poco più di quattro euro al cambio attuale.
Sui social network e nei commenti sui giornali, già pochi giorni dopo l’apertura, è tutto un fiorire di “eccezionale”, “meraviglioso”, “profondamente scioccante”. A Weston-super-Mare, nel Somerset, quindi nell’Inghilterra occidentale, è da molto tempo che le orde di turisti sono venute a mancare, a causa di un turismo che non si è mai consolidato. Eppure adesso sono previste migliaia di persone al giorno, considerando che Dismaland è a numero chiuso, 4mila biglietti disponibili per ogni giornata di apertura, ma anche che Weston-super-Mare diventerà per qualche tempo il rifugio britannico di tutti gli amanti – e sono tantissimi – di questo artista nato come graffitaro e le cui opere ora valgono milioni di sterline. I primi a visitare il Dismaland Bemusement Park sono stati 1.000 fortunati cittadini dello stesso Somerset, estratti attraverso una specie di lotteria che si basava sul codice postale di residenza. Esclusi, chiaramente, i bambini, per le scene molto crude e spesso rivoltanti.
Banksy è stato aiutato nella sua opera da tanti altri artisti, come l’altro genio dell’arte britannica contemporanea, Damien Hirst. Ma più che le grandi firme, a colpire è la filosofia che sta dietro a ogni installazione. Si può guidare su un lago artificiale, con un radiocomando, una barca piena di migranti e rifugiati di guerra. Ancora si può osservare una carrozza capovolta finto-disneyana con una principessa appena venuta a mancare per un incidente. Oppure si può fare una pesca alla paperella, come quelle disponibili nei migliori parchi di divertimento, ma dove ogni paperella è in realtà un piccolo mostro. Una ‘anti-Disneyland’, come è stata ribattezzata l’attrazione, ma che in realtà è capace di far riflettere sicuramente molto più di un tradizionale parco a tema.
Riflettere, disgustarsi, arrabbiarsi. Stupisce una delle reazioni dei primi visitatori, che dovrebbero aspettarsi una cosa di questo genere dall’estro di Banksy e che invece hanno spesso commentato in modo negativo, sui social network, un aspetto determinante di tutta Dismaland. Tutti gli addetti ai lavori del parco sono volutamente sciatti, maleducati, indifferenti alle richieste dei visitatori e ‘disturbanti’. Per il visitatore, è quasi come dover andare per forza a un pranzo organizzato da una famiglia di cui odia ogni componente. E dover fare finta di apprezzare il pasto e la compagnia, pena forse una punizione corporale. Questa è Dismaland. Forse Banksy vuole proprio che ci arrabbiamo. Perché sono soprattutto le sensazioni forti ad avere senso nella sua arte e nella sua visione del mondo.