“È uno scandalo, sul serio”. George Pell, primo prefetto per l’economia della Santa Sede, uno degli uomini più potenti in Vaticano dopo Bergoglio, parla così della vicenda dei conti allo Ior, l’Istituto opere religiose del Vaticano, riferibili ad alcuni ex dirigenti della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. La struttura, ora in crisi e con tante persone che rischiano di perdere il lavoro, era salita agli onori delle cronache nei mesi scorsi, quando la procura della Repubblica di Trani aveva chiesto gli arresti domiciliari (poi negati dal voto di Palazzo Madama) per il senatore Ncd Antonio Azzollini, proprio in merito alla vicenda del crac della CdP.
Ora il Fatto Quotidiano ha scoperto che circa 8 milioni di euro depositati dall’ex vicepresidente della Divina Provvidenza, Lorenzo Leone, scomparso quasi 20 anni fa, finiranno in eredità a due suoi nipoti. Questi ultimi, grazie alla volontary disclosure voluta dal governo Renzi, potranno legittimamente riportare in Italia e incassare, semplicemente pagando le tasse, quei denari custoditi per decenni nelle casse vaticane. Ma i soldi, secondo i pm di Trani, sarebbero almeno in parte il frutto delle appropriazioni indebite del nonno ai danni della Cdp. “Io non sono responsabile per lo Ior, ma ovviamente seguo la storia”, spiega il cardinale Pell interpellato da ilfattoquotidiano.it sulla vicenda, a margine di un convegno al Meeting ciellino di Rimini.
Nella sua risposta il porporato australiano, considerato un superministro dell’economia e uomo di fiducia di Papa Francesco, non entra direttamente nel merito degli 8 milioni di euro. Tuttavia sulla vicenda più generale del crac della Divina Provvidenza non si tira indietro e replica alle domande: “Hanno studiato tutti i conti, uno per uno – dice riferendosi ai funzionari dello Ior – C’erano alcuni conti su cui non era possibile prendere una decisione… per diversi motivi che io non conosco intimamente. Ma anche noi dobbiamo seguire le regole, lo Ius, le leggi. Io conosco soltanto quanto ho letto nei giornali su questa Casa della Provvidenza. Ma se la verità è come viene descritta sarebbe uno scandalo, sul serio”. Quanto alla possibilità di bloccare quei fondi in uscita dalle casse dello Ior, Pell è “sicuro che faranno tutto il possibile secondo la legge”.