La lettera e la traccia argentina
I magistrati non hanno mollato l’osso e hanno spedito in Vaticano una seconda rogatoria alla quale nel settembre 2014 il Vaticano ha risposto con gli estratti conto dei nipoti. Su quelli accesi a nome di Lorenzo Leone Procacci ci sono 4,8 milioni (4.831.250) di dollari americani e un milione (1.002.743) di euro, mentre sui conti di Pasquale (per via dei maggiori prelievi) ci sono 3 milioni (3.076.546) di dollari Usa e 213.040 euro. Il totale fa 8,3 milioni di euro.

Nel 1997, quando fu rimosso, il vicepresidente Leone scrisse una lettera in cui ricordava alle suore che l’Istituto aveva 60 miliardi di lire a cui attingere da un conto Ior per le sue opere, anche in Argentina. Grazie a lui. Ma secondo i pm “nella lettera di Leone venne volutamente omesso un ‘piccolo’ dettaglio: ogni riferimento a quello che lo stesso Comm. Leone aveva accumulato negli anni presso lo Ior (ma anche presso banche italiane) per se stesso (…) È dunque altamente probabile che la sconfinata ricchezza accumulata dal Leone in favore delle suore, dello stesso commendatore e dei suoi nipoti non poteva avere altra origine se non quella delle casse della Casa della Divina Provvidenza”. Il Fatto ha poi scoperto che negli ultimi decenni del secolo precedente sia Lorenzo Leone sia la figlia accumularono anche un cospicuo patrimonio immobiliare, composto di una ventina di appartamenti e magazzini nel centro storico di Trani e poi villette e terreni nelle campagne, il tutto passato ai nipoti negli ultimi anni.

Oggi Lorenzo e Pasquale sono cointestatari di una trentina di immobili a Trani più due appartamenti a Roma a Monte San Gallo (comprati nel 1971 e 1979 dalla madre) vicino a San Pietro, e due a Pescasseroli, località sciistica abruzzese. È un patrimonio di cui possono disporre come vogliono. Per esempio il 23 marzo 2015, i due fratelli hanno venduto una villetta con un terreno nella contrada Matinelle di Trani per 300 mila euro. L’immobile era stato ereditato dai due nel 2011 alla morte della mamma Anastasia che lo aveva avuto a sua volta ereditato dal padre nel 1998, assieme ad altri 18 immobili, a cui vanno aggiunte le case comprate dalla figlia e dai nipoti quando il Commendatore era vivo.

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