Siamo nello stato del Kerala, nel sud dell’India. Il primo ministro dello stato, Oommen Chandy ha qui inaugurato il giorno 17 Agosto 2015 un impianto da 12 MW con 46,000 pannelli solari sparsi per i 45 acri del complesso aeroportuale. Genereranno elettricità sufficente ad alimentare tutto l’aeroporto.
L’ente aeroportuale del Kerala, il Cochin International Airport Limited, aveva iniziato in modo molto semplice nel 2013, installando un sistema fotovoltaico sul tetto degli arrivi. Pian piano ne hanno aggiunti su vari hangar dell’aeroporto fino ad arrivare all’autosufficienza di questi giorni.
In totale da allora si stima che siano stati risparmiati circa 550 tonnellate di CO2 dall’essere immesse in atmosfera. Anzi, si stima che nei prossimi 25 anni la solarizzazione dell’aeroporto porterà al risparmio di circa 300,000 tonnellate di CO2 emesse da impianti a carbone, l’equivalente di quanto assorbirebbero 3 milioni di alberi.
Un po meno di sette milioni di persone l’anno transitano per l’aereoporto di Cochin. Eventuale energia in eccesso sarà venduta allo stato del Kerala.
Esiste un altro esempio di aeroporto carbon-free. E’ il piccolo aereoporto di Baltra, nelle isole Galapagos che invece va a sole per il 35% e a vento per il restante 65%. Ogni anno passano qui 300,000 persone. Le Galapagos, World Heritage Site dell’UNESCO, sono famose per la spettacolare natura e perché Darwin sviluppò qui la sua teoria sull’evoluzione delle specie. L’aeroporto è stato rimodernato da poco per far fronte all’aumento del turismo: per farlo hanno riusato l’80% del materiale precedente. Il responsabile dell’aeroporto, Jorge Rocillo, ha detto che l’aver costruito un impianto il più sostenibile possibile che riesce a bilanciare tecnologia e rispetto dell’ambiente è l’eredità che vogliono lasciar dietro.
Questi esempi mostrano che si può fare tutto. Basta solo volerlo.
Qui le immagini degli aereoporti di Cochin e di Baltra.