treno francia 675

Sventato l’ennesimo attacco terrorista da parte di un lupo solitario simpatizzante del movimento jihadista pro ISIS in Europa, oppure ciò che è successo sul treno francese Thalys, che fa la spola tra Amsterdam, Bruxelles e Parigi, era solo un tentativo di rapina da parte di un delinquente inesperto?

Chissà se mai sapremo la verità. Ciò che è certo è che questo incidente ha rispolverato in Europa, e in parte anche negli Stati Uniti, la paura del terrorismo del fondamentalismo islamico.

Se ne parla su tutti i media, anzi, non si parla d’altro. Ma la narrativa usata nasconde il problema di fondo, che gli stati europei faticano ad arginare i nuovi attacchi terroristi e l’aumento della criminalità spicciola. Il presidente francese e quello americano si sono precipitati a lodare, giustamente, i passeggeri che con grande coraggio ed eroismo hanno disarmato il 26 enne marocchino, evitando un bagno di sangue. Le biografie degli eroi riempiono le pagine dei giornali, sono loro i protagonisti di questa storia. Del presunto terrorista si sa ben poco, ma quel poco che sappiamo è sufficiente per farci riflettere su come viene gestita la minaccia del fondamentalismo islamico in casa nostra e su come viene ignorato il fenomeno della criminalità in Europa. Di questo però nessuno parla.

 Ayoub El Khazani, questo il presunto nome del marocchino, aveva frequentato gruppi estremisti islamici. Questo quanto detto dalle autorità spagnole a quelle francesi quando El Khazani si è spostato, nel 2014, dalla Spagna alla Francia. Perché non è stato messo sotto sorveglianza? La risposta è semplice, non era stato classificato come appartenete a qualche cellula jihadista né come militante di movimenti estremisti, come tutti i giovani mussulmani in Europa aveva frequentato gente sospetta ed era stato segnalato, tutto qui.

A quanto pare però dalla Francia, il giovane ha viaggiato in Siria, non si sa bene perché, ne per quanto tempo. Se questa notizia è vera, allora diventa seria la mancanza dell’anti-terrorismo francese, e cioè il non averlo messo sotto sorveglianza al suo rientro in Francia.

Altra questione importante, dove e come si è procurato le armi El Khazani? E’ vero che in Europa dalla caduta del muro di Berlino il mercato delle armi è cresciuto a dismisura, è anche vero che il crimine organizzato, specialmente quello proveniente dalla Russia e dall’ex est europeo, lo gestisce e lo fa sempre meglio, ma è anche vero che per un mussulmano senza alcun legame sicuro con gruppi jihadisti o criminali, non è semplice acquistare una Kalashnikov.  O forse non è cosi? Ancora non sappiamo con certezza come gli altri lupi solitari jihadisti che hanno attaccato Parigi e Copenaghen si sono procurati le armi. E’ davvero così facile farlo? Allora, forse, bisognerebbe cercare di fare qualcosa a riguardo, l’Europa non è  come gli Stati Uniti dove si può entrare da Wall-Mart e comprare una pistola.

Terzo punto, la sicurezza sui treni. E di questo si potrebbe parlare per ore ed ore. In Italia ed in Europa girano bande che regolarmente rapinano la gente sui treni, di storie così ce ne sono a josa, ma non è stato fatto nulla per proteggere i passeggeri.

Che si tratti di un attacco terrorista o di una semplice rapina, l’intervento dei passeggeri ha evitato quella che poteva diventare una carneficina proprio a causa della presenza delle armi nelle mani di Ayoub El Khazani. Insomma, in questo caso specifico si è trattato di un colpo di fortuna, se su quel vagone ci fossero stati altri passeggeri, meno coraggiosi o più anziani, le cose sarebbe andate diversamente. Possiamo lasciar gestire al fato l’esodo di questi attacchi o rapine?

Entrambi i moventi sono seri, anzi serissimi, perché se fosse vero che il giovane marocchino voleva rapinare i passeggeri e per farlo si era procurato armi d’assalto, allora c’è da aver paura che la criminalità spicciola sia disposta a tutto, anche a far fuori decine di persone che viaggiano su un treno pur di rapinarle.

Certo suggerire questo tipo di riflessioni quando nella capitale italiana i mafiosi vengono seppelliti come se fossero angeli o santi o benefattori della comunità, non è facile, ma da qualche parte bisogna pur cominciare a scuotere gli europei dall’illusione di pace e prosperità in cui da anni sono prigionieri.

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