“Un soggiorno emozionante in un luogo simbolico, a pochi passi dal centro, dove i tedeschi il 25 Aprile1945 firmarono la resa con i partigiani genovesi, una firma per la pace e la riconciliazione dei popoli”. Il luogo simbolico al quale accenna l’annuncio sulla pagina web è Villa Migone, nel quartiere genovese di San Fruttuoso. In una stanza al piano nobile della cinquecentesca dimora, la sera del 25 aprile 1945 il comandante del presidio tedesco di Genova, generale Guenther Meinhold, si arrese al CLN, rappresentato da Remo Scappini, operaio comunista, suo presidente. Fu l’unico caso in tutta l’Europa in cui la forze armate del Terzo Reich cedettero le armi alle forze partigiane, anziché ai comandi alleati. Dal giugno scorso, alcune stanze di Villa Migone sono state trasformate in un raffinato ben & breakfast. Due camere da letto, una matrimoniale e una singola, al costo di 107 euro a notte. Soggiorno minimo due notti. Cinque famiglie francesi hanno soggiornato in villa, affascinate dalle sue vicende storiche. Hanno visitato la sala della resa, rimasta intatta (tappezzerie, arredi, mobilio) che accolse le due delegazioni in quella lontana sera di aprile di 70 anni fa.
La ragione della metamorfosi la spiega il professor Giagiacomo Migone, 75 anni, comproprietario con la sorella e con alcuni cugini dell’antica dimora gentilizia, già residenza di campagna della famiglia Sauli, passata ai Migone nel Settecento. “Sette-otto anni fa avevamo completato le pratiche per avere accesso ai finanziamenti dello Stato che assicurava sostegni finanziari alle dimore di valore artistico e storico. Ma la voce di bilancio era stata cancellata e non ricevemmo un euro. Più di recente, il Consiglio regionale della Liguria, per iniziativa del suo presidente, Mino Ronzitti, aveva preso in affitto per un paio d’anni il primo piano della villa, dove si trova la sala in cui venne firmata la resa dei tedeschi. Duemilacinquecento euro al mese, trentamila euro l’anno. Con quei soldi avevamo iniziato la manutenzione di un edificio di quattro piani che richiede interventi continui, al tetto, alle facciate, alle strutture stesse. Purtroppo l’affitto è stato disdetto circa un anno e mezzo fa e siamo rimasti senza entrate. Dovevamo inventarci qualche soluzione… Sa, scherzando in famiglia ci definiamo “Finti ricchi e finti poveri””.
L’idea di trasformare una porzione della villa in Bed & Breakfast è venuta a Migone pescando nei ricordi di ragazzo e nelle sue esperienze in giro per il mondo. “Sono nato a Stoccolma, mia madre era svedese – racconta al fattoquotidiano.it – e ho appreso che in Svezia, così come nel Regno Unito e in genere nel Nord Europa, è usuale trasformare dimore storiche e d’arte, mettendole, a vario titolo, a disposizione del pubblico. Mi piacerebbe fare lo stesso a villa Migone, se riuscirò a rinfrescarla a dovere. Riservarne una parte alle visite del pubblico, a cerimonie, incontri, manifestazioni. Sarebbe un modo per assicurare una rendita con la quale provvedere regolarmente alle manutenzioni. Interventi ogni 40-50 anni, come è avvenuto finora, sono molto costosi… Ovviamente la villa resta a disposizione gratuitamente per le cerimonie ufficiali legate al 25 aprile”.
Migone ha un passato da politico, è stato senatore con i Democratici di sinistra, a palazzo Madama per nove anni, dal ‘92 al 2001, ed è stato presidente della Commissione Esteri per sette, dal ’94 al 2001. Ha ricoperto incarichi in sede Onu e Nato e ha sempre considerato Villa Migone (di cui è comproprietario per due terzi, assieme alla sorella) un bene destinato al pubblico in occasioni speciali quali la ricorrenza del 25 aprile. A Villa Migone, negli anni, hanno fatto visita due presidenti della Repubblica, Scalfaro e Napolitano, il presidente dell’Europarlamento, il tedesco Martin Schultz e il 25 aprile 2009 l’ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner che, con quel gesto di omaggio alla memoria, volle sancire la definitiva riconciliazione tra Italia e Germania dopo gli orrori della guerra.