La cooperativa che lavora per il colosso dello shopping online ha lasciato a casa le dipendenti, impiegate ai magazzini dell'Interporto di Bologna. Il sindacato: "Ci opporremo. E a settembre partirà una denuncia verso qualcuno dei piani alti dell'azienda committente”
Licenziate per aver rifiutato un cambio di mansione o di sede lavorativa. Si riaccende la protesta alla Mr Job di Bologna, la cooperativa della logistica che lavora in appalto per il colosso dello shopping online Yoox. A dare il via a una nuova stagione di mobilitazioni capitanate dal Si Cobas è la decisione, presa dall’azienda, di lasciare a casa otto lavoratrici dei magazzini dell’Interporto emiliano romagnolo, responsabili di aver rifiutato, secondo il sindacato, di cambiare mansione oppure sede di lavoro. “Otto licenziamenti, che però sono destinati a salire di numero – precisa il Cobas – Noi ci opporremo, siamo pronti a mettere in campo forme di lotta adeguate. E a settembre partirà una denuncia verso qualcuno dei piani alti della Yoox, l’azienda committente”.
Una vertenza, quella della Mr Job di Bologna, circa 300 operai, iniziata più di un anno fa, quando per la prima volta i lavoratori della cooperativa che confeziona gli abiti per conto di Yoox, soprattutto donne, bloccarono i cancelli del magazzino per protestare contro abusi in fabbrica, turni di lavoro troppo pesanti, ma anche intimidazioni, rimproveri, offese e avance sessuali ai danni delle dipendenti. Il caso, dopo una denuncia presentata da 11 lavoratrici, finì sul tavolo della Procura di Bologna, che sulle condizioni di lavoro alla Mr Job aprì un’inchiesta, al centro della quale finì l’ex responsabile del magazzino dell’Interporto, Federico Gatti, poi rinviato a giudizio dal gup Bruno Perla con l’accusa, tra le altre, di aver vessato per anni le dipendenti di origini nordafricane. Costituitesi parte civile, assieme al Cobas, al processo penale che inizierà in autunno presso il Tribunale di Bologna.
Quando però, la scorsa primavera, l’azienda aveva comunicato la volontà di operare un cambio di attività all’interno del magazzino, modificando le mansioni ad alcuni operai e decidendo di trasferirne altri, le proteste erano ricominciate. “E Mr Job ha deciso di punire i lavoratori ribelli con una valanga di contestazioni disciplinari e di sospensioni cautelari per i motivi più futili e disparati – spiega il sindacato – dalla cattiva postura utilizzata dalle lavoratrici sul piano di lavoro, all’avere masticato un chewing gum”. Il Cobas, quindi, chiese un incontro con la Prefettura di Bologna, e le misure vennero temporaneamente ritirate. “Finché un ulteriore episodio, in cui si accusa le lavoratrici di avere avuto un diverbio con gli addetti alla vigilanza dell’impianto, e il successivo incontro negativo avuto in Prefettura, ha dato il là ai licenziamenti”, riassume il sindacato.
Che ora è pronto a tornare a bloccare i cancelli dell’Interporto di Bologna. “Il premier Matteo Renzi ha definito Yoox un fiore all’occhiello italiano, evidentemente considera irrilevante ciò che è avvenuto alla Mr Job – attaccano i Cobas – noi siamo pronti a opporci a questi licenziamenti, che ovviamente puntano a mantenere lo status quo in un magazzino dove le paghe sono da fame e i lavoratori vengono sfruttati. E ci rivolgiamo a tutte le strutture sindacali che hanno a cuore gli interessi operai, affinché si uniscano alla mobilitazione: i licenziamenti non devono passare”.