Da giorni vanno avanti le proteste contro i cumuli di rifiuti accatastati nelle strade di Beirut. Assopace descrive il profilo del gruppo, nato spontaneamente per denunciare il malaffare
Non ha il profumo dei Cedri ma il fetore dell’immondizia la protesta che sta crescendo nelle strade di Beirut e che secondo la Croce Rossa internazionale ha già un bilancio di oltre 400 feriti e un morto (notizia quest’ultima che però è smentita dalla polizia).
Al centro delle manifestazioni, promosse dal nuovo movimento YouStink (tu puzzi) la corruzione dilagante nel paese e come simbolo, oltre all’hashtag #YouStink anche gli enormi cumuli di immondizia che giacciono ormai da giorni nella capitale a causa della chiusura della discarica Naameh, dove confluisce tutta la monnezza. La scorsa notte la tensione è degenerata in violenza e per ore manifestanti e polizia si sono fronteggiati con lanci di bottiglie incendiarie da una parte e cariche, lacrimogeni e colpi di pistola sparati in aria dall’altra.
Il profilo dei nuovi “indignados” mediorientali lo delinea Farshid Nourai, coordinatore nazionale dell’organizzazione Assopace, in stretto contatto con i loro operatori presenti da anni nella capitale. Si tratta di un movimento spontaneo e trasversale che si è formato partendo dal richiamo social. L’unità di intenti è la volontà di sollevare il coperchio di corruzione politica che nel corso degli anni non sembra aver mai subito battute d’arresto.
La prima vera manifestazione promossa dal gruppo si era svolta già dieci giorni fa ma l’ultima ha avuto come epilogo cariche da parte della polizia che armata di idranti e gas lacrimogeni ha tentato di bloccare il corteo diretto verso il Parlamento. “Le foto e i video che ho ricevuto via Facebook indicano come gli scontri siano avvenuti nella centralissima piazza dei Martiri” spiega Farshid.
L’evoluzione di questo movimento, sempre secondo il rappresentante dell’associazione, dipenderà anche dall’eventuale decisione di scendere in campo da parte della cosiddetta intellighentia libanese contraddistinta da un forte orgoglio nazionale ma pienamente consapevole della fortissima frammentarietà sociale corrispondente peraltro anche ad un sistema multiconfessionale. La puzza a Beirut resta, in modo figurativo – se si parla della corruzione politica -, ma anche reale vista la massiccia presenza dei sacchi di immondizia. Per questa sera intanto è stata annullata la manifestazione in programma.