Caro Roberto Calderoli, chirurgo maxillo-facciale, in questi anni dalla sua bocca è uscito di tutto. I borborigmi razzisti – l’ultimo contro l’allora ministro Kyenge, apostrofata con un elegante “Amo gli animali, orsi e lupi com’è noto, ma quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di orango”, e per cui è ora imputato per diffamazione aggravata dall’odio e dalla discriminazione razziale – hanno in queste ore lasciato il posto a una proposta di scambio degna di un suk maghrebino (dove però mercanteggiare è legittimo): nella ridente cornice della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo, ha annunciato che se il ministro della Giustizia Orlando manderà al Quirinale gli atti per la grazia ad Antonio Monella, ritirerà i suoi 600 mila emendamenti alla riforma del Senato (tranne 4). In un colpo solo ha polverizzato i valori della legalità, della giustizia e del Parlamento. Un record.
Monella è l’imprenditore che nel 2006 uccise con un colpo di fucile un ladro albanese di 19 anni, Ervin Hoxha, che era entrato nella sua villetta e stava allontanandosi dopo aver rubato il Suv parcheggiato in cortile. È stato condannato definitivamente a 6 anni e 2 mesi di reclusione. Sarà pure un’ottima persona, sarà pure stato esasperato dai furti, qualcuno vorrà sostenere che sia stata legittima difesa (ma il nostro codice prevede che la difesa sia proporzionata all’offesa), ma ha tolto la vita a un ragazzo: merita la grazia? In un Paese che ha già seri problemi di legalità e di non rispetto della magistratura perché spendersi così tanto per chi ha violato la legge e ha ucciso, perché calpestare le sentenze che l’hanno giudicato colpevole (con tutte le attenuanti del caso), e rischiare di incentivare ulteriormente giustizieri-fai-da-te? Con tutte le battaglie di civiltà che potrebbe fare la politica, questa vicenda merita davvero concessioni della Lega? Non sarebbe stato meglio battersi per i lavoratori, i precari, gli insegnanti, i giovani… messi in difficoltà dal governo Renzi?
Accanto alle obiezioni di merito, ci sono poi quelle di forma – e siamo al suk (che a lei, chirurgo maxillo-facciale leghista, dovrebbe far venire una paresi mandibolare): perché ridurre il ruolo dell’opposizione, che è appunto quella di proporre emendamenti a una legge che non piace sulla base del patto con gli elettori (forse è il caso di ricordarglielo), a un mercanteggiamento da retrobottega di tappeti?
Cosa c’entra la grazia per un omicida con l’architettura delle nostre istituzioni e le obiezioni che legittimamente lei e la Lega muovete alla riforma del Senato? Non sono campi da gioco profondamente diversi? O vuole confermare – come, per la verità, pensiamo da tempo – che la politica e il parlamento altro non sono che luoghi di scambio di interessi, in cui una pera e una mela, una legge e una poltrona, un disoccupato e un vitalizio, pari sono? (Anzi, i secondi valgono un po’ di più…)
Caro Calderoli, quando l’ho sentita fare quella proposta – la cito – “non ho potuto non pensare, anche se non dico che lo sia”, a una “porcata”. E non è manco la prima…
Un cordiale saluto.
Il Fatto Quotidiano, 25 Agosto 2015