Le storie di Calcata arrivano dalla notte dei tempi, crescono tra Mito e leggenda, come la saga del Prepuzio di Cristo che, si dice, sia stato rubato a metà del ‘500 durante il sacco di Roma da un lanzichenecco e nascosto tra queste cavità e rimasto all’interno della parrocchia fino al 1984. In questa terra dalle tante influenze e stranezze, dove puoi trovare Tinì Cansino, bomba sexy anni ’80 del Drive In, come uno degli esponenti della banda della Magliana, una coppia nella vita e sulla scena, il romano di San Giovanni Simone Perinelli e la napoletana-viareggina Isabella Rotolo, ha ideato e tirato su una rassegna senza risorse, a zero budget. Bassa Tuscia, si sente il Lago di Bracciano. Nelle tubature, ci avvertono, c’è troppo arsenico. E forse anche vecchi merletti.
Due paesi in uno: l’antica (oggi ha 600 residenti) e la nuova Calcata. Il borgo negli anni ’60 era stato definito non abitabile e i vecchi abitanti (il tutto ricorda i Sassi di Matera) avevano venduto, credendo di fare l’affare della vita, a quelli che pensavano fossero sprovveduti artisti provenienti da ogni parte d’Europa. Una volta che le famiglie originarie furono trasferite nelle abitazioni con luce elettrica e acqua corrente, negli anni ’80 il villaggio, dopo opere di consolidamento, fu ritenuto nuovamente agibile. Qui si creò la frattura tra i primi abitanti, che si sentono tutt’oggi defraudati dallo straniero e dallo Stato, e questo manipolo di hippy, pittori e scultori, nessuno con accento romanesco. Busti del Duce e amore libero, insieme come ossimoro.
Si incontra la signora Mareijcke, artista olandese che qui ha aperto venti anni fa il centro culturale Il Granarone, come Gianni Macchia, attore e sex simbol, protagonista di svariate pellicole con Anna Moffo (anche titoli ambigui Lo stallone o Una ragazza di nome Giulio) e del gossip rosa patinato di paparazzi e Dolce Vita. Settanta abitanti e quattordici ristorantini. Qui aveva casa fino a poco tempo fa anche Amanda Sandrelli. Tra le pareti ruvide e bucherellate abita John Arnold, compositore americano d’elettronica così come la belga Anne Demijttenaere fondatrice del “Museo opera bosco” con quaranta installazioni realizzate con materiali biodegradabili ecologici, la signora Athon, egittologa con un passato in India, scultrice di statue dai due ai sette metri di altezza, che vive con i suoi venti corvi liberi per casa, Ania Gastol artista polacca stilista di abiti di carta, o Giancarlo Croce creatore delle anamorfosi, cilindri riflettenti posti al centro di disegni circolari che ne riproiettano l’immagine in una sorta di cinema ante litteram, tecnica sperimentata anche da Leonardo.