L'estate del pallone non lesina emozioni per i tifosi. Tevez ha rinunciato a ingaggi milionari per tornare nella sua squadra del cuore, il Boca Juniors, e ha scritto una lettera di saluto alla Juventus: "Dal primo giorno in cui arrivai a Torino mi sono sentito come a casa". Gokhan Inler, passato al Leicester, ha salutato i suoi ex sostenitori con una video che rievoca le sue migliori giocate sulle note di Napul’è di Pino Daniele
Certi amori non finiscono, fanno giri immensi ma poi ritornano. Non prima di aver fatto incassare cospicue royalties a Antonello Venditti, che ogni agosto si scopre colonna sonora delle suggestioni di calciomercato. Mai come quest’estate i suoi versi sono tornati utili ai cronisti sportivi per narrare un fenomeno tutt’altro che raro nel pallone d’oggi: il clamoroso ritorno. Pareva un business, invece è sentimento.
Il caso di scuola si è consumato nelle scorse ore, quando Mario Balotelli ha messo la firma su un nuovo contratto con il Milan. Dopo un anno di tribuna e sberloni dalla stampa inglese l’ex attaccante della nazionale è tornato rossonero, per giocarsi forse l’ultima chance di non finire anzitempo in Florida oppure Medio Oriente. Per commentare la mossa Adriano Galliani si è a sua volta affidato alla citazione del cantautore romano, e pazienza se il suo Presidente aveva definito il bresciano “una mela marcia” e i tifosi ancora vivono nell’attesa di un altro, e ben più decisivo, cavallo di ritorno dalla Francia.
Non troppo diversa appare l’operazione Antonio Cassano, che a 33 anni ritrova la Sampdoria che lo aveva rilanciato dopo il periodo più buio della sua carriera. Quattro anni fa se ne era andato senza particolare garbo, oggi è stato accolto con un biennale da 700 mila euro a stagione tra l’entusiasmo dei tifosi. I sostenitori blucerchiati sembrano avere chiuso un occhio dinnanzi al suo vagabondaggio per la penisola e agli ammiccamenti con ogni società, come dimostrano i mille abbonamenti che il suo rientro ha garantito in meno di una settimana. La Sampdoria ha già superato le 18 mila tessere staccate la stagione passata e ha prorogato le vendite: Massimo Ferrero è convinto di poter monetizzare ancor più una campagna acquisti fatti di grandi nomi.
Finora, al di là delle dichiarazioni, il marketing fa da padrone. Ma l’estate del pallone italiano non ha dimenticato le emozioni.
Quelle che Gokhan Inler ha fatto scorrere sulla schiena dei tifosi del Napoli, nel giorno dell’addio dopo quattro anni di alti e bassi in azzurro. Il mediano si è accasato al Leicester e ha salutato i suoi ex sostenitori con una lettera e un video che rievoca le sue migliori giocate sulle note di Napul’è di Pino Daniele. “Oggi i miei occhi sono bagnati da questo mare e sporcati da questa terra. Terra mia” ha scritto il giocatore svizzero, capace di toccare le corde giuste di un popolo che sa adottare anche nel giorno dei saluti.
La missiva di addio è un genere decisamente in voga nell’estate del nostro calcio.
“Dal primo giorno in cui arrivai a Torino mi sono sentito come a casa. La Juventus è un club che mi ha reso molto felice” ha messo nero su bianco Carlos Tevez, che a luglio aveva inaugurato la stagione dei grandi ritorni. “E’ la sua volontà” il laconico commento rilasciato dopo la firma con il Boca Juniors dai dirigenti bianconeri, che pare avessero un contratto in bianco con il giocatore che poche settimane prima aveva trascinato la squadra fino alla finale di Champions League. A 31 anni l’argentino, tra i migliori giocatori del pianeta nella scorsa stagione, ha rinunciato al palcoscenico europeo, agli adeguamenti di stipendio, alla pioggia di milioni con cui la Cina era pronta a blandirlo. Dopo tante magliette celebrative era il momento di tornare a vivere nella sua Buenos Aires, a Fuerte Apache. “Non ho bisogno d’altro” ha detto. Oggi è di nuovo idolo dei tifosi Xeneizes, che con i suoi gol sono di nuovo in testa al campionato argentino.
Chissà se avrà il lieto fine la vicenda dello spagnolo Joaquin. È troppo forte la nostalgia di casa del Pisha, che dopo due anni a Firenze ha chiesto di essere liberato. Vuole tornare a Siviglia, nel Betis per cui ha giocato tra il 1994 e il 2006. Ma la Fiorentina di Paulo Sousa ha bisogno di lui e così Joaquin punta tutto sulla compassione. “Sto male, molto male – ha spiegato di recente nel corso di un’intervista – Non capisco perché mi stanno facendo questo. Il mio cuore sta a Siviglia. Se sono intelligenti mi faranno andare via, se sono persone buone”.
Molto più semplice la pratica che ha riportato Marco Amelia alla Lupa Castelli Romani. Il campione del mondo, lo scorso anno a Perugia, si è auto tesserato per la società in cui è cresciuto a Frascati, dove da ragazzino si divideva tra i balzi tra i pali e le giocate da centravanti. Amelia riparte dalla squadra di cui è presidente onorario. “Se dovessero concretizzarsi una soluzione, un progetto sportivo realmente interessante lo prenderò volentieri in considerazione. Altrimenti non avrò nessun problema a giocare in Lega Pro con la maglia della Lupa” ha detto. La conferma che questa è l’estate dei sentimenti per il nostro calcio, anche all’ombra dei Castelli.