Un progetto, quello nato nel lontano 1975 in Venezuela dalla mente di José Antonio Abreu, che oggi attraversa l’intera Europa, presentandosi anche in Italia con un considerevole numero di nuclei operativi
Milano capitale della musica nell’unione tra due grandi realtà orchestrali: il 28 agosto alle ore 12.15 presso il Teatro alla Scala si incontreranno, per suonare insieme, i ragazzi della Sistema Europe Youth Orchestra e quelli della Sinfonica Juvenil de Caracas. Un’occasione, questa, per celebrare, facendo musica, l’esito più che positivo di un’esperienza che, se in Venezuela è ormai realtà consolidata e quest’anno compie 40 anni di attività, in Europa può dirsi in rapidissima crescita. Un progetto, quello nato nel lontano 1975 in Venezuela dalla mente di José Antonio Abreu, della cui portata rivoluzionaria abbiamo già parlato e che oggi attraversa l’intera Europa, presentandosi anche in Italia con un considerevole numero di nuclei operativi.
Tutto questo grazie anche alla perseveranza e alla lungimiranza di personaggi come Claudio Abbado che, anzitempo, andava in Venezuela a conoscere Abreu e il suo Sistema. Ventisette sono i paesi europei che già ospitano El Sistema venezuelano e che danno così la possibilità a giovani e giovanissimi in condizioni socialmente svantaggiate di avvicinarsi alla musica e di utilizzarla come strumento di riscatto ed emancipazione. Più di mille sono i partecipanti alle orchestre giovanili e infantili nella sola Lombardia. A languire sono invece altre regioni, come la Calabria, unica del meridione a non poter vantare neanche un nucleo operativo di El Sistema italiano (Sistema Orchestre e Cori Giovanili e Infantili in Italia Onlus), giunto nel nostro paese nel 2010 e già ampiamente attivo con 45 nuclei distribuiti in 14 regioni. A primeggiare è, come accennavamo, la Lombardia, con ben 7 nuclei operativi: subito a seguire l’Emilia Romagna, con 5 nuclei operativi, e, a rappresentare il Meridione, la Puglia con altri 5 nuclei di El Sistema. Quella del 28 agosto non è però l’unica iniziativa che il Teatro alla Scala dedica al fronte della musica giovanile: il concerto che segnerà l’incontro tra le due esperienze, quella europea e quella sudamericana, si iscrive in una lunga kermesse di eventi che hanno animato e continueranno ad animare l’estate milanese.
Sono oltre mille i musicisti venezuelani impegnati dal 12 agosto al 4 settembre in una serie di concerti e ben 8 recite de La Bohème dirette da Gustavo Dudamel, anche lui formatosi in Venezuela col progetto di Abreu. E non è ancora finita. Il 29 agosto alle 20.30 avrà luogo il concerto gratuito al Parco Sempione della Juvenil de Caracas diretta da Dietrich Paredes (in collaborazione con Comune di Milano, Expo in città e Triennale di Milano), mentre altri tre grandi concerti conclusivi si terranno alla Scala con l’Orquesta Simón Bolívar: il 30 agosto il programma include la Patetica di Čajkovskij, il 3 settembre la Sinfonia n°1 di Beethoven e la Cantata Criolla di Estévez e il 4 settembre gran finale con la Nona di Beethoven. Tutto questo per lanciare un messaggio chiaro, conciso: la musica è strumento privilegiato per l’educazione giovanile, salva dai pericoli della strada e forma il carattere, il temperamento e lo spirito delle nuove generazioni: “Non c’è solo un valore estetico – affermava Abbado – nel fare musica: dalla sua bellezza intrinseca, in grado di comunicare universalmente, scaturisce un intenso valore etico. La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato. La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla. Per questo motivo da sempre insisto sull’importanza dell’educazione musicale, che in ultima analisi diventa educazione dell’Uomo”.
Milano ospita inoltre quest’anno il terzo Summercamp della SEYO (Sistema Europe Youth Orchestra), partito il 21 agosto presso l’Università Milano-Bicocca e che si chiuderà il 30 dello stesso mese coinvolgendo oltre 200 giovani musicisti provenienti da 27 paesi: al nucleo di ragazzi europei si sono aggiunti, sotto la sapiente guida dei maestri Etienne Abelin e Antonio Campo (fondatori della EUYO) giovani provenienti da India, Iran, Stati Uniti, Guatemala e Venezuela.