“Non sono convinto che ci siano persone che hanno la sfera di cristallo e possano prevedere i fabbisogni del Paese fra 10 anni. Sull’università sono per una libertà di scelta il più possibile responsabile”. Anche il capo dei rettori italiani (Crui), Stefano Paleari, interviene sul dibattito della scelta della facoltà universitaria in relazione al suo futuro rendimento (qui, invece, l’analisa di Ilaria Maselli, tra gli autori del paper Ceps) che non ci sta a mettere in contrapposizione le lauree. “Sono più favorevole – dice il rettore a Bergamo – a introdurre elementi di innovazione nel piano di studi di ogni laurea. Così che un laureato in materie umanistiche possa avere una sensibilità scientifica e un laureato in materie scientifiche possa avere conoscenze umanistiche”. E ancora: “Preferisco preservare una libertà di scelta responsabile piuttosto che fare una scelta di pianificazione che mi ricorda i piani quinquennali di tipo sovietico. E poi in un mondo che cambia così in fretta – spiega al Fatto Tv – sono piani che rischiano di essere superati quando sono pronti”. Del resto, è il ragionamento, “in un Paese che in 5 anni perde il 5% della sua produzione industriale in quali settori deve investire un ragazzo? Se chi ha le leve delle decisioni politiche vuole inserire degli incentivi perché pensa che una determinata laurea scientifica debba trovare una maggiore domanda, quello è un buon percorso”

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