Ieri aveva denunciato la morte di un bracciante e l’occultamento del cadavere, probabilmente ad opera dai caporali. Interrogato dai carabinieri, però, il sindacalista Ivan Sagnet ha detto “non essere in possesso di alcuna informazione diretta e circostanziata” sulla presunta morte nei campi del bracciante maliano 30enne, “ma solo di aver appreso la notizia quale “voce che circolava all’interno del ghetto Rignano Garganico” senza fornire alcun elemento utile a rintracciare testimoni o comunque persone in grado di raccontare fatti utili al prosieguo delle indagini.
Sagnet, coordinatore pugliese per l’immigrazione della Flai Cgil, è stato ascoltato dai carabinieri come persona informata dei fatti. Sulla vicenda – dicono in una nota militari dell’Arma – nei giorni scorsi, su delega della procura di Foggia, è stata avviata “specifica attività d’indagine, volta a chiarire la fondatezza della notizia sulla scomparsa di un non meglio individuato cittadino del Mali, bracciante agricolo dimorante nel ghetto di Rignano. Dalle investigazioni in corso è finora emerso che in agosto non risultano decessi negli ospedali della provincia di cittadini del Mali. Emerge solo che l’11 agosto scorso, presso l’ospedale di Foggia, è stato ricoverato, dopo essersi presentato autonomamente, un giovane cittadino maliano, bracciante agricolo che dimora nel ghetto, per motivi non riconducibili al lavoro nei campi. Il giovane è stato dimesso ieri”.
Sulla vicenda continuano, nel frattempo, i controlli coordinati dalla prefettura di Foggia: nella zona opera una apposita task force coordinata dalla procura della Repubblica. “Quello del caporalato è un fenomeno molto delicato e c’è un impegno molto forte del governo per un piano d’azione organico e stabile che sarà messo a punto entro quindici giorni dalla cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità costituita con il decreto Campo Libero 2014″, ha annunciato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina al termine del vertice sul caporalato svoltosi al ministero alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti e dei principali attori della filiera agroalimentare.