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1/18 Cocktail al vermouth che sanno di anni ‘30, ville alla “Via col vento” ingoiate dalla vegetazione tropicale, enormi trombettisti di piccole orchestrine jazz che suonano per strada. È bellissima New Orleans, 10 anni dopo il passaggio dell’uragano Katrina che il 29 agosto 2005 inondava l’80% della città e uccideva più di 1800 persone. Le foto sono di Project M., un progetto fotografico di Liza Boschin e Andrés León Baldelli ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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2/18 Le zone del centro come i quartieri residenziali più ricchi, al di sopra del livello del mare anche se di poco, sono state le meno colpite e quelle in cui si e investito di più nella ricostruzione. ©Project M.
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3/18 È la musica la vera protagonista delle vie del centro. Jazz e blues vengono suonati ad ogni angolo in cambio di un dollaro nella custodia della tromba, oppure escono dai bar e dai giardini. Dal mattino a quando la notte diventa di nuovo mattino. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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4/18 ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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5/18 Katrina qui non ha lasciato cicatrici, al massimo qualche graffio coperto dal trionfo di felci e piante tropicali che decorano le facciate. Gli oltre dieci milioni di turisti che sono stati qui nel 2014 non si sono accorti di nulla. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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6/18 Ma attraversato il ponte che collega il centro ai quartieri più poveri, quelli costruiti sotto il livello del mare e protetti da dighe che non hanno retto all’uragano di categoria 3, cambia lo scenario. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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7/18 Questo è il Lower 9th Ward, sud est di New Orleans. Prima di Katrina contava 14000 anime. Oggi non raggiunge i tremila abitanti. Molte famiglie hanno contato almeno un morto e quasi tutte hanno visto la loro casa spazzata via dall’acqua. Ogni lotto vuoto è una casa che non c’è più. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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8/18 Chi è rimasto, come questa famiglia, ha speso tutti i risparmi per un mutuo per ricostruire. Ma sono stati in pochi a fare questa scelta: “Hanno investito tutto nei quartieri più ricchi, qua non hanno fatto nulla. La città ha completamente abbandonato questa zona. Non ci sono servizi e per qualsiasi cosa ti devi spostare in macchina”, racconta questo signore. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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9/18 “Quasi nessuno aveva i soldi per tornare dopo l’evacuazione, io sono uno dei pochi”, continua a raccontare questo padre di tre ragazzi. ”Neanche i nostri vicini sono mai tornati. Con tutti questi lotti vuoti e abbandonati, qui intorno si sta riempiendo di cani selvatici”. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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10/18 In un altro lotto vuoto del Lower 9th Ward di New Orleans, tre bambine giocano nella loro piscinetta gonfiabile. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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11/18 Di questa casa sono rimasti solo i mattoni che la reggevano. Qui le case più povere non hanno fondamenta e devono essere tenute sollevate da terra per tenere il pavimento asciutto. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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12/18 “Io facevo il meccanico, riparavo i camion delle imprese di costruzione e avevo 18 dipendenti. Katrina mi ha portato via tutto e non ho i soldi per ricominciare. È stato durissimo accettare che il lavoro di una vita fosse stato lavato via dall’acqua”. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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13/18 “Ho deciso di prenderla con filosofia però. Almeno la mia casa si è salvata e io sono vivo. Adesso vivo con poco ristrutturando macchine qui nel cortile. Mi diverto, non ho più problemi né stipendi da pagare a fine mese”, racconta questo signore ridendo. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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14/18 Questa è una delle poche case ancora in piedi. È un simbolo per il quartiere perché è la casa più antica della zona. Si trova al 1616 di Flood street, cioè via dell’inondazione. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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15/18 ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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16/18 Dall’altro lato della strada, il cantiere da 65 milioni di dollari che la città ha deciso dopo anni di investire nel Lower 9th Ward. “Qui ci saranno la nuova stazione di polizia, il nuovo liceo e il community center. Speriamo che aiuti a riportare un po’ di vita in queste strade abbandonate”, racconta un operaio del cantiere. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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17/18 Ma prima degli interventi pubblici, già nel 2007, la fondazione “Make it right” di Brad Pitt aveva costruito case come questa, progettate da famosi designer e con materiali all’avanguardia. L’obiettivo era riportare qui le famiglie evacuate. ©Project M. © Liza Boschin © Andrés León Baldelli
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18/18 Secondo la giornalista locale Lydia De Pillis, il progetto si è rivelato un flop. Solo pochi anziani sono ritornati e le case di Brad Pitt sono poco più che cattedrali in un deserto di lotti vuoti, troppo care per chi viveva qui e costruite con materiale inadeguato che già si sta riempiendo di muffa dopo neanche dieci anni. Le foto sono di Project M., un progetto fotografico di Liza Boschin e Andrés León Baldelli ©Project M.