La società spagnola fin dal 1992 cura l’organizzazione del Motomondiale e da settembre 2012 gestisce anche il campionato del mondo delle derivate di serie. Adesso il ceo, Carmelo Ezpeleta, starebbe pensando ad una sfida mista da disputarsi a coppie nel mese di gennaio
Meglio la MotoGp o la Superbike? Ad alcuni la risposta sembrerà tanto semplice da sembrare ovvia, in un senso o nell’altro. Ma se i sostenitori dell’una o dell’altra categoria sono costretti a snocciolare dati e portare comparative a dimostrazione della bontà della propria tesi, presto tutto ciò potrebbe non essere più necessario. La soluzione più immediata è venuta in mente alla Dorna, la società spagnola che fin dal 1992 cura l’organizzazione del Motomondiale e che da settembre 2012 gestisce anche il campionato del mondo Superbike. Carmelo Ezpeleta, ceo di Dorna, starebbe pensando ad una sfida fra i piloti della MotoGp e quelli della Superbike. Una sorta di versione più snella della mitica 8 Ore di Suzuka, in questo caso della durata di 4 ore, da disputarsi a coppie.
La data ancora non c’è, visto che al momento è poco più che un’idea. Ma quasi sicuramente si parlerà del mese di gennaio, quando entrambi i campionati sono fermi e i test pre-season devono ancora cominciare. Di conseguenza, salvo sorprese la scelta del circuito dovrebbe ricadere sulla pista di Losail, in Qatar. L’esperimento di Ezpeleta è ovviamente ben lontano dal voler essere una dimostrazione della superiorità di un campionato sull’altro. Anche perché, occupandosi sia della MotoGp che della Superbike, la Dorna se così fosse non potrebbe che perderci. Ciò che avrebbero in mente a Madrid, invece, è cercare di tenere alta l’attenzione dei tifosi anche in un periodo morto. Per cercare di colmare quella lacuna che molti imputano anche alla Formula 1, colpevole di infilarsi in letargo ogni qual volta non vi siano le gare a tenere vivo l’interesse degli appassionati.
La gara, ovviamente, non sarebbe valida per alcun campionato. Le moto potrebbero essere derivate di serie, con un regolamento tecnico sicuramente meno restrittivo rispetto alla Superbike. La qual cosa potrebbe piacere molto alla Case, che potrebbero così avere anche un forte ritorno pubblicitario facendo salire i propri piloti MotoGp e Superbike su versioni molto simili alle supersportive che si possono trovare nei concessionari di tutto il mondo. Come se non bastasse, l’introduzione di qualche wild card potrebbe dare ulteriore risalto all’evento. Basti pensare al caos scatenato dal “torno-non torno” di Casey Stoner sulla griglia di partenza della MotoGp, con l’australiano che prima avrebbe voluto tornare, per sostituire l’infortunato Pedrosa, e che poi avrebbe risposto un “no” secco alla Honda che lo avrebbe anche voluto per un paio di gare fra Giappone, Australia e Malesia. Se preferite, basterebbe riportare la memoria al clamore per il ritorno in pista di Troy Bayliss, in Superbike, ad anni 46; oppure al picco d’attenzione per le derivate di serie grazie a Max Biaggi, tornato a correre dopo quasi 3 anni e salito perfino sul podio malese alla veneranda età di 44 anni.
Ormai sembra troppo tardi per vedere questa (bellissima) idea realizzata già all’inizio del 2016. Ma per molti tifosi la tentazione di mettere a confronto la MotoGp e la Superbike continua ad essere troppo forte. Ovviamente è più facile farlo dove corrono entrambe le categorie, cioè a Losail, Jerez, Assen, Misano, Phillip Island, Sepang e da quest’anno anche ad Aragon. In Aragona, in realtà, le derivate di serie correvano già da quattro anni, ma solo dal 2015 utilizzano lo stesso tracciato della MotoGp. Su questa pista, ad esempio, tra il miglior tempo in prova per i prototipi (che per la cronaca nel 2014 è stato firmato dalla RC213V di Marc Marquez) e quello della Superbike (che nel 2015 appartiene a Chaz Davies su Ducati) corrono ben 2.811 secondi di differenza. E sulla stessa pista la Honda del Team LCR guidata da Stefan Bradl raggiunse la velocità di 337.8 km/h. Sette mesi più tardi, la Superbike arrivò “solo” a 311.2 (con l’Aprilia RSV4 di Jordi Torres). Si potrebbe ribattere che su quel circuito le derivate di serie non avevano riferimenti, ma anche altrove il discorso non cambia. I tempi in cui il confronto fra le due classi era più serrato sono lontani. E non è tutta colpa dell’abbattimento dei costi di sviluppo per le derivate di serie voluto dalla Dorna. Ci sono tracciati dove storicamente la distanza fra le due categorie è meno marcata, ma le differenze ci sono sempre state e restano. Nasconderle sarebbe impossibile. Anche perché chi ama la Superbike vuole differenziarsi. E, forse, il bello sta proprio lì.
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