Di ritorno dalle vacanze, prima che ci prenda quel po’ di malinconia, un settimanale di gossip ha stilato una lista sui nuovi tipi da immaginario erotico femminile: out il politico e l’amministratore delegato perché il potere non tira più, primeggiano lo scalatore solitario (falangi sulle prese) e il poeta (raccontatore di stelle). Erri De Luca, il mio autore preferito, è tutti e due. Fa accapponare la pelle il tuffatore dagli scogli, il ballerino di tango e il giocatore di polo. Parto dalla fine. Da Adolfo Cambiaso e da Ignacio Sanchez Mejias, il Brad Pitt e il George Clooney del polo, campioni argentini, seduttori con quella irresistibile aria da macho.
L’etichetta prevede che fra un match e l’altro, che in gergo si chiamano chukker, le signore scendano dalle tribune d’onore e si mettano a tamburellare a colpo di tacco il prato calpestato dai galoppi. Schiacciano e rispalmano le zolle smosse dagli zoccoli dei cavalli. È un’usanza molto british, da torneo della “Cartier Queen’s Cup“, il più prestigioso trofeo del mondo, qui tra le mazze da polo le ladies sfilavano con improbabili cappellini piumati e ombrellini vintage. Pioggia, maledetta pioggia che ha guastato la festa dello Hublot Polo Gold Cup di Gstaad. Le tende gazebo dei vip dove si servivano ostrichette e bollicine erano allagate come piscine mentre i cavalli affondavano in un pantano di fango.
Quattro campi da polo con prato inglese e scuderie che architettonicamente ricordano le vecchie case degli olandesi colonizzatori. Il Relais&Chateau Kurland a Plettenberg Bay è sulla Garden Route, stupefacente regione dell’Africa del Sud. Era la residenza privata dei conti Behr: oggi si gioca a polo e si beve tanta birra.
Da Saint Tropez all’Argentario, passando per Montecarlo, è tutto un “la mia mazza è più forte della tua…”. Polo bar e club house in stile inglese retrò sulle ondulate colline del senese, nella Tenuta Villa a Sesta, l’imprenditore e banchiere e anfitrione Riccardo Tattoni il torneo di polo se lo fa a casa sua. Anche Chantal d’Acquarone, di nobile lignaggio e dall’occhio azzurro, nel suo castello di Dobbiaco organizza partite in quota rosa, squadre solo al femminile.
Ancora polo fai da te per il business and trendsetter, Christian Volkers, che nella sua finca di Palma di Mallorca organizza il torneo Engel&Volkers Polo Cup, crocevia della mondanità internazionale in trasferta. Christian è andato oltre ha aperto anche una scuola di polo per giovani talenti. Il polo è un gioco e un lusso, è solo uno sport per ricchi? “Assolutamente no. È solo uno sport per chi ha la passione vera”, chiosa Christian, handicap zero, praticamente lo stesso dei campioni. Lui è abituato a vincere le sfide visto che ha creato dal nulla il colosso del settore immobiliare, la Engel & Volkers, 5mila uffici sparsi in 39 paesi, per vendere le case più belle del mondo. Christian sfoggia abbronzatura con ottimismo: “Come Engel ha resistito alla crisi? Il barometro del lusso è salito. In momenti d’incertezza economica il mattone rimane un investimento sicuro. Da Londra a New York i prezzi del mattone sono in aumento. Il 2014 è stato il nostro anno migliore, generando un turn over di commissioni di 300 milioni di euro. Mettiamola così, il mercato immobiliare è il vero vincitore di questa crisi”. Sarà stata pure avvantaggiata dal nome di famiglia, ma la giovanissima Clementina Zegna ha creato una linea ad hoc, la RBR, per gli appassionati di polo e ispirata alla moda anni ’50. Ha appena debuttato a Ibiza.
Ci sa fare con palle e stecche, da polo, s’intende, anche l’ingegnere Alfio Marchini, charmoso capitano della nazionale italiana di Polo e candidato sindaco di Roma. Il polo è per lui metafora di vita: si comincia con la gavetta, si passa all’attacco, si dribbla, si batte, si galloppa, non si indietreggia giammai. Ma soprattutto senza perdere il senso di gioco di squadra. Non si vince mai da soli. Se le elezioni si facessero a colpi di chukker Marchini affonderebbe di certo il suo avversario.
Twitter@januariapiromal