Per gli amanti dei libri è un desiderio che si avvera. Perché a Bologna, in via Mascarella 14, c’è Primo piano interno sette, che non è solo una biblioteca che raccoglie oltre 4mila volumi, alcuni antichi, prime edizioni, scritti sull’Asia e sull’Africa che spesso non è possibile trovare altrove, in Italia. Ma è anche un bed and breakfast. “L’alternativa a un albergo – racconta Etta Polico, dell’associazione Serendippo, che l’ha creato da un appartamento vuoto – dove è possibile soggiornare avvolti nell’atmosfera classica di una biblioteca, guadagnando un punto di vista particolare su una città notoriamente d’arte e di cultura”.
Tra gli scaffali si trova, ad esempio, il Rénmín Rìbào dal 1967 al 1974, la traduzione in lingua araba del quotidiano nazionale cinese destinata alla minoranza uigura che viveva nel nord ovest della Cina. “Testi che dimostrano che non era vero che Mao avesse soppresso le minoranze etniche e linguistiche – spiega Etta – e noi siamo gli unici ad averli in Europa”. O ancora, volumi cinesi del 1600, del Vietnam, del Giappone, dell’Indonesia, della Corea, la collezione unica della professoressa Maria Pia De Angelis, studiosa della letteratura africana dell’Alma Mater di Bologna, dattiloscritti originali in lingua araba. “Ci sono opere molto rare nella nostra biblioteca, alcune quasi introvabili, non solo in Italia, ma anche all’estero. Chiaramente agli ospiti del bed and breakfast chiederemo di rispettare i libri, perché è una collezione molto preziosa, ma credo sia un’opportunità non solo per i turisti, ma anche per gli studiosi, i ricercatori, o in generale gli appassionati”.
Primo piano interno sette, del resto, vuole essere qualcosa di più di uno spazio dove dormire: “Vorremmo che il libro fosse uno strumento capace di mettere in relazione le persone, gli oggetti e la storia. Per parlare di cultura ma non nell’accezione che spesso si attribuisce a questa parola, elevata a qualcosa di altro, e di alto, come fosse un concetto di nicchia, per pochi. La cultura intesa come lo scambio di storie, di conoscenze, la meraviglia per ciò che è diverso”.
Etta Polico non si è sempre occupata di letteratura. E nel nome dell’associazione, Serendippo, c’è anche la storia di com’è nato Primo piano interno sette. La parola, infatti, deriva dalla parola persiana Serendip, l’antico nome dello Sri Lanka, che indica la meraviglia di una scoperta casuale. Ciò che accadde a Polico qualche anno fa, mentre si trovava in Cina per presentare il lavoro che aveva condotto durante il suo dottorato all’Università di Bologna, in biochimica clinica. “Conobbi un professore della Sorbona, franco cinese, che mi invitò a Parigi per donarmi parte della sua collezione di manoscritti. Da lì mi venne l’idea di creare una biblioteca”.
I fondi per ristrutturare lo spazio di Primo piano interno sette per renderlo un bed and breakfast – biblioteca, o viceversa, Polico li ha raccolti con un altro progetto, sempre legato alla letteratura. “Fino a qualche anno fa gestivo Serendipità, una libreria specializzata in culture del mondo qui a Bologna, in vicolo Facchini. Poi però, a causa della mancanza di fondi, fui costretta a chiudere. Tuttavia – ricorda Etta Polico – ho recuperato la collezione bibliotecaria e da due anni giro la città con il carrello dei libri vagabondi, visitando strade e quartieri e fermandomi a fare laboratori per i bambini, o a leggere fiabe ad alta voce, o a organizzare piccole mostre gratuite di opere d’arte dipinte dagli artisti di strada”.
Un’iniziativa che il Comune di Parigi ha esportato anche in Francia, e attraverso le offerte raccolte in questi due anni Etta ha ristrutturato il bed and breakfast, trasformandolo in una stanza – biblioteca, costo 50 euro a notte per due persone, 60 se a dormire in via Mascarella 14 si è in tre. “Entro metà agosto lo inserirò anche su Air B&B, perché vorrei che si autofinanziasse – spiega Polico – e in autunno, a partire da ottobre, diventerà anche un salotto letterario, “I mercoledì di Primo piano interno sette”, con serate dedicate ai libri, ogni mercoledì, e serate sull’arte”.
Un’idea di cultura per tutti, che nasce dal basso e si diffonde a macchia d’olio tramite la collaborazione e la condivisione di storie, volumi ed esperienze. “Spesso a Bologna, e non solo, sentiamo dire ‘dobbiamo fare cultura’, ma di pratico, in realtà, si fa poco. Io sono una ricercatrice, invece, sono abituata a ottenere risultati concreti. E il mio sogno nel cassetto? Far scendere la cultura dagli scaffali”.