Se paghi il tuo debito, sarai multato. E’ questa, in poche parole, la situazione del Comune di Varallo Pombia, in provincia di Novara, in dissesto finanziario. Così il sindaco Alberto Pilone ha preso carta e penna e ha scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alle massime cariche dello Stato, parlando di una “situazione paradossale”. Quello che blocca il municipio piemontese, spiega il primo cittadino, è il patto di Stabilità: estinguere i debiti del Comune significherebbe sforare i limiti imposti dalla legge e, di conseguenza, incorrere in una sanzione di 3,5 milioni di euro.

Per districarsi nella giungla contabile bisogna fare un passo indietro. In seguito a un’intricata vicenda giudiziaria, risalente alla precedente amministrazione, il comune piemontese che conta 5mila abitanti si è ritrovato fortemente indebitato nei confronti di un’azienda fornitrice di gas, la Erogasmet. La somma dovuta, al 31 maggio 2015, era di circa 5 milioni di euro. A causa di questo debito, nel febbraio del 2014 per il Comune è scattato il dissesto finanziario. Così il municipio ha cercato di correre ai ripari. Innanzitutto, le tasse comunali sono state alzate al massimo. Poi, la commissione liquidatrice del Comune ha trovato un accordo con i creditori: il debito sarebbe stato abbassato a 4,4 milioni, ma da pagare entro il 15 dicembre 2015. Per raggiungere questa cifra, il municipio contava di metterci 1 milione di euro di tasca propria, racimolato anche grazie all’aumento dei tributi, e poi chiedere un finanziamento di 3,5 milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti.

Ma la Cdp ha chiesto un parere tecnico al ministero dell’Interno. E da qui è arrivato il freno al piano del Comune. Gli uffici del Viminale, infatti, hanno bocciato l’idea del municipio di pagare il debito attraverso una partita di giro, cioè attribuendo l’uscita non alle casse comunali ma all’organo liquidatore dell’ente. “Sarebbe un’illegittimità, un mancato rispetto dei principi contabili, che può essere sanzionato dalla Corte dei Conti – spiega Giancarlo Verde, direttore della Finanza locale del ministero dell’Interno – L’organismo di liquidazione non è un soggetto terzo, ma di fatto rappresenta il Comune”.

L’alternativa obbligata, quindi, sarebbe iscrivere a bilancio il pagamento del debito alla Erogasmet. Ma anche questa strada, di fatto, non è praticabile. Stavolta l’ostacolo si chiama patto di Stabilità. Secondo i calcoli del Comune, infatti, questa operazione comporterebbe uno sforamento di circa 3,5 milioni di euro rispetto ai limiti imposti dalla legge. E per chi sfonda il tetto è prevista una sanzione “pari alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato”. Tradotto: tanto sfori, tanto paghi. Parliamo ancora di 3,5 milioni di euro. “Il problema posto dal sindaco è serio – ragiona Verde – In effetti, si tratta di un cul de sac. Una via d’uscita potrebbe essere un intervento legislativo. Per esempio, la prossima legge di Stabilità potrebbe prevedere un’eccezione al patto. In passato sono state fatte eccezioni per l’edilizia scolastica e per i territori colpiti da terremoto“.

Il risultato è che per ora tutto è fermo, in attesa di trovare una via d’uscita per sbloccare la situazione. Intanto, a Varallo Pombia resta lo spettro di un nuovo dissesto finanziario che si avvicina, se l’impasse non sarà superato. E restano le parole rivolte al capo dello Stato dal sindaco del paese, che si dice “disinnamorato di questa democrazia” e se la prende con “l’ottusità o meglio l’illogicità di certe disposizioni di legge e delle relative interpretazioni delle stesse assunte da dirigenti e burocrati”. E conclude: “Tuttavia non ci arrenderemo così facilmente a quanto ci sta accadendo e faremo di tutto affinché questa situazione torni ad essere gestita con buon senso ed equità”.

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