Con la disoccupazione alle stelle, si moltiplicano i concorsi a premi che mettono in palio contratti a tempo determinato. Da Piacenza a Cantù, dalla Sardegna al Lazio: se a pagare lo stipendio è la dea bendata
I curricula, la gavetta, il merito, la fatica sul campo. Al netto di raccomandazioni e scorciatoie poco limpide, è questa la strada che porta alla conquista di un posto di lavoro. O almeno, così ci hanno sempre raccontato. In realtà, in tempi di crisi occupazionale, quando trovare un impiego sembra diventare un’impresa, a volte può essere più utile affidarsi alla fortuna che impegnarsi a distribuire curricula. Ed ecco che la conquista di un posto di lavoro diventa letteralmente un terno al lotto: c’è chi ce l’ha fatta grazie a una tombola, ai punti del supermercato o alla lotteria di Natale. E se la fortuna non basta, le vie alternative per trovare un’occupazione non mancano. Per avere un contratto, c’è chi ha partecipato a un concorso di bellezza, ha passato una serata in discoteca o ha fatto il pieno di like su Facebook.
L’ultimo caso balzato agli onori della cronaca, nell’agosto 2015, è arrivato dalla provincia di Piacenza. A Pontedellolio, in occasione della festa patronale di San Rocco, il salumificio San Bono ha organizzato una tombola. Primo premio: un posto di lavoro. Sono state vendute ben 1500 cartelle, al prezzo di due euro ciascuna. Ironia della sorte, la vincitrice aveva già un impiego, ma lo sponsor le ha permesso di scegliere se girare l’offerta a un parente o convertire la vincita in una fornitura di salumi per tutto l’anno.
Ma prima di Piacenza, la dea bendata del lavoro ha fatto tappa in diverse catene di supermercati italiani. Ad aprire le danze sono stati, nel 2009, i centri commerciali Tigros, in provincia di Varese. Con almeno trenta euro di spesa, i clienti ottenevano un tagliando che poteva essere sorteggiato durante un’estrazione finale. Dieci persone hanno vinto un contratto a tempo determinato all’interno del supermercato. Pochi mesi dopo, ecco ripetersi l’iniziativa in Sardegna. A lanciare il concorso Vinci il tuo posto di lavoro è stato il Consorzio distribuzione e servizi Cs&D, che gestiva supermercati Sigma e Despar. Alla direzione sono arrivate oltre 180mila cartoline, pari a circa un decimo della popolazione sarda: in palio erano 48 contratti della durata di un anno. Infine, lo scenario si è replicato in provincia di Roma nel 2012. Nei supermercati Oneprice, lo schema è stato lo stesso: fai la spesa, compila una cartolina e, se la fortuna ti bacia, vinci un contratto a tempo determinato.
La riffa del lavoro, in realtà, non è un’esclusiva italiana. A Barcellona, nel 2013, la società KitKat Krisis ha organizzato una lotteria di Natale dal titolo emblematico: “Il sogno della mia vita”. Oltre ad automobili ed elettrodomestici, la competizione prevedeva premi a dir poco insoliti: ai vincitori, l’agenzia si offriva di pagare mutuo, affitto o bollette di luce e gas per tre anni. Ma il pezzo forte della riffa era, manco a dirlo, un posto di lavoro. L’impiego era previsto presso la ditta di salumi Enrique Tomás e consisteva in un contratto a tempo indeterminato, sebbene preceduto da due mesi di prova.
Ma se manca la fortuna, basta puntare sulla propria bellezza. E non si parla di modelle o showgirl, ma di semplici cameriere. Nel 2010, un pub della provincia di Vicenza ha indetto un concorso di bellezza: le partecipanti, tra i 18 e 30 anni, dovevano sfilare in abito elegante, in divisa e in costume da bagno. Una giuria di clienti abituali avrebbe incoronato la ragazza più bella, confederendole un posto come cameriera. Ma il concorso è stato accusato da più parti di offendere la dignità della donna e il pub, infine, ha rinunciato alla sfilata. Esito diverso, invece, a Cantù, in provincia di Como: qui, nel 2014, il bar Caffecchio ha organizzato un concorso di bellezza. Alla vincitrice è stato offerto un contratto a chiamata per lavorare come cameriera nel locale.
E sempre da quella che una volta era la ricca Brianza, arriva il “party dei disoccupati”. L’iniziativa è partita nel settembre 2014 dal Crystal Cafè, ancora a Cantù, per poi ripetersi in altri locali della zona. Ma cosa avevano da festeggiare questi disoccupati? Poco o nulla, probabilmente, ma la serata è stata organizzata con lo scopo di fornire opportunità di lavoro agli avventori. E anche di attirare clienti, ovviamente. Nel locale sono stati allestiti stand di agenzie interinali e aziende in cerca di personale, mentre gli schermi presenti in sala riportavano diverse offerte di lavoro. Infine, i proprietari del locale hanno raccolto curricula e scelto un nuovo barista, che ha firmato un contratto part time. Insomma, come cercare lavoro bevendo un cocktail. Una versione simile di questa iniziativa si è tenuta anche alla più blasonata discoteca Hollywood di Milano, sotto il nome di “party cerco e offro”.
Dagli happy hour ai like di Facebook il passo è breve. La compagnia aerea Swiss international air lines, nel 2014, ha indetto un concorso per assegnare un contratto di lavoro di sei mesi. Il vincitore sarebbe diventato lo “Swiss explorer”: avrebbe dovuto filmare, documentare, twittare, fotografare le destinazioni della compagnia e testare offerte e servizi. I candidati hanno affrontato un processo di selezione dove alle scelte della società si affiancava il giudizio del popolo di internet: i video degli aspiranti esploratori sono stati caricati sul web e votati attraverso un sito dedicato o i social network. Insomma, che vinca il migliore. O il più social.