Un video di un’ora per illustrare “il ritorno del dinaro d’oro”. Così lo Stato islamico, come riferisce il sito statunitense di monitoraggio dei jihadisti sul web Site, ha annunciato l’avvio del conio della propria moneta. Obiettivo, spazzar via il predominio del “sistema finanzario capitalistico di schiavitù, sostenuto da un pezzo di carta chiamato dollaro della Federal reserve“. Un altro schiaffo dopo quello dell’11 settembre 2001, affermano i jihadisti. Il filmato non spiega dove avvenga il conio del nuovo dinaro nè come verrà distribuito per sostituire le valute che oggi circolano nei territori occupati dall’Isis in Iraq e Siria.
Lo Stato islamico aveva annunciato l’intenzione di battere moneta già lo scorso novembre, cinque mesi dopo la conquista di Mosul e l’annuncio di Abu-Bakr al-Baghdadi sulla nascita del califfato. Secondo l’economista iracheno Basim Jameel, la pubblicazione del video è un tentativo di tirar su il morale dei combattenti dello Stato islamico, che nei mesi scorsi hanno subito diverse sconfitte e perso il controllo di Tikrit. Jameel ha spiegato a Bloomberg che il conio sarà relativamente semplice, visto che gli orefici di Mosul in anni recenti hanno importato dall’Italia macchinari in grado di produrre 5mila monete d’oro al giorno. Quanto al metallo, è probabile che si tratterà di oro rubato, frutto di riscatti ed estorsioni o sequestrato a istituti di credito iracheni.
La moneta da un dinaro contiene oro a 21 carati e, stando al video, pesa 4,25 grammi. Per transazioni più piccole sono stati coniati tre tipi di dirham d’argento e e due di spiccioli di rame. Su ognuno c’è una scritta che recita: “Lo Stato islamico, un califfato basato sulla dottrina del profeta”. Quello da un dinaro riporta anche l’immagine di una spiga di grano.