“Le morti dei migranti sono crimini che offendono l’intera famiglia umana”. È il durissimo monito che Papa Francesco ha pronunciato all’Angelus durante il quale ha voluto pregare per gli immigranti che sono morti tragicamente. Bergoglio ha ricordato che “anche nei giorni scorsi numerosi migranti hanno perso la vita nei loro terribili viaggi. Per tutti questi fratelli e sorelle, prego e invito a pregare. In particolare, mi unisco al cardinale Schönborn e a tutta la chiesa in Austria nella preghiera per le settantuno vittime, tra cui quattro bambini, trovate in un camion sull’autostrada Budapest-Vienna. Affidiamo – è stato l’appello del Papa – ciascuna di esse alla misericordia di Dio; e a lui chiediamo di aiutarci a cooperare con efficacia per impedire questi crimini, che offendono l’intera famiglia umana”.
Parole altrettanto forti Bergoglio le ha pronunciate denunciando nuovamente le persecuzioni contro i cristiani. Francesco ha ricordato la recente beatificazione ad Harissa in Libano del vescovo siro-cattolico Flaviano Michele Melki, martirizzato cento anni fa, il 29 agosto 1915. “Nel contesto di una tremenda persecuzione contro i cristiani, – ha affermato il Papa – egli fu difensore instancabile dei diritti del suo popolo, esortando tutti a rimanere saldi nella fede. Anche oggi, in Medio Oriente e in altre parti del mondo, i cristiani sono perseguitati”. La speranza di Francesco è che “la beatificazione di questo vescovo martire infonda in loro consolazione, coraggio e speranza. Ma sia anche di stimolo ai legislatori e ai governanti perché ovunque sia assicurata la libertà religiosa; e alla comunità internazionale perché si ponga fine alle violenze e ai soprusi”.
Ai numerosi fedeli presenti in piazza San Pietro, il Papa ha voluto anche ricordare il pericolo di “ritenere che l’osservanza esteriore della legge sia sufficiente per essere dei buoni cristiani. Come allora per i farisei, esiste anche per noi il pericolo di considerarci a posto o migliori degli altri per il solo fatto di osservare delle regole, delle usanze, anche se non amiamo il prossimo, siamo duri di cuore e orgogliosi. L’osservanza letterale dei precetti è qualcosa di sterile se non cambia il cuore e non si traduce in atteggiamenti concreti: aprirsi all’incontro con Dio e alla sua parola, ricercare la giustizia e la pace, soccorrere i poveri, i deboli, gli oppressi”. Per questo Francesco ha sottolineato che “senza un cuore purificato, non si possono avere mani veramente pulite e labbra che pronunciano parole sincere di amore, di misericordia, di perdono”.
Twitter: @FrancescoGrana