A luglio quasi 17mila lavoratori greci hanno perso il posto a causa del controllo sui movimenti dei capitali. Misura decisa a fine giugno dal governo Tsipras, insieme alla chiusura delle banche, per evitare un’emorragia di denaro dal Paese ellenico dopo l’indizione del referendum che si sarebbe tenuto il 5 luglio. Il dato, riportato dall’edizione online del quotidiano Protothema che cita un rapporto dell’Istituto di statistica ellenico, si riferisce ai dipendenti licenziati o finiti in cassa integrazione. Ed è il peggiore dal 2001. Peraltro, nello stesso mese altre 40mila persone sono passate da un lavoro a tempo pieno a un’occupazione part-time. Sono i primi indizi di quali siano state le conseguenze del “congelamento” sul tessuto economico e sulle vite delle persone.
Fino a oggi, le stime sull’andamento del pil erano state lusinghiere: stando all’ultimo aggiornamento, nel secondo trimestre è cresciuto dello 0,9% su quello precedente e dell’1,6% sullo stesso periodo del 2014. Ma quei numeri fanno riferimento ai mesi aprile-giugno, per cui non risentono delle tre settimane durante le quali gli istituti di credito sono rimasti chiusi e delle limitazioni ai pagamenti verso l’estero. Interventi che secondo gli analisti faranno sì che a fine anno il prodotto interno lordo di Atene registri un calo di almeno il 2%. Anche perché i tetti sono ancora in vigore: solo oggi il Comitato per l’approvazione delle operazioni bancarie ha annunciato che il limite giornaliero per le transazioni commerciali verso l’estero sarà presto aumentato da 5 a 7 milioni di euro, mentre le istituzioni possono trasferire oltreconfine al massimo 40 milioni al mese e i privati cittadini non più di 500 euro al mese.
Intanto il Paese si prepara ad andare alle urne, il 20 settembre, per scegliere il nuovo governo dopo le dimissioni di Alexis Tsipras. Il cui partito Syriza è ancora primo nei sondaggi ma ha perso molto terreno rispetto alle elezioni dello scorso gennaio. Nel frattempo la Grecia è guidata da un esecutivo tecnico guidato da Vassiliki Thanou. Il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, le ha inviato una lettera di congratulazioni in cui esprime soddisfazione per la scelta come ministro delle Finanze ad interim di George Chouliarakis, economista che ha giocato un ruolo chiave nei colloqui tecnici con i creditori europei e il Fmi. “La Commissione ha il piacere di osservare una continuità nei portafogli chiave”, ha spiegato la portavoce Margarethe Schinas. “Lo vediamo come un buon segno per l’attuazione del programma concordato. Ciò che conta ora è che ci sia un pieno supporto al salvataggio. Un ampio sostegno e una rapida attuazione delle riforme saranno necessari per il successo”.