Non si ferma l’infiltrazione della Libia da parte dei fondamentalisti islamici. Miliziani di Boko Haram sono arrivati a Sirte dalla Nigeria per sostenere i miliziani dello Stato Islamico, che secondo alcune fonti locali ha inscenato tra le strade della città una vera e propria prova di forza: una parata militare. Lo scorso 13 febbraio la notizia della presenza di guerriglieri dell’Isis nella città costiera aveva spinto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a dichiarare che l’Italia era “pronta a combattere in un quadro di legalità internazionale”, sollevando un polverone politico.
Secondo diverse fonti libiche concordanti tra loro, “200 combattenti nigeriani dei Boko Haram sono giunti a Sirte per sostenere i miliziani dell’Isis“, insediatisi nella città costiera libica da alcuni mesi. Gli jihadisti nigeriani sarebbero “giunti in Libia passando dai Paesi confinanti, come il Niger“. La notizia era già trapelata nei giorni scorsi dopo che alcuni esperti a vari siti di informazione africana avevano stimato “tra gli 80 e i 200 combattenti Boko Haram pronti ad unirsi ai tagliagole dello Stato Islamico a Sirte”.
“L’apertura delle rotte migratorie dalla Nigeria attraverso il Niger orientale fino alla Libia ha infatti reso il viaggio di questi combattenti abbastanza semplice, e lo Stato islamico può facilmente permettersi di pagare i contrabbandieri per portare militanti e armi lungo questa strada”, aveva affermato giorni fa Jacob Zenn, esperto nigeriano ad un quotidiano britannico. Un allarme rilanciato anche dal governo nigeriano che aveva avuto notizia di “nigeriani che si erano messi in viaggio per unirsi ai gruppi terroristi che operano nel nord Africa”.
Non solo. A Sirte i miliziani dello Stato Islamico hanno inscenato una parata ‘militare’. Lo hanno annunciato gli abitanti della città costiera libica ad un sito di informazione locale, parlando di una trentina di camionette che hanno sfilato per le strade con a bordo i jihadisti vestiti di nero che imbracciavano armi pesanti. Fonti locali hanno poi riferito che ieri l’Isis ha celebrato in una sorta di ‘convention‘ all’interno di una sala per conferenze, la sua potenza, sottolineando l’incapacità della coalizione araba a creare una forza anti-Isis.
Scontri a Bengasi, 5 morti
Cinque soldati dell’esercito fedele al governo libico di Tobruk – riconosciuto dalla comunità internazionale – sono rimasti uccisi a causa dell’esplosione di un ordigno e negli scontri con i jihadisti dello Stato Islamico a Bengasi, nella Libia orientale. Lo ha riferito l’agenzia di stampa filogovernativa Lana, citando il portavoce militare Miloud Zouai. Secondo il portavoce, uno dei militari è morto a causa dell’esplosione di un ordigno. Si tratta di Imad el-Jazoui, un comandante delle Forze Speciali. Altri tre soldati sono rimasti feriti nell’esplosione avvenuta nella zona di Laythi, nel centro di Bengasi. Nelle ore precedenti, inoltre, quattro soldati sono morti e 22 sono rimasti feriti negli scontri con l’Is nella zona di Hawari.