David Ermini, deputato toscano del Pd, responsabile nazionale per la Giustizia, è il commissario nominato da Matteo Renzi per ricomporre i pezzi del Partito Democratico ligure, tramortito dalla sconfitta elettorale alle regionali e incapace di ritrovare l’unità. Ermini dovrà traghettarlo verso il congresso che eleggerà il nuovo segretario, al posto di Giovanni Lunardon.

Onorevole Ermini, se lei fosse un medico quale diagnosi farebbe sulle condizioni del partito in Liguria e quale sarebbe la sua prognosi?
Non sono un medico, ma ho visto un malato che forse non si è reso conto di essere ammalato. E quando ha scoperto la malattia era già troppo tardi per salvarsi.

E’ già in grado di fare un’analisi della sconfitta di Raffaella Paita?
Non ci eravamo resi conto che si andava verso la sconfitta. Né a Roma e forse neppure qui a Genova. La diaspora all’interno del Pd ligure ha creata una sorta di delegittimazione reciproca fra le varie componenti del partito che non ha portato vantaggio a nessuna, neppure a chi è uscito dal Pd e ha favorito l’astensionismo di massa che ha consegnato la vittoria alla destra. Abbiamo regalato una regione di grande tradizione di sinistra a Toti e a Scajola, che hanno raccolto appena il 35% dei voti. Ci ritroviamo con una giunta di centrodestra che governa anche a Genova, Spezia e Savona, città di sinistra. In un momento in cui città bianche come Imperia, Sanremo, Ventimiglia. da sempre feudo di Scajola, sono finite al Pd. Avevamo una grande possibilità e ce la siamo giocata male.

Terapie?
La discussione è utile ma se viene fatta soltanto fra di noi, rischia di diventare autoreferenziale. Dobbiamo aprirci, sollecitare il confronto con la società, restituire entusiasmo ai nostri militanti. Chi vota per il Pd deve farlo con convinzione non per esclusione. Quando perdemmo le politiche con Veltroni nel 2008 la gente ci aveva votati. La potenzialità in Liguria c’è, il terreno è fertile. Il discorso è più ampio e chiama in causa un tema nazionale. Restituire ad ognuno il proprio ruolo all’interno del partito. Il singolo elettore o militante non deve avere l’impressione che qualunque cosa pensi è già tutto deciso. La sua voce deve arrivare fino dentro alle stanze del partito.

Primarie sì e primarie no per l’elezione dei sindaci? A Savona si vota nella primavera del 2016. E soprattutto, eventualmente Primarie con quali regole?
Il Pd nasce con Veltroni e assume le Primarie come elemento fondante. Ma le primarie servono a completare un percorso politico e a dare legittimazione unitaria al candidato scelto dal partito. Ma se dico: “Facciamo le Primarie e chi vuol correre corra”, diventano un Far West, danneggiano il partito anziché sostenerlo. Ricordo le primarie di Prodi, di Veltroni e anche di quelle di Renzi e Bersani. La gente andava di corsa a votare, con entusiasmo. Renzi perde le primarie 2012 e appoggia Bersani. Alle Primarie di Prodi ero al seggio del mio paese c’era una coda infinta di elettori, la gente votava volentieri pur sapendo che avrebbe vinto Prodi. Voleva dimostrare di credere in quel progetto politico.

In Liguria le Primarie aperte hanno permesso il voto a dirigenti ed elettori del centrodestra. Un paradosso, no?
Se le Primarie devono essere una guerra senza alcun contenuto politico allora è meglio evitarle.

I duecento firmatari che si dissociarono dalla candidatura di Paita: ritiene che siano recuperabili alla causa del Pd?
Non li conosco e non li ho ancora incontrarti. Ma ho intenzione di vederli. Gli dirò che hanno sbagliato a non votare il candidato del partito, ma credo sia giusto capire perché hanno fatto quella scelta. Voglio far capire loro che se anche qualcuno non ha votato per Paita è giusto confrontarsi. Ora però comincia una storia nuova. Non possiamo lasciare città come Genova, La Spezia, Savona in mano al centrodestra. Toti utilizza alcuni progetti ereditati dalla giunta di centrosinistra e tatticamente sta cercando di esportare il modello-Liguria in tutta Italia. “Vi spiego io come si vince” ed ecco che Toti fa l’accordo con Salvini per le Primarie. Toti sappia che il Pd ligure questa politica non gliela permette più. Game over.

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