L'INTERVISTA - Il leader della Lega Nord insiste sull'emergenza profughi e sulla necessità di allestire centri di identificazione nei Paesi africani "stabili". Non esclude un eventuale avvicinamento in chiave elettorale a Forza Italia e attacca la classe politica del Sud
Il problema dei migranti è “reale” e l’Europa e Renzi devono “svegliarsi”. Non esclude una futura partnership politica con il partito di Berlusconi e insiste sull’emergenza profughi, in arrivo dal Mediterraneo e dai Balcani. E accantona, almeno per ora, l’ipotesi di candidarsi alle comunali milanesi. Matteo Salvini da tempo studia da capo del centrodestra e con lui la Lega è arrivata ad essere la prima forza di un raggruppamento politico più ampio – da Forza Italia a Ncd – in cerca di una nuova identità.
Se domani si svegliasse Presidente del Consiglio cosa farebbe per risolvere il problema dei migranti?
Senza bacchette magiche, copiando quello che stanno facendo e proponendo gli altri. Ormai ci si sta avvicinando anche quello sveglione di Renzi. E quindi allestire centri di identificazione, soccorso e smistamenti in nord Africa, quanto meno nei paesi stabili. Quindi, se non in Libia, nei paesi vicini. Affondando i barconi e arrestando gli scafisti. E costringendo l’Europa a fare l’Europa, visto che è da un anno che se ne frega.
L’Europa sembra essersi accorta del problema, l’atteggiamento di Angela Merkel è cambiato nelle ultime settimane e anche dagli Usa arrivano appelli ad affrontare il tema.
Per il momento sono solo parole, ma le navi di mezzo mondo che stanno navigando nel Mediterraneo continuano a scaricare migranti solo in Italia. Per quanto riguarda gli americani: Obama ha sulla coscienza metà dei problemi del mondo, l’ultimo che può pontificare e insegnare qualcosa è proprio lui.
Adesso l’emergenza coinvolge tutti. Stiamo assistendo ai flussi della rotta balcanica e i 71 migranti trovati morti in un tir in Austria sono solo uno degli ultimi episodi di una situazione a cui trovare una soluzione.
Il problema è che gli altri paesi europei stanno aumentando difese e controlli, gli unici che non stanno facendo un accidente siamo noi. Non abbiamo visto un respingimento, un’espulsione, i tempi di identificazione non si sono accorciati. Io vedo solo i prefetti che smistano come sul Risiko gli emigrati in mezza Italia.
Dal punto di vista elettorale questa situazione le fa gioco.
Preferirei occuparmi di altro, non essere chiamato notte e giorno da sindaci, amministratori, madri e padri che chiamano preoccupati perché non se ne può più.
Ma il problema è reale?
Sì. Queste persone rappresentano una spesa inimmaginabile che potrebbe essere utilizzata in maniera fruttuosa in Africa. Poi la cronaca è piena di episodi che coinvolgono questi richiedenti asilo.
In tema di costi, i respingimenti non permetterebbero certo di risparmiare. L’Australia, ad esempio, mette in campo cifre ben superiori a quelle dell’Italia.
Sarebbero comunque soldi meglio spesi, preferisco respingere che accogliere a tempo indefinito.
Cosa pensa di fronte alle immagini dei morti e della sofferenza?
Mi incazzo perché sono morti che si dovrebbero evitare. E pesano sulle coscienze di questi che non stanno muovendo un dito contro questo esodo. Ad esempio, basta guardare il tasso di natalità, visto che ci sono vescovi che hanno passato l’estate a pontificare, ci sono alcuni paesi africani – penso a Nigeria e Niger – che hanno tasso di natalità di 4 o 5 volte superiore a quello europeo. Ora se non si interviene da questo punto di vista è come svuotare il mare con un cucchiaino.
Cioè?
Bisogna intervenire sulla natalità. Ci sono paesi teoricamente poveri, come la Nigeria, che è il secondo paese per richieste d’asilo in Italia, che ha un tasso di natalità più di quattro volte superiore al nostro. Quindi o si interviene con politiche che riguardano anche natalità ed educazione, oppure fra 20 anni…
Fra 20 anni saremmo senza braccianti.
Tranquillo che lo fanno normalmente pagati gli italiani, senza essere sottopagati a raccogliere i pomodori oppure alla vendemmia. Certo che se ci sono quelli che sono disposti a farsi sfruttare a 3 euro l’ora, per gli italiani il lavoro non ci sarà mai.
Le vostre posizioni su migranti e accoglienza sono spesso estreme. Qualche sera fa lei se l’è presa con Piero Pelù, colpevole di averla criticata prima di un concerto. Se non diamo dei ‘fascisti’ a voi, oggi chi si merita questo appellativo?
Piero Pelù mi ha dato del ‘neonazista’ e le parole hanno un peso. Va bene tutto, uno può insultarmi e non essere d’accordo con me, ma il nazismo è una cosa perversa e negativa, e di questa affermazione ne risponderà in tribunale. Fascismo e comunismo appartengono al passato, non ha senso oggi etichettare qualcuno con quegli appellativi, la storia non si mai ripete uguale a se stessa.
La storia non si ripete uguale, ma certe nostalgie, emergono ascoltando le vostre piazze e leggendo i commenti sui social network, soprattutto sul tema migranti. Come comunicatore politico non sente la responsabilità di alimentare questo odio?
E’ un problema di chi ha portato a tutto questo. Se ci fosse rispetto delle regole, certezza della pena, pulizia e ordine non ci si sarebbero queste ‘voglie’. Se ci sono certi fenomeni si devono ai Renzi e alle Boldrini di turno che fanno finta che nulla stia succedendo.
Voltiamo pagina, nel 2016 si vota per il sindaco di Milano. Mi faccia un nome. Chi vorrebbe come candidato?
Più che chi, cosa. Sono tanti i temi sul tavolo. Chiunque lo faccia avrà belle sfide di fronte: il dopo Expo, lo spostamento del carcere di San Vittore, le periferie che rispetto a 5 anni fa non sono progredite di un centimetro.
Un nome.
No, ci sono idee ma non mi piace il gioco giornalistico delle nomination.
Lei è fuori dalla partita?
A me ha fatto piacere che in tanti me lo abbiano chiesto e me lo chiedano, ma al momento sto facendo altro.
L’elezione milanese favorirà un riavvicinamento con Berlusconi?
Ma anche qua, dipende tutto dalla sintonia sulle cose da fare. La mia in generale è una proposta a tutti quelli che sono all’opposizione di Renzi. A partire da Forza Italia, sicuramente. Le distanze però sono ancora lì, soprattutto sui temi relativi all’Europa. Quello che fa, che vota e che pensa la maggioranza di Forza Italia non è per niente in linea con il pensiero della Lega.
Per vincere, però, non potete prescindere da un’alleanza più ampia col centrodestra.
Lo abbiamo già fatto in passato: tutti insieme per avere un voto in più e vincere. E abbiamo già pagato in passato con i Fini, i Follini, con i Casini, con gli Alfani. Non mi interessa mettere insieme tutti pur di vincere.
Quindi la prospettiva di un Alfano definitivamente legato al Pd non crede sia un problema per il centro destra?
Alfano è come la Peppa Tencia, la donna nera (è la carta della donna di picche che i giocatori non devono avere in mano per vincere al gioco di carte della Peppa, detto anche Chat Noir o Hearts, ndr) lo lascio volentieri in mano agli altri.
L’esperienza di Noi Con Salvini procede? Non se ne sente più parlare.
Continua, accelera, ci stiamo strutturando, paese per paese. Sempre di più.
Noi Con Salvini è stato presentato come il grimaldello per conquistare il Sud. Recentemente si è parlato dei dati economici del Sud Italia: negli ultimi 10 anni il Pil è cresciuto metà di quello della Grecia. La Sicilia se fosse uno Stato autonomo sarebbe da tempo in default.
Il problema è la classe politica del sud. Anche per questo oggi molti danno ragione alla Lega. Rispetto a 20 anni fa, l’Italia o cresce tutta oppure è problema per tutti. Se non si cresce a Lamezia Terme è un problema anche a Treviso. La mia scommessa è far ripartire lavoro ed economia da nord a sud. Poi rimango convintamente autonomista e federalista.
E la secessione?
Io sono ancora convinto che i popoli debbano poter scegliere da chi farsi governare, come, quante tasse raccogliere, dove mandarle. L’indipendenza non nasce con Salvini o con la Lega, nasce con l’uomo. In questo momento però o l’Italia riparte o affonda tutta assieme.
Insomma, non c’è più spazio per quello che era il sogno di Bossi.
In questo momento l’emergenza è da Nord a Sud, a Trento come a Bari.
Se l’Italia fosse divisa in due proporreste un muro anti-immigrati come sta facendo Orban in Ungheria?
Non mi esaltano i muri. Ammiro l’Ungheria, ma non penso che la risposta stia nel filo spinato. Il confine in questo momento non è tra nord e sud.
Dov’è?
Mi basterebbe che fosse al limite delle acque territoriali. Siamo diventati un raccoglitore di ogni genere di umanità. Di disperati nella migliore delle ipotesi e delinquenti nella peggiore. Non ci sta l’Africa in Italia e neanche in Europa. Lo dicono i numeri e la fisica. Quindi è meglio aiutare l’Africa a crescere in Africa e non in Valtellina.
Ma i flussi migratori sono destinati ad aumentare.
La questione va risolta a monte. Io non ho ancora capito dai “buoni” quali sono i limiti e le regole, qual è il numero massimo di persone che possono entrare: limiti e regole ormai li chiedono tutti. Se quelli che arrivano finiscono in albergo anche se non hanno alcun diritto di venire qua, perché dovrebbero fermarsi? Io li vedo: altro che profughi. Più di metà della gente non ha nulla del profugo, vogliono solo piazzarsi altrove a spese altrui.
E le responsabilità dell’occidente?
Sono indubbie. Ma sta andando tutto avanti, oggi metà dell’Africa è in mano a cinesi, tedeschi, inglesi. Non è che possiamo scontare noi gli errori degli altri.
Nel centrodestra chi la imbarazza di più? Buonanno o Razzi?
Ho finito di imbarazzarmi tanto tempo fa. Ognuno fa i suoi errori, con i pregi e i difetti. Io per primo. Buonanno a volte esagera, ma come Razzi gioca con il suo personaggio, penso che nessuno dei due è come vuole farsi apparire
Una petizione chiede anche l’espulsione di Buonanno dal Parlamento Europeo.
Queste cose mi mettono tristezza, l’Europa ha bisogno di ben altri cambiamenti piuttosto che espellere tizio o caio. Se si divertono così, buon per loro.
Come sta andando la vostra iniziativa per la regolamentazione della prostituzione?
Si stanno contando le firme ma, visto che l’abbiamo fatta da soli, credo che difficilmente arriveremo alle 500mila. Se ci sono bene, se non ci sono sarà una delle prime cose che faremo quando andremo al governo.
Prostituzione si e droghe leggere no?
No, come ho già detto. Il sesso fa bene, la droga no.
Quando si esagera anche alcool e tabacco fanno male, eppure sono legali.
Non potendo e non volendo vietare vino e tabacco, l’ultima delle cose che farei è liberalizzare la droga leggera, non voglio lo Stato spacciatore.
Ma il principio di base, che si tratti di prostituzione o droghe leggere, è lo stesso: meno delinquenza, più sicurezza, più soldi allo Stato. Ormai lo fanno anche negli Usa.
Non do giudizi, so che il dibattito è aperto, anche dal punto di vista scientifico. Ma in attesa che la scienza chiarisca, dico di no.