La gogna online contro i cittadini morosi, non in regola con il pagamento dei tributi comunali.
E’ questa l’idea – per la verità non originale e con un certo numero di preoccupanti precedenti negli ultimi anni – alla base di una delibera adottata nei mesi scorsi dal Comune di Mulazzo, in Lunigiana allo scopo di disincentivare i cittadini a diventare evasori e sollecitarli – si legge testualmente nella delibera – al pagamento di quanto dovuto.
Una sanzione accessoria a quelle già previste dalla legge per chi si sottrae al pagamento delle tasse ripescata, nel 2015, dalla tradizione medievale dove si punivano con la gogna ladri e malfattori, incatenandoli nelle piazze dei borghi, esposti alle pubbliche offese ed ad ogni genere di angheria da parte dei concittadini che erano liberi – ed anzi stimolati – a ricoprire il volto dei condannati con sterco ed acque scure o a ferirli a sangue, ricoprendo poi di sale le ferite.
“Invieremo lettere di sollecito dando tempo, 15 giorni, a tutti di mettersi in regola” – spiegava, il Sindaco di Mulazzo, Claudio Novoa (Pd) alla stampa, nel maggio scorso, all’indomani della notizia della delibera –“ma chi, nonostante questo, continuerà a non pagare il dovuto, vedrà apparire il suo nome su un albo apposito creato sul sito web del Comune. Non sarà un albo della vergogna, bensì un invito a pagare a tutela di chi lo ha già fatto”.
Nei giorni scorsi, però, il Garante della Privacy ha messo nero su bianco che i propositi del Comune toscano – così come naturalmente quelli delle tante altre amministrazioni municipali che hanno abbracciato o meditano di abbracciare analoghe soluzioni – sono semplicemente fuori legge per un lungo elenco di ragioni comunicate, in dettaglio, al Sindaco di Mulazzo nei giorni scorsi.
Le amministrazioni, scrive il Garante della Privacy nel suo provvedimento, possono pubblicare online i soli dati che la legge impone loro di pubblicare e non tocca, certamente, ad un’amministrazione Comunale riscrivere le regole in materia di privacy in modo da auto-garantirsi il diritto a ripristinare, a secoli di distanza, una forma a metà strada tra la sanzione e la tortura come la gogna, ancorché, oggi, mediatica e non più fisica.
Un’idea come quella in questione, peraltro, viola macroscopicamente il principio di necessità, pertinenza e non eccedenza cui è ispirata l’intera disciplina sui dati personali giacché non serve la gogna per punire chi non paga le tasse essendo sufficienti le sanzioni già previste dalla legge ed il recupero coattivo delle somme non versate.
Senza contare, conclude il Garante, che il mancato pagamento di un tributo può essere dovuto a decine di motivi diversi dei quali la pubblicazione piatta di un elenco di morosi non darebbe conto né ragione, finendo, di fatto, con il mettere sullo stesso piano chi non paga le tasse per furbizia, astuzia o, comunque, scelta consapevole con chi non le paga perché le condizioni economiche non glielo consentono o a seguito di una contestazione dovuta, magari, ad un errore della stessa amministrazione.
E c’è da augurarsi che il provvedimento del Garante privacy ed il caso del Comune di Mulazzo metta fine, per sempre, ad una preoccupante deriva che va avanti da anni con numerose amministrazioni che si sono, a più riprese, “innamorate” della gogna online quale sanzione accessoria e altrettanti interventi della stessa Autorità, costretta a ricordare prima ancora che le regole del diritto quelle della civiltà.
E’ preoccupante dover registrare nelle stesse amministrazioni dello Stato una così bassa percezione e considerazione del diritto alla privacy dei cittadini quasi che si trattasse di un’inutile orpello e non già di un diritto fondamentale dell’uomo.
E pensare che nella delibera della discordia del Comune di Mulazzo, di scrive testualmente che “la pubblicazione online dell’elenco dei morosi vuole essere uno stimolo al senso di civico da parte di tutti i cittadini”.
Sembra paradossale – benché talvolta sembra diffusa una sorta di assuefazione collettiva all’idea della “privacy zero” nei confronti delle autorità pubbliche – che si pensi di stimolate il senso civico attraverso provvedimenti contrari ai più elementari principi di civiltà e cultura democratica.
E sembra egualmente paradossale che talune amministrazioni che, quando si tratta di sottrarsi agli obblighi di trasparenza, posti a loro carico dalla legge, si fanno scudo indebitamente della disciplina sulla privacy, poi, in altre occasioni, ne sottovalutino così straordinariamente importanza e centralità nella vita democratica di qualsiasi comunità.
Guido Scorza
Componente del collegio del garante per la protezione dei dati
Diritti - 31 Agosto 2015
Tasse, niente gogna online per i morosi. Doveva dirlo il Garante della Privacy?
La gogna online contro i cittadini morosi, non in regola con il pagamento dei tributi comunali.
E’ questa l’idea – per la verità non originale e con un certo numero di preoccupanti precedenti negli ultimi anni – alla base di una delibera adottata nei mesi scorsi dal Comune di Mulazzo, in Lunigiana allo scopo di disincentivare i cittadini a diventare evasori e sollecitarli – si legge testualmente nella delibera – al pagamento di quanto dovuto.
Una sanzione accessoria a quelle già previste dalla legge per chi si sottrae al pagamento delle tasse ripescata, nel 2015, dalla tradizione medievale dove si punivano con la gogna ladri e malfattori, incatenandoli nelle piazze dei borghi, esposti alle pubbliche offese ed ad ogni genere di angheria da parte dei concittadini che erano liberi – ed anzi stimolati – a ricoprire il volto dei condannati con sterco ed acque scure o a ferirli a sangue, ricoprendo poi di sale le ferite.
“Invieremo lettere di sollecito dando tempo, 15 giorni, a tutti di mettersi in regola” – spiegava, il Sindaco di Mulazzo, Claudio Novoa (Pd) alla stampa, nel maggio scorso, all’indomani della notizia della delibera –“ma chi, nonostante questo, continuerà a non pagare il dovuto, vedrà apparire il suo nome su un albo apposito creato sul sito web del Comune. Non sarà un albo della vergogna, bensì un invito a pagare a tutela di chi lo ha già fatto”.
Nei giorni scorsi, però, il Garante della Privacy ha messo nero su bianco che i propositi del Comune toscano – così come naturalmente quelli delle tante altre amministrazioni municipali che hanno abbracciato o meditano di abbracciare analoghe soluzioni – sono semplicemente fuori legge per un lungo elenco di ragioni comunicate, in dettaglio, al Sindaco di Mulazzo nei giorni scorsi.
Le amministrazioni, scrive il Garante della Privacy nel suo provvedimento, possono pubblicare online i soli dati che la legge impone loro di pubblicare e non tocca, certamente, ad un’amministrazione Comunale riscrivere le regole in materia di privacy in modo da auto-garantirsi il diritto a ripristinare, a secoli di distanza, una forma a metà strada tra la sanzione e la tortura come la gogna, ancorché, oggi, mediatica e non più fisica.
Un’idea come quella in questione, peraltro, viola macroscopicamente il principio di necessità, pertinenza e non eccedenza cui è ispirata l’intera disciplina sui dati personali giacché non serve la gogna per punire chi non paga le tasse essendo sufficienti le sanzioni già previste dalla legge ed il recupero coattivo delle somme non versate.
Senza contare, conclude il Garante, che il mancato pagamento di un tributo può essere dovuto a decine di motivi diversi dei quali la pubblicazione piatta di un elenco di morosi non darebbe conto né ragione, finendo, di fatto, con il mettere sullo stesso piano chi non paga le tasse per furbizia, astuzia o, comunque, scelta consapevole con chi non le paga perché le condizioni economiche non glielo consentono o a seguito di una contestazione dovuta, magari, ad un errore della stessa amministrazione.
E c’è da augurarsi che il provvedimento del Garante privacy ed il caso del Comune di Mulazzo metta fine, per sempre, ad una preoccupante deriva che va avanti da anni con numerose amministrazioni che si sono, a più riprese, “innamorate” della gogna online quale sanzione accessoria e altrettanti interventi della stessa Autorità, costretta a ricordare prima ancora che le regole del diritto quelle della civiltà.
E’ preoccupante dover registrare nelle stesse amministrazioni dello Stato una così bassa percezione e considerazione del diritto alla privacy dei cittadini quasi che si trattasse di un’inutile orpello e non già di un diritto fondamentale dell’uomo.
E pensare che nella delibera della discordia del Comune di Mulazzo, di scrive testualmente che “la pubblicazione online dell’elenco dei morosi vuole essere uno stimolo al senso di civico da parte di tutti i cittadini”.
Sembra paradossale – benché talvolta sembra diffusa una sorta di assuefazione collettiva all’idea della “privacy zero” nei confronti delle autorità pubbliche – che si pensi di stimolate il senso civico attraverso provvedimenti contrari ai più elementari principi di civiltà e cultura democratica.
E sembra egualmente paradossale che talune amministrazioni che, quando si tratta di sottrarsi agli obblighi di trasparenza, posti a loro carico dalla legge, si fanno scudo indebitamente della disciplina sulla privacy, poi, in altre occasioni, ne sottovalutino così straordinariamente importanza e centralità nella vita democratica di qualsiasi comunità.
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Mondo
Gaza, niente accordo per estendere la prima fase del cessate il fuoco. Israele blocca gli aiuti umanitari
Buriram, 2 mar. (Adnkronos) - Altra doppietta dei fratelli Marquez nel Gp della Thailandia di MotoGp. Dopo la Sprint Race i fratelli spagnoli hanno occupato le prime due posizioni anche nella gara lunga, con la Ducati ufficiale di Marc Marquez che fa doppietta davanti ad Alex Marquez, con la Ducati del Team Gresini, terza anche in gara l'altra Ducati ufficiale di Pecco Bagnaia, per il tris di ducatisti sul podio, a seguire Franco Morbidelli, poi l'Aprilia del rookie Ai Ogura, e Marco Bezzecchi, mentre sono usciti Acosta e Mir e si è ritirato Fernandez.
Marc Marquez parte bene e guadagna subito la testa della gara ma a circa 19 giri al termine, un po' a sorpresa, Alex Marquez passa il fratello, che sembra aver deliberatamente rallentato per farsi passare e mettersi in scia del fratello, forse per un problema di pressione gomme. Dopo aver seguito a pochi decimi il fratello, a tre giri dal termine, Marc passa il fratello e scappa via verso la seconda vittoria consecutiva e la testa della classifica mondiale. (segue)
Gaza, 2 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas insiste sulla necessità di attuare la seconda fase del cessate il fuoco con Israele, dopo che Israele ha approvato un'estensione temporanea della fase iniziale.
"L'unico modo per raggiungere la stabilità nella regione e il ritorno dei prigionieri è completare l'attuazione dell'accordo, iniziando con l'attuazione della seconda fase", ha affermato il leader di Hamas Mahmoud Mardawi.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Fulco Pratesi ha saputo non solo denunciare i mali che affliggono l'ambiente ma ha saputo esercitare una grande funzione pedagogica di informazione e formazione sui temi ambientali. Personalmente ricordo il grande contributo di consigli e di indicazioni durante il periodo in cui sono stato ministro dell'Ambiente e in particolare per l'azione che condussi per la costituzione dei Parchi nazionali e per portare la superficie protetta del paese ad un livello più europeo. Ci mancherà molto". Lo afferma Valdo Spini, già ministro dell'Ambiente nei Governi Ciampi e Amato uno.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Le immagini che arrivano dalla città di Messina, dove si sono verificati scontri tra Forze dell'Ordine e manifestanti nel corso di una manifestazione no ponte, mi feriscono come messinese e come rappresentante delle istituzioni. Esprimo tutta la mia solidarietà alle Forze dell'Ordine e all'agente ferito, cui auguro una pronta guarigione, e condanno fermamente quanto accaduto. Esprimere il proprio dissenso non autorizza a trasformare una manifestazione in un esercizio di brutalità”. Lo afferma la senatrice di Fratelli d'Italia Ella Bucalo.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - “Inaccettabile quanto accaduto oggi a Messina in occasione del corteo contro la costruzione del Ponte sullo Stretto. Insulti, intolleranza, muri del centro imbrattati con scritte indegne, violenze contro le Forze dell’Ordine. È assurdo manifestare con simili metodi, coinvolgendo personaggi che nulla possono avere a che fare con il normale confronto democratico. Ferma condanna per quanto accaduto, e solidarietà alle Forze dell’Ordine che hanno gestito con grande professionalità i momenti più tesi della giornata”. Così Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese di Forza Italia.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Siamo orgogliosi della nostra Marina militare italiana che, con il Vespucci, ha portato nel mondo le eccellenze e i valori del nostro Paese. Bentornati a casa: la vostra impresa, che ho avuto la fortuna di poter vivere personalmente nella tappa di Tokyo, è motivo di vanto per ogni italiano. Grazie!” Così il capogruppo della Lega in commissione Difesa alla Camera Eugenio Zoffili.
Roma, 1 mar. (Adnkronos) - "Di fronte a quanto sta avvenendo nel mondo, agli stravolgimenti geopolitici e all’aggressione subita ieri alla Casa Bianca dal presidente ucraino, troviamo gravi e fuori luogo le considerazioni dei capigruppo di Fdi. Non è una questione di contabilità ma di rispetto verso il Parlamento. E in ogni caso la premier Meloni è venuta a riferire in Parlamento solo prima dei Consigli europei, come hanno fatto tutti gli altri suoi predecessori, perché era un suo dovere. E da oltre un anno e mezzo non risponde alle domande libere di un Premier time in Aula. Oggi siamo di fronte ad una gravissima crisi internazionale e alla vigilia di un Consiglio europeo che dovrà prendere decisioni importanti per l’Ucraina e per l’Europa. Dovrebbe essere la stessa Giorgia Meloni a sentire l’urgenza di venire in Aula per dire al Paese, in Parlamento, non con un video sui social, da che parte sta il Governo italiano e quale contributo vuole dare, in sede europea, per trovare una soluzione". Lo affermano i capigruppo del Pd al Senato, alla Camera e al Parlamento europeo Francesco Boccia, Chiara Braga e Nicola Zingaretti.
"Per questo -aggiungono- ribadiamo la nostra richiesta: è urgente e necessario che la presidente del Consiglio venga in Aula prima del Consiglio europeo del 6 marzo. Non si tratta di una concessione al Parlamento, che merita maggior rispetto da parte degli esponenti di Fdi e di Giorgia Meloni che continua a sottrarsi al confronto”.