La quinta edizione del Medimex comincia a scoprire le sue carte. E la prima carta è già un asso: Brian Eno. Sarà infatti il padre dell’ambient music ad aprire il Salone dell’innovazione musicale promosso da Puglia Sounds, in programma a Bari dal 29 al 31 ottobre, con la prima esposizione assoluta dell’installazione “Light paintings”. L’opera, in cui la luce è suonata come “musica visiva”, troverà collocazione al Teatro Margherita, con vernissage il 28 ottobre e apertura al pubblico dal giorno seguente sino al 14 novembre. Brian Eno sarà anche ospite di un incontro d’autore il 29 ottobre all’interno degli spazi espositivi della Fiera del Levante.
Il musicista e produttore britannico non è certo nuovo alle incursioni nell’arte contemporanea. Infatti il progetto “Light paintings” si colloca a stretto contatto temporale con “The Sound of Creation”, l’installazione che il musicista e visual artist britannico tuttora sta esponendo alla 56a Biennale di Venezia. Se nella Laguna il fondatore dei Roxy Music ha lavorato a quattro mani con il pittore sudafricano Beezy Bailey sul concetto di “sound paintings”, al Medimex proporrà un discorso artistico interamente incentrato sulla luce. Quasi un ritorno ai banchi della School of Art di Winchester per Eno, che proprio lì aveva appreso per la prima volta negli anni ’60 l’uso delle qualità fluide e pittoriche della luce.
“Light paintings” è anche un modo per ripensare il rapporto tra spettatore e video, superando la fissità dello spettatore che generalmente caratterizza la fruizione artistica. “Sino a quando lo schermo sarà considerato solo un’estensione di film o tv, il futuro potrà riservarci esclusivamente un crescente livello di isteria. Invece a me – spiega Eno – interessa rompere il rigido rapporto tra spettatore e video: fare in modo che il primo non rimanga più seduto, ma osservi lo schermo come si ammira un dipinto”. La mostra al Medimex si articolerà in tre sale, dove verranno proposte due diverse esperienze adottate dall’artista per dipingere con la luce. La prima è ‘77 Million Paintings’, che rappresenta un paesaggio sonoro e immaginifico in continua evoluzione, dove l’opera non è offerta allo spettatore una volta per tutte ma si genera ogni volta sotto il suo sguardo come atto unico e irripetibile.
Le altre due sale esporranno invece i «Light Boxes», strutture quadrangolari fatte a mano e sistemate in file, verticali ed orizzontali, su cui la luce cambia direzione e intensità rivelando giochi di ombre e colore. L’effetto – c’è da scommetterci – non sarà dissimile dal senso di pace che danno dischi come “Music for airports”, creando spazi ovattati e sconfinati in cui immergere gli occhi.