La guerra del futuro, secondo Treyarch, non sarà decisa solo dall’abilità dei soldati che la combatteranno, ma anche e soprattutto dalla tecnologia. Accade già oggi nella nostra realtà, accadeva circa un anno fa in Advanced Warfare, capitolo della saga che ha beneficiato della partecipazione straordinaria di Kevin Spacey, accadrà tanto più con Black Ops III: ultimo rappresentante del brand di Call of Duty, in uscita su PC, PlayStation 4 e Xbox One il prossimo 6 novembre.

Per accrescere la spasmodica attesa dei fan e permettere agli sviluppatori di apportare gli ultimi ritocchi, Activision ha ben pensato di offrire, a fan e non, un piccolo assaggio della sua produzione distribuendo online una beta dedicata al solo multiplayer competitivo. Dopo diverse notti insonni, spese tra un deathmatch e l’altro, ci sono pochi dubbi sul fatto che anche quest’anno Call of Duty ci offrirà divertimento a non finire, nonostante qualche piccola sbavatura lasci presupporre che gli sviluppatori saranno costretti ad apportare qualche correzione dell’ultimo minuto.

Questo episodio si fonda su una regola facile da memorizzare: specializzarsi. Al primo accesso alla beta ci è stato chiesto di sacrificare un Token, moneta di scambio con cui sbloccare armi e power-up di ogni tipo, per scegliere uno tra i quattro soldati di cui era possibile vestire i panni. Ruin, Outrider, Prophet e Battery, oltre a differenziarsi esteticamente, si equipaggiano di fucili e abilità esclusive. Queste, molto democraticamente, si renderanno disponibili a intervalli di tempo solo superficialmente regolati dall’effettivo andamento della partita: sia i giocatori più bravi, che quelli alle prime armi, potranno godere dei benefici di questi bonus. Si va da cannoni che sparano raggi elettrici, a devastanti mosse corpo a corpo che possono eliminare istantaneamente interi gruppi di nemici, senza dimenticare lanciagranate con proiettili a frammentazione.

Purtroppo, a conti fatti, è stato proprio il bilanciamento tra questi poteri ed armi a suscitare la maggior perplessità emersa durante le partite effettuate. Alcune sono evidentemente troppo vantaggiose rispetto ad altre. Il rischio è che alla lunga i videogiocatori esperti finiscano per scegliere solo un ristretto manipolo di soldati, ignorando completamente gli altri, appiattendo, di conseguenza, il gameplay.

Escludendo questo piccolo difetto, che quasi certamente gli sviluppatori si preoccuperanno di limare entro la release o subito dopo tramite una patch, Blak Ops III promette benissimo. Eliminati i pesanti e ingombranti EXO di Advanced Warfare, strizzando ancor più l’occhiolino a Titanfall, il ritmo di ogni partita è ulteriormente aumentato. Gli avatar digitali, comunque muniti di jetpack, possono scivolare sul suolo, scattare senza affaticarsi, correre sui muri, raggiungere piattaforme sopraelevate grazie al doppio salto. Ogni scontro a fuoco è diventato ancor più fulmineo e deciso dalla prontezza dei riflessi, ma, a beneficiare della ritrovata agilità dei personaggi, è stato anche il design delle mappe. Nelle tre presenti nella beta, ad esempio, era possibile approfittare di scorciatoie utilissime per fiancheggiare e circondare i nemici.

Come se non bastasse, gadget di ogni tipologia immaginabile renderanno ancora più ardua la sopravvivenza. Tra bombe di prossimità mobili, trappole, droni e software che possono manomettere l’hud dei giocatori avversari, gli ostacoli e pericoli a cui bisognerà prestare attenzione sono aumentati esponenzialmente, a tutto vantaggio del divertimento e delle possibilità strategiche offerte al videogiocatore.

Call of Duty: Black Ops III deve ancora mostrare il meglio che ha da offrire. Ciononostante questa beta ci ha lasciato una discreta voglia di mettere le mani sul prodotto finito. L’attesa non è lunghissima e speriamo che Treyarch utilizzi il tempo che gli rimane per eliminare i problemi di bilanciamento riscontrati. Buona parte del successo dipenderà da questo.

A cura di Lorenzo Fazio

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