Roma, 1 apr. - (Adnkronos) - A marzo l'Indice Hcob Pmi (Purchasing Managers' Index) sul settore manifatturiero italiano scende a 46,6 punti dai 47,4 di febbraio con la dodicesima lettura consecutiva sotto i 50,0 segnalando - si spiega - "un anno di deterioramento sostenuto della salute del settore manifatturiero". Dei cinque componenti principali del PMI, la produzione e le scorte di acquisti sono state le principali influenze direzionali negative. Le letture nei tre indici rimanenti sono rimaste sostanzialmente invariate nel mese. Un altro calo evidente della domanda di beni manifatturieri italiani è stato segnalato dagli ultimi dati HCOB, collegati dai partecipanti al panel a un rallentamento in tutto il settore. Il tasso di calo dei nuovi ordini è stato marcato e ampiamente in linea con quello osservato in media nell'attuale recessione di 12 mesi. Il clima delle esportazioni ha pesato sugli ordini totali a marzo, poiché le vendite internazionali sono diminuite rapidamente e a un ritmo più veloce rispetto al mese precedente. Allo stesso tempo, la tendenza al ribasso della produzione si è estesa a un anno a marzo. La produzione è stata ridotta in linea con il calo dei volumi del portafoglio ordini. Il tasso di contrazione è stato anche il più netto degli ultimi quattro mesi.
A marzo inoltre i numeri dell'occupazione sono stati ridotti per il sesto mese consecutivo mentre restano "segnali di capacità inutilizzata poiché il volume di lavoro in corso è sceso ulteriormente".
Commentando i dati PMI, Jonas Feldhusen, Junior Economist presso la Hamburg Commercial Bank, ha sottolineato come "il settore manifatturiero italiano rimane in preda alla crisi, senza mostrare segni di miglioramento a marzo. La situazione difficile persiste, con un ulteriore calo dei nuovi ordini legato alla debolezza del settore produttivo. L'ambiente economico rimane instabile per i produttori, dal momento che si attendono tariffe statunitensi, a partire dal 2 aprile".