“Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità di una grande amnistia“. La frase, scritta da Papa Francesco nella lettera inviata a monsignor Fisichella in vista del Giubileo straordinario che si aprirà il prossimo 8 dicembre, non ha tardato a scatenare reazioni e, da Pannella a Salvini, il mondo politico si divide in entusiasti e detrattori.
Tra la Lega Nord e il Vaticano ultimamente non corre buon sangue. Sono state diverse le occasioni di scontro, soprattutto sul tema dei migranti. Anche questa volta il leader del Carroccio non si è lasciato sfuggire l’occasione e via Twitter e Facebook replica a Francesco: “Papa chiede amnistia per detenuti: ‘Il mio pensiero va ai carcerati’. Umilmente e cristianamente, non sono d’accordo. Penso alle vittime dei loro reati“.
Di segno opposto la reazione dello storico leader radicale, che ringrazia il pontefice dai microfoni di Radio Radicale: “Evviva Papa Francesco – prosegue Pannella – stavo per chiederti sii coraggioso, ma avevo un po’ di pudore, speravo che arrivasse, è arrivata, e quindi chiederò nelle dovute formule di essere ricevuto dal Segretario di Stato Vaticano per rendere grazie formalmente allo stato di Città del Vaticano e a Papa Francesco perché interpreta sicurissimamente non solo i sentimenti comuni a coloro che conoscono e sanno, ma in realtà i sentimenti che le giurisdizioni massime hanno, appoggiando le nostre richieste fatte proprie”.
Prese di posizione arrivano anche dal mondo associativo. Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione Antigone, ha sottolineato come le parole del Papa sono “un auspicio rivolto a chi poi dovrà prendere delle decisioni. Questo messaggio non va sottovalutato nella sua semplicità, bensì preso in considerazione per il suo valore. E’ importante che il Papa sottolinei l’aspetto della sofferenza in ambito carcerario”. Poi, conclude: “Al momento ci sono 53mila detenuti in Italia. Le parole di Francesco sono totalmente condivise dall’Associazione Antigone”.
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), auspica che le parole del Papa possano essere l’occasione “per far ripartire il sistema penitenziario del Paese e, quindi, per garantire carceri più umane anche alle donne ed agli uomini del Corpo di Polizia Penitenziaria, sempre più spesso costretti a subire e gestire gli eventi critici derivanti dall’attuale tensione detentiva e più precisamente aggressioni, colluttazioni, risse, atti di autolesionismo, tentati suicidi”. Secondo Capece un’amnistia “potrebbe essere il punto di partenza per far ripartire il sistema”.