Il premier su Rtl 102.5 dopo che fonti Ue hanno bocciato l'eliminazione di Tasi e Imu sulla prima abitazione: "L'Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse. Spero sia stato il caldo". Poi rilancia la promessa: "Il 16 dicembre funerale delle tasse sulla casa". Berlusconi? Quello "prima maniera" parlava di cose che interessavano gli italiani. Ora non fa altro che parlare di Italicum". La replica della commissione Ue: "Valutazione su legge di stabilità sarà basata sui fatti, su quello che ci sarà, e sulle previsioni economiche di novembre"
Una rispostaccia a Bruxelles, che si è permessa di intervenire sull’opportunità di tagliare le tasse sulla casa e di allentare il rigore sul deficit. Il rilancio in grande stile della promessa di luglio, con l’annuncio del “funerale” della Tasi. E un elogio al Silvio Berlusconi “prima maniera”, che “parlava delle cose che interessavano gli italiani”. Come l’Imu, appunto. Dopo la doccia gelata arrivata martedì sera da fonti europee sull’opportunità di tagliare le tasse sulla casa, Matteo Renzi risponde a muso duro dai microfoni di Rtl 102.5 e difende a tutto campo l’azione del governo. “L’Ue che si gira dall’altra parte sui migranti pensa di venirci a spiegare le tasse. C’è qualcuno a Bruxelles che pensa di mettersi a fare l’elenco delle tasse da tagliare”, ha detto il premier. Piccato perché funzionari della Commissione hanno ricordato che le “raccomandazioni” Ue prescrivono di intervenire prima di tutto sul cuneo fiscale che grava sul lavoro. “Spero sia stato il caldo, le tasse da tagliare le decidiamo noi, non Bruxelles”.
Le coperture? “Ci siamo fatti un gran mazzo per trovarle” – Poi Renzi ha ribadito la promessa dell’eliminazione di Tasi e Imu sulla prima abitazione: “Il 16 dicembre” gli italiani pagheranno la “seconda rata della Tasi, quello è il funerale delle tasse sulla casa. Segnatevi la data”. E le coperture? “Ci siamo fatti un gran mazzo a trovarle”. Anche se, stando a quanto il premier ha detto domenica in un’intervista, l’intenzione è quella di far fronte al mancato gettito aumentando il deficit. Cosa che fa storcere il naso allo stesso ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan e non ha mancato di suscitare un’alzata di scudi preventiva dell’esecutivo Ue: l’Italia ha già ottenuto spazi di flessibilità sui conti pubblici la scorsa primavera, hanno ricordato fonti europee. E un eventuale ulteriore allentamento, che il premier dà per acquisito, è invece tutto da discutere.
Il premier però non ci sta a farsi dettare la linea e rivendica i risultati delle riforme avviate finora, con la sponda dei dati Istat che hanno rivisto al rialzo la crescita del Pil e attestato un calo della disoccupazione a luglio. “Se fai le riforme i risultati arrivano, se cambi le cose che devono essere cambiate i risultati arrivano. La Germania ha fatto il Jobs Act tra il 2003 e il 2005, i risultati sono arrivati in questi 10 anni. Se lo avessimo fatto anche noi dieci anni fa… lo abbiamo fatto adesso”.
La replica della commissione Ue: “Valutazioni sui fatti” – La frasi del premier sul “funerale delle tasse sulla casa”, hanno suscitato a stretto giro di posta la replica della commissione Ue. “Non abbiamo altro da commentare” ha detto la portavoce della commissione agli affari economici, Annika Breidthardt, sottolineando che la legge di stabilità sarà “valutata in autunno” e “la valutazione sarà basata sui fatti, su quello che ci sarà, e sulle previsioni economiche della Commissione di novembre”. Il vicepresidente per l’euro e gli affari social, Valdis Dombrovskis in una intervista del 25 luglio a La Stampa aveva già dichiarato: “Noi non suggeriamo in genere agli stati di ridurre le imposte sugli immobili perché non riteniamo sia un tipo di tassa che va a detrimento della crescita”.
“Entro l’anno accordi per lo sviluppo con regioni del Sud. Basta piangere” – “Nel primo anno ci siamo dedicati a salvare il Meridione dalle crisi occupazionali”, ha proseguito poi Renzi tornando sulla “questione meridionale”, oggetto all’inizio di agosto di un duro scontro con Roberto Saviano. “Da qui al 31 dicembre faremo 15 accordi al Sud con varie regioni”, ha proseguito poi Renzi tornando sulla “questione meridionale”, oggetto all’inizio di agosto di un duro scontro con Roberto Saviano. “Chiediamo in cambio che le regioni interessate si assumano degli impegni concreti e verificabili sulla tempistica della realizzazione di opere con un processo di trasparenza totale. La vera sfida per noi è smettere di piangere“. Nuovo attacco, dunque, a quelli che il presidente del Consiglio aveva definito appunto “piagnistei” sul Sud. Infastidito non solo dall’allarme sulla desertificazione dell’economia del Mezzogiorno, ma anche dalle polemiche sui candidati “impresentabili” del Pd in Campania.
Patto su riforme con Forza Italia? “No, politica non è Monopoli” – Poi il capitolo delle riforme costituzionali. Escluso, sostiene Renzi, un “patto” con Forza Italia su riforme e legge elettorale. “Toccare l’Italicum in cambio del Senato elettivo? No, hanno un’idea della politica come di un immenso Monopoli dove si prende sempre una carta per ‘tornare in vicolo Corto, senza passare dal via’”. “E’ un atteggiamento insopportabile… la legge elettorale l’abbiamo fatta con loro, poi Fi ha cambiato idea. L’hanno votata al Senato e poi alla Camera hanno cambiato idea. Mettiamoci d’accordo su qualcosa e soprattuto parliamo delle cose concrete che interessano gli italiani. Basta con il politichese“. Cose concrete come le tasse sulla casa, appunto. Di lì l’elogio al “Berlusconi prima maniera”, che “parlava delle cose che interessavano gli italiani. Ora anche lui non fa altro che parlare di Italicum, di cose in politichese… La riforma istituzionale che stiamo discutendo, l’abbiamo fatta e scritta insieme. Fi al Senato l’ha votata. Ora se hanno cambiato idea, lo spieghino agli italiani”. D’altronde, secondo il firmatario del Patto del Nazareno, “non è una novità” sentire Berlusconi dire che non ci darà una mano. “In un anno e mezzo non ha mai aiutato il governo”.
Via libera alle unioni civili “in Senato a ottobre prima della Stabilità” – L’ok alle unioni civili arriverà entro l’anno? “Sì, ma molto dipenderà da come andrà la discussione al Senato. Bisogna fare velocemente entro settembre le riforme poi chiudere entro le prime settimane di ottobre sulle unioni civili“, prima della legge di Stabilità, in modo che poi passino al vaglio di Montecitorio. “E’ un patto di civiltà al quale non rinunciamo”, ha assicurato Renzi, che su Twitter l’ha poi definita “questione di civiltà”.
Sui migranti “l’Europa faccia la sua parte, si gioca la faccia” – “E’ fondamentale che l’Europa si dia una bella svegliata e faccia la sua parte” anche perché sul tema dei migranti “si gioca la faccia”. Per questo è necessaria una “politica unitaria” che tenga insieme accoglienza e rimpatri di chi non ha diritto all’asilo e che “salvi vite umane”. Renzi ha fatto riferimento poi all’omicidio di Palagonia, di cui è accusato un migrante ospitato nel Cara di Mineo: “Di fronte ai problemi responsabilità, serietà, linea dura. Chi sbaglia deve pagare tutto fino all’ultimo giorno”, ma “contemporaneamente non perdiamo noi stessi, continuiamo a vivere”. In ogni caso “non è vero che in Italia il numero degli immigrati è triplicato. Quest’anno il numero degli immigrati giunti in Italia via mare è lo stesso dell’anno passato. Solo che l’attenzione mediatica e il clima di paura che, una parte del mondo culturale, politico e giornalistico sta anche comprensibilmente cavalcando, crea un clima totalmente diverso. Gli immigrati sono cresciuti in Grecia dove sono quadruplicati e in Germania, dove le domande di asilo sono aumentare in maniera impressionante”.