Tre giorni di incontri, letture, spettacoli, workshop e laboratori per un totale di 38 eventi con 60 relatori italiani e internazionali di grandissimo calibro. Giunto alla XXII edizione, torna il Festival della Mente, a Sarzana dal 4 al 6 settembre. Un appuntamento speciale, unico in Europa, dedicato alla creatività e ai processi creativi che, per il 2015, ha scelto di concentrarsi sul tema della responsabilità “in un Paese in cui la colpa è sempre di qualcun altro”, ha dichiarato il direttore scientifico Gustavo Pietropolli Charmet durante la presentazione del programma alla Triennale di Milano, affiancato da Benedetta Marietti a cui è affidata invece la direzione artistica. “Abbiamo pensato che il concetto di responsabilità dovesse essere ridefinito anche alla luce dei complessi cambiamenti sociali in corso e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche”, ha continuato Gustavo Pietropolli Charmet. Obiettivo di questa edizione, dunque, è indagare il rapporto che intercorre tra creatività e responsabilità e soprattutto chiedersi a quali nuove responsabilità vengono oggi chiamati intellettuali, letterati, storici, scienziati e artisti.
Non a caso è stato interpellato un vastissimo parterre di relatori che abbraccia tutti i campi del sapere, scienza, filosofia, scrittura, storia, arte, psicanalisi, architettura, fotografia, e che proverà ad approfondire il tema scelto e tutte le dinamiche che ruotano attorno a esso per dare delle risposte il quanto più possibile chiare a quel pubblico ampio e trasversale che da sempre caratterizza il festival e ne è la vera anima. La lectio inaugurale è riservata allo storico e filologo Luciano Canfora che introdurrà il tema analizzando la figura imponente quanto controversa dell’imperatore Augusto – triumviro spietato e abile artefice di un’apparente “restaurazione della Repubblica” che di fatto consisteva nella creazione di una nuova forma di potere personale, definibile come principato – per illustrare il rapporto fra responsabilità ed esercizio del potere e, di conseguenza, come quest’ultimo si concilia con il consenso e le necessità dei cittadini.
E poi lo scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte, in un dialogo con il romanziere Bruno Arpaia, proporrà un viaggio a ritroso nel tempo per raccontare l’impatto rivoluzionario che ebbe la diffusione in Europa dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert. Ma la responsabilità è anche questione etica della scienza, e allora il massimo divulgatore di fisica quantistica Jim Al-Khalili così come l’esperto di algoritmi Carlo Toffalori si esprimeranno sull’argomento. Sul fronte “psico” invece parteciperanno il neuropsichiatra infantile Massimo Ammaniti che spiegherà come, dopo decenni di individualismo sfrenato, la riscoperta del senso del noi può aiutare a ritrovare quella capacità di cooperazione che è la grande risorsa della specie umana, e lo psicanalista Massimo Recalcati, bestsellerista amatissimo dai lettori, che affronterà il tema della madre e delle cure materne, baluardo contro l’assoluta incuria della società contemporanea.
Nell’ambito artistico, “Tornare al giardino” è quanto auspica Marco Martella, responsabile della valorizzazione del verde storico in Francia, che snocciolerà una materia attualissima per stimolare a riappropriarsi del giardino come laboratorio che ci mette in relazione con le energie della natura, oggi ridotto semplicemente a spazio funzionale. Ma Festival della Mente è anche intrattenimento con la lettura de “L’amica geniale”, primo libro della tetralogia di Elena Ferrante, fatta dall’attrice Anna Bonaiuto, lo spettacolo-concerto di Giuseppe Battiston, le illustrazioni dal vivo del premio Andersen 2014 Alessandro Sanna e il concerto in alta quota sulle Alpi Apuane del violoncellista Mario Brunello.
Un autentico festival nel festival è dedicato, inoltre, a bambini e ragazzi: 50 appuntamenti tra laboratori, letture animate, spettacoli, passeggiate e incontri ideati appositamente per soddisfare la curiosa intelligenza e il tipico estro creativo dei più piccoli perché “i bambini vanno presi sul serio”, come diceva Emanuele Luzzati, e tra le responsabilità c’è proprio quella di prendere sul serio le generazioni che faranno il futuro. Un programma talmente ricco che interroga addirittura le stelle con il dialogo-spettacolo semiserio “Il cielo stellato sopra di noi” tra il filosofo della scienza Stefano Moriggi e l’astologo Marco Pesatori alle prese con le grandi questioni che da sempre agitano l’animo umano scrutando il cielo. Chissà che non siano le stelle a suggerire la formula corretta. Per scoprirlo bisogna andarci.