“Le prediche a D’Alema vengono da pulpiti che con un eufemismo definirò poco probabili”. Pierluigi Bersani parla alla Festa dell’Unità di Milano, commentando l’intervista di Massimo D’Alema al Corriere della Sera, che ha accusato Renzi di “danneggiare il partito, rinnegando la storia comune”. L’ex segretario del Pd strappa gli applausi del popolo dem, di età medio alta, quando dice che “a volte ad andare in solaio si trovano cose buone”. Il riferimento è alle cose buone del passato e alla necessità di “riflettere sullo schema di gioco. Per quando un partito sia grande c’è sempre qualcosa di buono al di fuori”.
Bersani ha dato ragione a D’Alema sulle differenze tra l’elettorato di sinistra e quello di destra: “L’elettorato di destra vuole la convenienza, quello di centrosinistra vuole la convinzione: non vive di solo pane. C’è un disagio e un problema che è tutto politico. Parecchia nostra gente sta pensando che la si stia portando dove non vuole andare. E quindi ad un problema politico si risponde con la politica”. Una scissione nel Pd quindi? “Tre volte mai”, secondo l’ex segretario, che ha definito la sinistra “un mondo abituato a mandare giù rospi, ma deve sapere che parla a qualcuno che all’essenziale la pensa come lui”.
Per quanto riguarda le riforme costituzionali, Bersani parla di “deformazione seria del processo democratico” e aggiunge che “non esiste Costituzione al mondo fatta dal governo fin nelle virgole. Viene fuori non un uomo solo al comando, ma un uomo solo al guinzaglio. Di chi? Di chi ha le risorse economiche”. Non si vuole far cadere il governo, ma “tentativi di mediazione non ne vedo. Non è che Bersani fa la mamma di 25 senatori. Poi bisogna discutere. Hanno fatto un documento un mese e mezzo fa e non hanno avuto risposta”. L’ex segretario ricorda anche il doppio ruolo di Matteo Renzi: “Come segretario deve fare la sintesi, come presidente del Consiglio deve lasciare dei margini al Parlamento”.
Le critiche di Bersani però hanno generato anche qualche malumore: verso la fine del dibattito, all’ennesimo attacco alla qualità sulle riforme volute da Renzi per il Senato e la legge elettorale, un gruppo di persone dalla platea ha rumoreggiato. Specialmente quando l’ex segretario ha detto: “Non vorrei che le mie figlie vivessero in un paese che non assomiglia a nessuna delle democrazie che conosciamo”.