Difficile incanalare in un cine-genere questo "oggetto artistico audiovisivo" che attraverso le gesta della "mala" norditaliana tra gli anni '50 e '70 racconta il passaggio di un'epoca del Belpaese. Protagonisti sono i Sei Spietati: Ezio Barbieri, Paolo Casaroli, Pietro Cavallero, Luciano De Maria, Horst Fantazzini, Luciano Lutring. Sei banditi, gangsters, criminali "leggendari" che agirono nell'Italia settentrionale
Una fascinazione senza fine. “Perché la vita di un gangster è sempre una tragedia scespiriana”. Renato De Maria si anima parlandone. Specie ora che il suo film Italian Gangsters è stato presentato ufficialmente alla Mostra veneziana dove concorre nella sezione Orizzonti. Ed è la seconda volta di seguito, dopo che il regista varesotto vi aveva concorso lo scorso anno con La vita oscena. Difficile incanalare in un cine-genere questo “oggetto artistico audiovisivo” che attraverso le gesta della “mala” norditaliana tra gli anni ’50 e ’70 racconta il passaggio di un’epoca del Belpaese.
Protagonisti sono i Sei Spietati: Ezio Barbieri, Paolo Casaroli, Pietro Cavallero, Luciano De Maria, Horst Fantazzini, Luciano Lutring. Sei banditi, gangsters, criminali “leggendari” che agirono nell’Italia settentrionale (principalmente a Milano) e che di essa definirono un immaginario nuovo, che stava resuscitando dalle rovine della II Guerra Mondiale. Dal conflitto si portavano le armi da ex partigiani e comunisti, una lotta che partiva da lontano e che sfociava in forma prima individuale e poi di banda. Ragazzi che sfuggivano alla povertà, “affamati, abituati alle armi e alla violenza” a modo loro costituirono un’epica criminale dalla spudoratezza romantica, senza nulla negare della morte e degli spargimenti di sangue che causarono.
De Maria è affascinato a storie come le loro fin da adolescente: avido lettore e spettatore di letteratura e cinema noir, criminale, gialla e nera proveniente principalmente da Francia e dagli Stati Uniti, ma anche dall’Italia. “Ogni storia si porta con sè la parabola discendente dell’esistenza: l’origine umile, l’ascesa al successo, la sconfitta. Sono gli elementi della tragedia classica, che appassionano il pubblico di sempre”, spiega il regista. “Questi uomini, a modo loro, erano dei pazzi scatenati, sono arrivati a condurre vite ricchissime, sono passati da anni di carcere, sono diversamente caduti, ma inesorabilmente. Erano sempre in movimento”.
Uno per tutti, recita l’epitaffio autocomposto di Luciano Lutring: “Qui giace un uomo che in vita sua ha corso molto e che, adesso che è morto, vorrebbe riposare in pace”. Per mettere in scena queste vite, De Maria ha fatto una ricerca negli archivi del Luce, in quelli famigliari di Home Movies, nella library di Rarovideo e nel meglio della cinematografia e della letteratura su di loro presente. Ne è uscito un sublime montaggio di sequenze documentaristiche, cinematografiche e di interviste giornalistiche ad alto livello con nomi che vanno da Biagi a Bocca passando per Montanelli. Il cuore del racconto, però, è affidato a sei giovani e talentuosi attori di teatro che “monologano” guardando in macchina mentre rivisitano la vita di ciascun criminale. In prima persona prestano corpo, voce e volto ai Sei Spietati: Francesco Sferrazza Papa (Barbieri), Sergio Romano (Casaroli), Aldo Ottobrino (Cavallero), Paolo Mazzarelli (Luciano De Maria), Andrea Di Casa (Fantazzini) Luca Micheletti (Lutring). Italian Gangsters uscirà tra ottobre e novembre distribuito da Istituto Luce Cinecittà e Minerva Pictures.