Nel maggio 2013 il ministro del Tesoro, allora capo economista dell'Ocse, avvertiva il governo Letta: "Se vuole perseguire la crescita la prima cosa da fare è ridurre il cuneo fiscale sul lavoro". Nello stesso anno, intervistato dal Gr Rai, spiegava: "Le tasse che danneggiano di meno la crescita sono quelle sulla proprietà"
Altro che taglio della Tasi e dell’Imu sulla prima casa. “Se le priorità sono crescita e occupazione la prima cosa da tagliare sono le tasse sul lavoro“. Raccomandazioni di Bruxelles? No, a dirlo, solo due anni fa, era l’attuale ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. All’epoca capo economista dell’Ocse. Mentre a Roma il governo Letta prometteva l’abolizione dell’Imu, da Parigi l’economista italiano avvertiva: “Ridurre le tasse sul lavoro è più importante che ridurre l’Imu”. Oggi, mentre impazza il dibattito sugli sgravi fiscali annunciati da Matteo Renzi ma invisi alla Commissione europea, ci ha pensato il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, a rispolverare quell’intervento. Avendo buon gioco a tacciare il titolare del Tesoro di “sudditanza verso il presidente del Consiglio” che lo porta a “smentire se stesso, i principi in cui credeva, le tesi che ha portato avanti con convinzione in anni e anni di onorata carriera”.
Brunetta ha ricordato anche altri interventi fatti in passato da Padoan sul tema della tassazione della casa: “Era dicembre 2010 quando il capo economista e vice segretario dell’Ocse, presentando uno studio che dimostrava come l’uso intelligente delle imposte fosse un driver per la crescita, affermava: ‘Abbiamo cercato di dimostrare il rapporto tra la struttura della tassazione e la crescita, nel senso che ci sono tasse più dannose allo sviluppo e altre meno dannose, come quelle sui consumi e sui patrimoni‘”.
Negli stessi termini si pronunciò il Fondo monetario internazionale in uno studio pubblicato il 4 luglio 2013: “In Italia l’Imu sulla prima casa va mantenuta”. “E subito”, rimarca Brunetta, “si dichiarò d’accordo Padoan, in un’intervista del giorno successivo al Giornale Radio Rai: ‘Le tasse che danneggiano di meno la crescita sono infatti quelle sulla proprietà, come l’Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l’occupazione sono quelle sul lavoro'”. Stessa posizione esposta il 10 settembre 2013 in un’intervista a Ballarò: “Se l’obiettivo è quello di sostenere l’occupazione, le tasse da far calare sono soprattutto le tasse sul lavoro. Le tasse sulla proprietà immobiliare potrebbero restare dove sono, anche perché c’è un problema di copertura“, ebbe a dire Padoan. Perfettamente in linea con quanto raccomandato in più occasioni all’Italia dalle istituzioni europee.