Nato a L’Avana da madre cubana e padre italiano, è arrivato in Italia nel 1999. Nel 2008 è stato reclutato dalle Fiamme Oro. E in neanche venti giorni di servizio ha già collezionato numerosi arresti
In testa ha le Olimpiadi di Rio 2016, ma per allenarsi corre dietro ai ladri di Rimini. A Isalbet Juarez, 28enne di origini cubane e stella italiana delle Fiamme Oro nei 400 metri piani, dal 4 agosto scorso in forza alla polizia della città romagnola, è bastato un solo giorno per balzare agli onori delle cronache. Mentre si trovava in pattuglia in borghese con un collega su una macchina civetta, infatti, l’atleta ha visto due ladri rubare una borsa da donna da un’auto.
Inizialmente titubante sul fatto che si trattasse effettivamente di un furto, l’atleta ha poi notato uno dei due ladri fare da palo poco più avanti e fuggire in bicicletta con la borsa nel cestino, e così non ha esitato. Juarez è sceso dall’auto e ha subito bloccato uno dei due, per poi lanciarsi all’inseguimento dell’altro. Dopo soli 15 metri, il delinquente in bicicletta era già stato raggiunto e arrestato in flagranza. “È solo il mio lavoro – commenta Juarez – e devo ammettere di avere anche avuto fortuna, era il primo giorno di servizio e non mi ero allenato. Devo anche ringraziare la bravura dei miei colleghi, che mi stanno insegnando ogni giorno come svolgere al meglio questo mestiere”.
Lì per lì, i ladri, due ragazzi di origine tunisina, poi denunciati per furto aggravato, non si erano accorti di Isalbet, scambiandolo per uno di loro: “Essendo in borghese – prosegue Juarez –, non mi avevano proprio riconosciuto come poliziotto, erano molto sorpresi”.
Nato a L’Avana da madre cubana e padre italiano, Isalbet è arrivato in Italia nel 1999, all’età di 11 anni, e si è stabilito a Rivolta d’Adda, nel bergamasco, dove ha iniziato a praticare atletica nel vivaio dell’atletica Bergamo 1959. Cittadino italiano al compimento della maggiore età, nel 2008 è stato reclutato dalle Fiamme Oro. “Non ho mai avuto problemi di integrazione né a scuola, né nello sport – spiega – , così come mia madre, che è anche più scura di pelle di me, ed è regolarmente iscritta all’albo italiano degli infermieri. Credo che quando si emigra si debba avere l’intenzione di adattarsi. Chi ha problemi di ambientamento molto spesso non vuole integrarsi davvero, vuole continuare a fare ciò che faceva prima, oppure fare di testa sua. Comportarsi così non porta a niente di buono: per sopravvivere è necessario adattarsi e imparare a respirare fuori dall’acqua”.
In neanche venti giorni di servizio, l’agente-atleta Juarez ha già collezionato numerosi arresti: “Solo nella prima settimana – sottolinea – ho fatto sei arresti in strada, insieme ai colleghi. Non mi era mai capitato. Solamente dieci anni fa non avrei mai pensato di fare il poliziotto, è un lavoro che mi piace molto. Rimini è sicuramente una piazza movimentata, il lavoro non ci manca”. Ma è stato proprio lui a chiedere di essere trasferito in Romagna, terra per cui non risparmia anche parole buone: “Molti colleghi mi avevano parlato bene di Rimini e da quando sono arrivato sono stato trattato come un figlio”. Ora l’obiettivo di Isalbet sono le Olimpiadi di Rio, l’anno prossimo: “Per quest’anno le gare importanti per me sono finite, ma continuo sempre ad allenarmi. Qui lo posso fare sul lungomare o a Riccione. All’inizio non è facile conciliare lo sport di alto livello e il lavoro, ma ci sono miei colleghi fanno gli operai e riescono a raggiungere risultati di prestigio in gara, volere è potere”.