Da questo pomeriggio sarà EuroBasket. Il Campionato Europeo di pallacanestro maschile giunto alla 39ª edizione, animerà i palazzetti di quattro stati fino al 20 settembre. Questa edizione, dapprima assegnata all’Ucraina è stata ripartita tra Croazia (Zagabria), Germania (Berlino), Lettonia (Riga) e Francia (Montpellier). Ogni città ospiterà gli incontri di ciascun girone prima della fase finale che si giocherà a Lille. Partendo dalla finale, in Francia, noi italiani possiamo già appigliarci ai precedenti storici che ci hanno visto raggiungere il tetto d’Europa in due edizioni, 1983 e 1999 con Nantes e Parigi come teatro conclusivo di cammini esaltanti.
Per chiudere il capitolo scaramantico, il massimo sarebbe trovare in finale la Spagna, l’avversario che abbiamo battuto sia nel 1983 che nel 1999. Gli spagnoli li assaggeremo già nel girone a 6 che si gioca a Berlino, oltre agli iberici la nazionale di Pianigiani affronterà Serbia, Islanda, Germania e Turchia all’esordio. Diciamolo subito, l’Italia è forte, sulla carta almeno anche la più forte mai vista, sul parquet vedremo, perché non basta avere tre giocatori da Nba (più un ex, il capitano Gigi Datome) e altri singoli di livello (Gentile e Hackett) per fare bene. La nostra storia “europea” è piena di flop e vittorie insperate quindi anche in questo 2015 il pronostico è aperto.
Il lavoro di Simone Pianigiani sarà fondamentale per creare un collettivo e far ruotare la rosa attorno a giocatori come Bargnani, Belinelli e Gallinari. Fare bene agli Europei significa anche mettere un piede a Rio, se si arriva in finale anche due e subito. Le motivazioni non mancano, gli stessi giocatori sanno che il bronzo del 2003 è troppo lontano per una storia cestistica come la nostra che, conti alla mano ci vede ancora come quinta potenza dietro le inarrivabili Russia (prima Urss) e Serbia (Jugoslavia) e poco sotto la Lituania e la Spagna. Due ori, quattro argenti e quattro bronzi hanno un peso nel medagliere nel quale anche la Francia, campione in carica e forse favorita, ci sta dietro. Caglieris, Tonut, Bonamico, Gilardi, Costa, Brunamonti, Villalta, Meneghin, Riva, Vecchiato, Marzorati e Sacchetti erano gli eroi di Nantes, guidati da Sandro Gamba all’oro del 1983 con quel 105 a 96 alla Spagna di Juan Antonio Corbalán che fu Mvp del torneo.
Sedici anni dopo il “mantra azzurro” era questo: Bonora, Basile, Galanda, Fučka, Marconato, De Pol, Myers, Meneghin, Abbio, Mian, Chiacig, Damião sotto la guida di Bogdan Tanjević. Il 64 a 56 alla Spagna di Herreros, Dueñas e Lolo Sainz fu il capitolo finale di un percorso eccezionale che ci fece eliminare agevolmente la Russia ai quarti e la Jugoslavia di Danilović e Divac in semifinale. Gregor Fučka fu l’Mvp e Carlton Myers marchiò la finale con 18 punti, sembra ieri ma hanno smesso di giocare quasi tutti quegli eroi. Le generazioni di sessantenni appassionati di basket ricordano a memoria la squadra di Gamba, i quarantenni ricorderanno meglio quella di Tanjević ora sta a quelli di Pianigiani ritagliarsi uno spazio nel cuore dei più giovani che seguiranno ogni secondo di questo Europeo.