Per Piero Messina è finita l’attesa. E’ lui il primo degli italiani a tagliare il nastro del concorso alla 72ma Mostra di Venezia. Una responsabilità che pesa come un macigno dal momento che il 34enne cineasta siciliano concorre al Leone d’oro da esordiente. Si dice sereno “ci ha pensato mio padre a distrarmi tenendomi sveglio stanotte parlando di quando ero piccolo..”, ed è arrivato al Lido con tutta la famiglia tranne la moglie, anch’ella “in attesa”. “Il termine per la nascita del nostro secondo figlio – Giacomo – scade proprio oggi”. Insomma, un giorno importante per la famiglia Messina da Caltagirone, chiamata a un duplice evento.
E almeno L’attesa – il film – oggi viene alla luce del pubblico in premiére mondiale, accompagnato non solo dal regista ma dalle sue magnifiche protagoniste: la diva Juliette Binoche e la quasi esordiente Lou De Laage. La storia si origina dalla mescolanza di ricordi/suggestioni di Messina (“un padre a cui muore la figlia e cerca di rimuovere il dolore non parlandone mai in famiglia, che pur sapeva, e il mio immaginario da bambino delle processioni siciliane che seguivano un pezzo di legno..”) al testo La vita che ti diedi di Pirandello.
“Grazie ai produttori, una volta terminata, la sceneggiatura definitiva ha raggiunto Juliette Binoche, che era la mia attrice ideale per il film ed ora eccola qui”. La star francese, che ricambia la stima avendo apprezzato del giovane cinesta “il suo gusto per il cibo che equivale a passione per la vita” confessa di essere rimasta impressionata dalla “straordinarietà della sceneggiatura, diversa da molte lette in questi anni”. Binoche aveva già interpretato il lutto di una madre nell’indimenticabile Film Blu (1993) di Kieslowski ma “da allora non avevo più voluto affrontare questo tema in un film”.
L’occasione doveva essere speciale, ovvero l’opera prima di Piero Messina. Quanto alla giovane De Laage, nel ruolo di Jeanne – la fidanzatina del figlio scomparso di Anna (Binoche) che arriva da Parigi in Sicilia, in casa del suo ragazzo che non sa essere morto – il casting ha proceduto in maniera totalmente diversa: “Eravamo a Parigi da 6 mesi facendo provini ma ancora non avevamo trovato il volto giusto per Jeanne. All’ultimo giorno è arrivata Lou, peraltro in ritardo sull’orario di appuntamento. Questo mi aveva innervosito, ma quando l’ho incontrata ho capito era la persona giusta”.
La sfida per regista e attrici era quella di lavorare sulla dissimulazione della verità nei confronti di Jeanne: tutti sanno i fatti tranne lei ma si comportano, su direttiva della madre, come se il ragazzo si fosse solo allontanato da casa pronto a rientrare per incontrarla. “Si tratta ovviamente di un processo di rimozione istintivo per allontanare il dolore: sia dalla parte della madre che non vuole parlarne, sia della ragazza che forse capisce ma preferisce non aprire quella porta”.
Le atmosfere di una caldissima Sicilia – location a ambientazione totale del film – contribuiscono ad alimentare il mistero di cui è avvolto l’atroce dolore e Messina, già stimato collaboratore di Paolo Sorrentino (“che ha visto il film ma non vi svelo cosa mi ha detto”) e studioso del cinema di Sokurov, vi ha lavorato dirigendo le sue splendide attrici con perizia, certo talento ed imponente formalismo, forse leggermente eccessivo. L’attesa è coprodotto dalla Indigo Film con Medusa e le francesi Barbary Films e Pathé. Medusa stessa lo distribuirà dal 17 settembre in circa 150 copie.